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La goccia che fece traboccare il vaso fu una sua lettura accademica, di fronte a tutta l' Accademia di Francia in cui egli criticò la politica di Luigi XIV ed implicitamente quella del Reggente Filippo II di Orleans. La lezione si intitolò ''De la Polysynodie ou la pluralité des conseils'' (1718), in cui egli applicando le sue deduzioni dimostrò come il re Luigi XIV, ormai deceduto, fosse un giudice ingiusto e non avesse fatto quello che serviva alla Francia per evitare tutte le guerre in cui aveva coinvolto il suo popolo. La lezione fu un attacco alla reggenza e come tale ottenne da questa una dura risposta. Il Reggente emise un ordine di estromissione dell' Abate all' Accademia. Questa riunitasi nella sua Assemblea plenaria, alla unanimità, meno un voto di un amico di Saint-Pierre, lo escluse dai membri togliendogli tutti gli appannaggi di cui aveva goduto. L' Abate anche se continuò a frequentare i salotti letterari fu colpito da una progressiva povertà, e morì dimenticato da tutti (1743). Solo nel 1745 [[Jean_Baptiste_Le_Rond_d%27Alembert|Jean-Baptiste d' Alembert]] si prodigò per una sua riabilitazione postuma e un suo reinserimento nella Accademia Francese.
'''KKK KKK KKK KKK'''
===== Il periodo delle Rivoluzioni americana e francese =====
Per comprendere questo periodo dobbiamo riferirci ad alcuni fatti storici che normalmente vengono considerati noti e molte volte sottovalutati. Dobbiamo ricordare che la storia delle scienze ha conosciuto la '''''[[Rivoluzione_scientifica|Rivoluzione scientifica]]''''' che si sviluppò da 1534 al 1687. Nel secolo e mezzo che intercorre fra '''''[[Niccolò_Copernico|Niccolò Copernico]]''''' e '''''[[Isaac_Newton|Isaac Newton]]''''' si andò manifestando questo nuovo fervore per la scienza che in precedenza era sempre stato molto nascosto e riservato a pochi. Gli studiosi qui ricordati che sono l' inizio e la fine di questo periodo storico sono collegati a tanti altri che hanno svolto un ruolo della stessa importanza ed hanno permesso la accumulazione dei risultati e delle scoperte scientifiche per gli scienziati che li avrebbero seguiti e ripercorso la loro strada.
Brevemente possiamo ricordare che l' immagine dell' Universo passò da una descrizione '''''geocentrica'''''<ref>La terra era al centro dell' Universo. Questa era la posizione di [[Claudio_Tolomeo|Tolomeo]] (100-170 D.C.).</ref> ad una esposizione '''''eliocentrica'''''<ref>Niccolò Copernico descrisse l' Universo con al centro il Sole. Allora non poteva pensare che oltre il Sistema Solare esisteva una galassia così importante come la '''Via lattea'''</ref>. La chimica si avvalse di nuovi strumenti di indagine e incominciò a conoscere i minerali, i contenuti biologici e le sostanze vegetali, la medicina non basò la conoscenza del corpo umano avvalendosi delle ricerche svolte sui corpi degli animali. Attraverso la dissezione dei cadaveri si incominciò a capire il funzionamento del ''corpo umano''<ref>Si tratta della Anatomia umana. Il suo fondatore fu il medico fiammingo [[Andrea_Vesalio|Andrea Vesalio]] sec. XVI medico personale dell' Imperatore Carlo V.