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===== Il periodo delle Rivoluzioni americana e francese =====
====Il periodo della lotta politica====
=====La nascita del federalismo europeo=====
=====I principi ispiratori dell'Unione europea===== ▼
=====Concretizzazione del concetto di federalismo===== ▼
=====Partiti politici e movimenti nell'ambito dell'Unione Europea=====▼
Nato nell'altra sponda dell'Atlantico, il federalismo si diffonde anche in [[Europa]] già nell'[[Ottocento]]. Le elaborazioni principali sviluppano il federalismo in una duplice chiave: in polemica con l'opprimente centralizzazione amministrativa della maggior parte degli Stati europei (ad esempio, in Proudhon e Cattaneo) e come strumento di ricerca di una pace duratura in un continente sempre in preda a sanguinari scontri (soprattutto in Kant).
È solo nel 1941 però, ossia quando il conflitto sembra ancora destinato ad essere vinto dalle forze dell'Asse, che tre illuminate menti del panorama intellettuale italiano stendono quello che verrà ricordato come il [[Manifesto di Ventotene]].
La gestazione di quest'opera, da parte di [[Altiero Spinelli]] ed [[Ernesto Rossi]], esiliati sull'isola di Ventotene appunto, durò all'incirca sei mesi. Furono ispirati da un libro scritto da Junius (pseudonimo usato da [[Luigi Einaudi]]) pubblicato circa vent'anni prima. Il Manifesto di Ventotene, steso nel 1941 da Spinelli e Rossi insieme a [[Eugenio Colorni]] e [[Ursula Hirschmann]], è un fondamentale documento che traccia le linee guida di quella che sarà la carta dei diritti fondamentali dell'[[Unione europea]]. I tre intellettuali previdero la caduta dei poteri totalitari e auspicarono che, dopo le esperienze traumatiche della prima metà del Novecento, i popoli sarebbero riusciti a sfuggire alle subdole manovre delle élite conservatrici. Secondo loro, lo scopo di queste sarebbe stato quello di ristabilire l'ordine prebellico.
Per contrastare queste forze si sarebbe dovuta fondare una forza sovranazionale europea, in cui le ricchezze avrebbero dovuto essere redistribuite e il governo si sarebbe deciso sulla base di elezioni a suffragio universale. L'ordinamento di questa forza avrebbe dovuto basarsi su una “terza via” economico-politica, che avrebbe evitato gli errori di [[capitalismo]] e [[comunismo]], e che avrebbe permesso all'ordinamento democratico e all'autodeterminazione dei popoli di assumere un valore concreto.
Il Manifesto rimane ancora oggi uno dei più validi e significativi fondamenti della letteratura politica federalista. Anzi, in un certo senso, rappresenta la nascita di una vera e propria ideologia federalista europea. Infatti, mentre in tutti i precedenti autori quello federalista è un aspetto di un pensiero politico personale più complesso, il federalismo e l'Europa sono per Spinelli i fondamenti stessi del suo pensiero politico. Il Manifesto pone come base della civiltà moderna “il principio della libertà, secondo il quale l'uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita”. Lo spunto iniziale è la constatazione della crisi dello Stato nazionale che, fondendo insieme Stato e nazione, ha accentuato le tendenze autoritarie all'interno dei confini nazionali e quelle aggressive sul piano internazionale. Per contrastare entrambe queste tendenze il Manifesto suggerisce di riorganizzare in senso federale l'Europa in modo che tutti gli Stati europei lascino le loro decisioni in alcune delicate materie (moneta, politica estera, politica economica, difesa, ecc.) a uno Stato internazionale superiore a ognuno di loro.
Gli “uomini ragionevoli”, infatti, come riporta il Manifesto, devono constatare “la inutilità, anzi la dannosità” di organismi internazionali che non si strutturino in modo federale e che quindi non si dotino di un proprio esercito e della possibilità di intervenire anche militarmente per garantire la sopravvivenza di un'Europa federale. Per raggiungere questo obiettivo non servono, come abbiamo già accennato, le forme di aggregazione politica tradizionali. I partiti, infatti, sia che si ispirino a ideologie reazionarie, liberali, democratiche, socialiste o comuniste, mirano a migliorare la situazione del loro Stato, nella convinzione che la pace nasca dall'affermazione dei rispettivi principi di libertà, uguaglianza e giustizia sociale. In altre parole, i partiti politici lottano per la conquista di un potere già esistente, per la ricostruzione di uno Stato nazionale che sia appunto reazionario, liberale, democratico, socialista o comunista. Per il progetto di Spinelli, invece, occorre un'organizzazione politica veramente sopranazionale capace non tanto di conquistare il potere, quanto piuttosto di creare un nuovo potere: questo il compito del [[Movimento Federalista Europeo]].
