Ancona: differenze tra le versioni

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*Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, E. De Miro, ''La Sicilia dei due Dionisî'' - atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002 (pagina 120). Il testo è consultabile su Google libri; vedi la seguente [http://books.google.it/books?id=YZVFgUgid0QC&dq=lidiano+bacchielli+ancona&source=gbs_navlinks_s pagina]</ref>. Dato che i siracusani fondatori della città erano greci di [[dori|stirpe dorica]], Ancona è fin dall'epoca antica chiamata "la città dorica". Una delle più importanti caratteristiche di questa [[polis]] è il suo persistente attaccamento al carattere greco e la sua resistenza culturale alla [[Romanizzazione (storia)|romanizzazione]]<ref>Alessandra Coppola, ''Ancona e la presenza greca nel Piceno'', in ''Piceni popolo d'Europa'', Roma, De Luca, 1999. ISBN 978-88-8016-355-8.</ref>
 
All'arrivo dei Romani nel [[Regio V Picenum|Piceno]] Ancona attraversò un periodo di transizione tra la civiltà greca e quella romana. Le tappe principali della romanizzazione sono due: il [[133 a.C.]], quando ci fu la deduzione di una colonia romana nell'agro anconitano in seguito alla [[Lex Sempronia Agraria]], e il [[90 a.C.]] quando fu istituito il municipio romano in seguito alla [[Guerra Sociale]]. Da quell'anno Ancona può dirsi città romana, pur rimanendo per alcuni decenni un'[[isola linguistica]] e culturale greca<ref>Per tutto l'incipit la fonte è: Maurizio Landolfi, ''Ancona greca e romana'', in ''Scultura nelle Marche'', a cura di Pietro Zampetti, Nardini editore, 1993.</ref>. In età imperiale svolse per Roma la funzione di collegamento marittimo con l'Oriente e per questo l'imperatore [[Traiano]] ne ampliò il porto.
 
=== Medioevo ===