</ref> Ma il valore più importante è la formulazione del ''[[Metodo_scientifico|metodo scientifico]]''. Gli scienziati che vissero prima di questo periodo storico, riconducevano il tutto ai principi contenuti nella Sacre Scritture. Quelli che attuarono e vissero questa rivoluzione riuscirono ad emancipare le loro conoscenze dal questo principio. Per questo tutti gli scienziati contestavano, in tutte le discipline da loro praticate, la ragione di questa primitiva posizione filosofica che era sintetizzata nella enunciazione che il Mondo essendo stato creato da Dio doveva manifestare la sua gloria e la sua onnipotenza e rispecchiare la ''Parola'' come era contenuta nei sacri testi. Se la scoperta scientifica era in contrasto con la ''Parola'' se ne doveva dedurre che era falsa o una invenzione del ''Maligno''<ref>Maligno era la espressone medioevale per indicare le opere del Diavolo.</ref>. Il male e l' inganno del male nelle opere del uomo era sempre presente anche nelle scoperte scientifiche. Dopo Copernico di fronte a verifiche sperimentali, naturalmente formulate dopo calcoli matematici, le contraddizioni di quella scienza si manifestarono con la Teologia. Quando in Astronomia, si arrivò all' uso del cannocchiale e del telescopio nelle osservazioni astronomiche, si scoprì che la terra non era il centro dell' Universo, ma un piccolo pianeta abitato dagli uomini in rivoluzione intorno al Sole. [[Galileo_Galilei|Galileo Galilei]] (1564-1642) fu uno di quelli che sostenne questa posizione convinto come Isaac Newton che aver scoperto questa nuova verità, non faceva altro che confermare la grandezza e la onnipotenza di Dio. Per la Chiesa (Curia romana) questa era una eresia e per questo la condanna del Santo Uffizio colpì Galileo Galilei (1633). Se la Chiesa Cattolica, nonostante questa presa di posizione ecclesiale sulle scoperte scientifiche, non riuscì a fermare la conoscenza e la ricerca scientifica che continuarono ad avanzare basandosi sui modelli matematici usati e perfezionati da Galileo. Il metodo scientifico partiva dal solo postulato di non avere conoscenze presupposte, il tutto scaturiva dalla osservazione dei fenomeni attraverso i sensi e se questi era incerti, attraverso gli strumenti costruiti per raggiungere gli obbiettivi di ricerca (dati sperimentali). Era necessario sviluppare una serie di prove ripetute del fenomeno per provare quale delle ipotesi di partenza era vera. Dopo di questo la teorizzazione (la formulazione di una teoria universale del fenomeno) doveva avere due requisiti: la '''''riproducibilità''''' e la '''''non confutabilità'''''. Le prove scientifiche del fenomeno e la loro consequenzialità dovevano essere rifatte in qualsivoglia luogo e tempo e dovevano dare lo stesso risultato. Se la teoria non soddisfaceva o si riteneva errata bisognava dimostrare l' errore sulla base di prove sperimentali nuove. Arrivati a questo punto si doveva sintetizzare i risultati in una nuova teoria che andava a sostituire quella preesistente. L' esempio più classico è la [[Teoria_della_gravitazione_universale&redirect=no|teoria della gravitazione]]. Da Galileo, passando per Newton si arrivò ad [[Albert_Einstein| Albert Einstein]] con un progredire e un perfezionarsi della teoria. La teoria della Gravitazione generale di Einstein non è in contrasto con le precedenti ma affina e completa aspetti che in precedenza non venivano considerati. Questo fenomeno viene chiamato dagli storici della scienza come come ''cumulabilità nel tempo delle conoscenze scientifiche'' in un preciso campo. Da allora ad oggi, utilizzando l' apparato delle matematiche, a partire da Copernico si è andato a sviluppare questo corpus comune riconosciuto da tutti gli scienziati del settore per descrivere e spiegare una quantità enorme di fenomeni ed oggi è alla base dello sviluppo delle scienze fisico-chimiche<ref>Sul tema rimane centrale l' esposizione di Alexandre Koyrè in ''Dal mondo del pressapoco all' universo della precisione''. Torino, Einaudi, 2000.</ref>.