Come per gli altri autori, anche per Spinelli l'aspetto di valore del federalismo è la pace; è inevitabile quindi che la federazione europea non possa che rappresentare un punto di passaggio per un qualcosa di ancora più grande, di un qualcosa che richiama gli echi del progetto di [[Kant]]<ref>L'allusione è ovviamente al trattato "Per la pace perpetua" del filosofo tedesco.</ref>: una federazione mondiale. Infatti, come recita con un fascino quasi profetico il Manifesto, “quando, superando l'orizzonte del vecchio continente, si abbracci in una visione di insieme tutti i popoli che costituiscono l'umanità, bisogna pur riconoscere che la federazione europea è l'unica garanzia concepibile che i rapporti con i popoli asiatici e americani possano svolgersi su una base di pacifica cooperazione, in attesa di un più lontano avvenire, in cui diventi possibile l'unità politica dell'intero globo”<ref>E. Cò, ''op. cit.'', pp. 32-34.</ref>.
Si è affermato l'eguale diritto per tutte le [[nazioni]] di organizzarsi in [[stato|Stati]] indipendenti. Ogni popolo, individuato nelle sue caratteristiche etniche geografiche linguistiche e storiche, doveva trovare nell'organismo statale, creato per proprio conto secondo la sua particolare concezione della vita [[politica]], lo strumento per soddisfare nel modo migliore ai suoi bisogni, indipendentemente da ogni intervento estraneo.
L'[[ideologia]] dell'indipendenza nazionale è stata un potente strumento di progresso ha eliminato molti degli impedimenti che ostacolavano la circolazione degli uomini e delle merci; Si è affermato l'uguale diritto per i cittadini alla formazione della volontà dello Stato. La [[libertà di stampa]] e di [[libertà di associazione|associazione]] e la progressiva estensione del [[suffragio]] ha fatto estendere, dentro il territorio di ciascun nuovo Stato, alle popolazioni più arretrate, le istituzioni e gli ordinamenti delle popolazioni più civili. Essa portava però in sé i germi del [[nazionalismo]] imperialista, che la nostra [[generazione]] ha visto ingigantire fino alla formazione degli Stati totalitari ed allo scatenarsi delle guerre mondiali.
{{P|ricerca originale con toni enfatici che rende esplicito il punto di vista dell'autore|politica|aprile 2017}}
Dall'idea precisa della pace discende dunque l'idea federalistica della distribuzione del potere politico, e per ciò stesso l'esigenza di identificare le condizioni storico-sociali che consentono d'instaurarla e di mantenerla nell'ambito di una parte del genere umano o di tutto il genere umano. Ormai non è più vero che la creazione degli [[Stati Uniti d'Europa]] (dell'Europa occidentale-atlantica: solo di questo realisticamente si parla) significhi creazione di [[diritto sovranazionale]] così come precedentemente inteso; né costituisce in alcun modo, di per sé, un passo in quella direzione. Gli Stati nazionali europei sono già stati superati in realtà dalla loro riduzione a Stati regionali, con tutti i limiti di impotenza.
L'[[europeismo]] prevalente ha oggi un valore eminentemente ''difensivo'': significa la conquista per il popolo europeo di un suo Stato di dimensione adeguata per sostenere il confronto internazionale atto a tutelare i propri interessi, ad essere perciò una [[potenza (storia)|potenza]] nel [[mondo]] attuale. Europeismo cioè che vuole essere momento di scontro politico fra la concezione democratica-parlamentare e quella totalitaria, fra chi privilegia i diritti della persona e chi li sottopone gerarchicamente agli interessi dello Stato, fra chi rivendica la necessità che il [[diritto]] non sia limitato dalle frontiere e chi difende la barbarie in nome della sovranità nazionale e del principio di non ingerenza.
