Papa Gregorio II: differenze tra le versioni
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I rapporti con l'Oriente non furono però altrettanto felici. L'imperatore [[Leone III Isaurico]], salito al trono il 25 marzo [[717]], nei primi anni di regno fu occupato in una guerra contro gli [[Arabi]] e poi in un'opera di riorganizzazione legislativa dell'impero, operazioni che portarono ad un dissesto economico di [[Costantinopoli]], per risanare il quale fu costretto ad un aumento delle imposte su tutto il territorio dell'impero. La Chiesa ne risentì in quanto colpita nelle vaste proprietà fondiarie in Italia, e Gregorio si rifiutò di pagare, affermando che i proventi delle imposte italiane dovessero essere utilizzati per le necessità locali. Ben più grave fu l'ingiunzione da parte di [[Leone III Isaurico|Leone III]] a tutti i cittadini ebrei dell'impero di convertirsi al cristianesimo, in base al principio secondo cui per la stabilità dello Stato era necessaria un'uniformità di fedi.
È probabile che Leone fosse sinceramente ispirato da un sentimento religioso che lo spinse a tentare di ricomporre l'unità spirituale dell'impero, ma uno dei maggiori ostacoli alla realizzazione di quel progetto era il fatto che il cristianesimo ammetteva il culto delle immagini
Il [[Patriarcato ecumenico di Costantinopoli|Patriarca di Costantinopoli]] non lo appoggiò, e Leone si rivolse direttamente al papa (promettendo, forse, di non insistere sul problema delle tasse rimasto insoluto), il quale, anziché assecondare l'editto imperiale, convocò un concilio che confermò la venerazione delle immagini e diffidò l'imperatore dall'emanare disposizioni in materia di fede. [[Leone III Isaurico|Leone]] minacciò di destituirlo, ma il papa, con una serie di lettere inviate a tutte le diocesi d'Italia provocò una tale sollevazione di tutto il popolo e il clero dei territori bizantini d'Italia contro l'imperatore, che questi fu costretto a ricorrere alla violenza: incaricò il nuovo esarca [[Eutichio]], di organizzare l'assassinio del pontefice. Eutichio sbarcò a [[Napoli]] nel [[727]]; da lì avviò contatti con funzionari imperiali presenti a Roma, ma il complotto fu scoperto e i congiurati uccisi o costretti a riparare in convento per salvarsi. Allorché lo stesso esarca puntò direttamente a Roma, al [[ponte Salario]] fu bloccato e costretto alla ritirata dalle truppe [[Longobardi|longobarde]] del [[ducato di Spoleto]] e della [[Tuscia]].
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