Il progressivo sfaldamento dei principi liberali della [[democrazia]] parlamentare e della divisione dei poteri a cui si assiste, seppur in misura diversa, in tutti i paesi europei in nome delle urgenze determinate di volta in volta dalla crisi economica, dal deficit delle finanze pubbliche o dal [[terrorismo]] russo, irlandese o basco, rappresentano i sintomi più evidenti della incapacità delle istituzioni statali nazionali di far fronte alla nuova dimensione dei problemi. La riduzione progressiva dei poteri parlamentari che viene registrata in Italia come in [[Francia]] o nel [[Belgio]], il trasferimento sempre più massiccio dei poteri legislativi all'esecutivo attraverso l'abuso del potere di decretazione o dei "pouvoirs spèciaux", sia quando si realizza attraverso modifiche costituzionali o regolamentari, sia quando viene imposto forzando la legge, testimoniano almeno in parte l'impotenza delle istituzioni statali nazionali a far fronte alla dimensione [[sovranazionale]] dei problemi emergenti, da quelli economici a quelli determinati dalla [[criminalità]] o dal [[terrorismo]], e alle influenze dello sviluppo tecnologico sui processi decisionali.
Le istituzioni comunitarie sono del resto paralizzate dall'incapacità di concepire un unico "[[governo]]" europeo perlomeno nelle materie di competenza comunitaria. Gli "egoismi nazionali" e gli interessi dei grossi centri di potere economico e politico lo impediscono sistematicamente. Del resto questa ipotetica [[autorità]] sovranazionale non potrà mai essere legittimata democraticamente finché non potrà ricevere la fiducia da un [[Parlamento europeo]], quale unica espressione della sovranità popolare europea, dotato degli effettivi poteri d'indirizzo, controllo e legislativi. D'altronde il [[Parlamento europeo]] non potrà mai conquistare la capacità d'imporre il processo d'integrazione politica europea finché sarà composto da partiti privi di una vocazione europeista e soprattutto incapaci di rappresentare gli interessi dei gruppi sociali ed economici che si vanno riconoscendo o si possono riconoscere nell'Europa politica.
La crisi delle istituzioni comunitarie è quindi innanzitutto crisi e insufficienza di quel [[diritto comunitario]] rimasto incompiuto nei Trattati nonostante i tentativi evolutivi sanciti dalle sentenze della [[Corte di Lussemburgo]].
A questo [[Deficit democratico dell'Unione europea|"deficit democratico" dell'Unione europea]] tentò di porre rimedio il [[Parlamento europeo]] con il progetto di Trattato dell'Unione portato a termine nella precedente legislatura sotto la guida di [[Altiero Spinelli]].
▲=====Partiti politici e movimenti di matrice federalista nell'ambito dell'Unione
[[secondo dopoguerra|Dopo]] la [[seconda guerra mondiale]] nacquero vari movimenti, come l'[[Unione dei Federalisti Europei]] o il [[Movimento Federalista Europeo]], fondato nel 1943, che sostenevano la creazione di una [[Stato federale|federazione]] europea. Queste organizzazioni ebbero una certa influenza, anche se non decisiva, sul processo di unificazione europea. L'[[Europa]] di oggi è ancora lontana dall'essere una federazione, nonostante l'Unione Europea possieda alcune caratteristiche federali. I federalisti europei hanno sostenuto l'elezione diretta di un [[Parlamento europeo]] e furono tra i primi a porre all'ordine del giorno la stesura di una [[costituzione europea]]. I loro oppositori sono coloro che sostengono un ruolo più modesto per l'Unione e coloro che vorrebbero che l'Unione fosse diretta dai governi nazionali piuttosto che da un governo europeo elettivo. Anche se il federalismo era citato nelle bozze del [[trattato di Maastricht]] e del trattato istitutivo della [[Costituzione europea]], non fu mai accettato dai rappresentanti degli Stati membri. I paesi che favoriscono un'Unione più federale sono di solito [[Germania]], [[Belgio]] e [[Italia]]. Quelli che tradizionalmente si oppongono a questa idea sono [[Gran Bretagna]] e [[Francia]]. Il tentativo di creare una [[Comunità europea di difesa]] fu in pratica l'ultimo tentativo di creare un'[[Europa federale]].
====L' Unione Europea oggi====
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