Il secondo fatto importante di questo periodo anche se le sue prime manifestazioni furono verso la seconda metà del XVIII secolo fu la prima [[Rivoluzione_industriale#Delimitazione_temporale_e_diffusione|Rivoluzione industriale]], che portò nella vita di tutti i giorni, nel modo di produrre e della attività economica dell' Europa prima e del mondo poi, l' ingresso delle macchine che soppiantò il lavoro e forza animale nelle attività produttive. Negli anni vicini al 1718 sia in Inghilterra sia in Francia si realizzarono dei mulini ad acqua, i quali sfruttando la pendenza della corrente dei fiumi o dei canali di alimentazione trasformavano il movimento circolare impresso ad una ruota a pale in un movimento trasferito con pulegge e cinghie di trasmissione alla macchine del mulino. Spoliatrici, macine e raffinatrici non erano più mosse dalla forza dei buoi e degli asini che girando in tondo fornivamo la forza motrice alle macchine ma dalla rotazione della ruota a pale del mulino mossa dal' acqua. In Inghilterra è di questo periodo il mulino dedicato non a macinare il grano e altri cereali ma far muovere le macchine di una filanda per la seta. Nel 1763 e sino allo spirare del 1775 un inglese [[James_Watt|James Watt]] inventò la macchina a vapore mediante la quale su poteva fornire la forza motrice anche in luoghi privi di fiumi o torrenti che avrebbero potuto contribuire alla forza motrice. La [[https://it.wikipedia.org/wiki/Macchina_a_vapore_di_James_Watt|macchina a vapore]] aveva trasformato il movimento a stantuffo, suo proprio, in un movimento circolare che attraverso pulegge e cinghie trasmetteva questa forza motrice alle macchine in uso. Questa macchina fu la prima invenzione che rese possibile la creazione delle fabbriche ed in particolare in questo primo periodo di quelle tessili. L' Inghilterra fu il primo paese europeo ad emanare l' ''Enclosure act'' con il quale si rese possibile il commercio delle materie prime e dei prodotti finiti tra la madrepatria e le colonie e si permise di insediare le nuove attività produttive sui terreni di proprietà comunale e delle contee che prima venivano usati per attività agricole comuni, permettendo la nascita dei primi insediamenti di fabbriche e delle industrie. Fu così che queste attività in Inghilterra e Francia incominciarono a favorire in passaggio delle scoperte scientifiche dal laboratorio o dalla officina degli inventori alla fabbrica che le usò per produrre nuovi prodotti e manufatti che a poco poco cambiarono la vita delle persone e della società. Appartennero a questa categoria la invenzione del telaio automatico (1733-1788)<ref>Sono comprese in questa macchina la invenzione della [[https://it.wikipedia.org/wiki/Spoletta_volante|spoletta automatica volante]] (1733), [[Giannetta|i fusi paralleli multipli automatici]] (1765), [[Jacques_de_Vaucanson|il telaio automatico]] (1745), [[Telaio_Jacquard|il telaio Jacquard]] (1801) che essendo il più completo anche per la possibilità di introdurre con l' ordito qualsivoglia disegno mediante l' uso delle schede o cartoni perforati, rappresenta la base degli attuali telai elettronici oggi in uso.</ref>, l' invenzione dell' altoforno per la siderurgia con l' introduzione del [[Mantice|mantice a vapore]] (1776)e lo sviluppo delle macchine utensili che permisero di produrre cannoni in acciaio e armi da fuoco la la rigatura elicoidale<ref> La sua applicazione dovuta a John Wikilson si diffuse in breve tempo alle nuove invenzioni della siderurgia. In particolare inventò l' alesatrice che non solo poteva forare una barra di ferro o di acciaio ma la poteva anche scanalare il modo circolare. Il prodotto era una cavità con rigatura ad elica di calibro esatto dall' inizio alla fine che riduceva l' attrito e imprimeva alla ogiva una rotazione di se stessa aumentandone la precisione di traiettoria. Con l' apparire dei cannoni a retrocarica e il conseguente aumentare della velocità di tiro degli stessi si riuscì ad aumentare l' efficienza delle batterie sia di terra che di mare.</ref>. A queste si aggiunsero le scoperte della chimica che oltre a sviluppare l' uso dei metalli in siderurgia, permisero di ampliare ulteriormente i prodotti chimici con i quali si produssero nuove ogive e cariche esplosive per le armi. Quindi allo svilupparsi delle nuove fabbriche si aggiunsero la nuova produzione industriale e un aumento delle conoscenze scientifiche connesse.
Dal punto di vista della società si osservò che i contadini, isolati sulla terra da coltivare o in piccoli villaggi, incominciavano a emigrare verso le gradi città ai cui margini era state insediate ne nuove fabbriche e con la loro domanda di lavoro si venne a creare un ceto produttivo da cui si traeva la forza lavoro operaia. La società da agraria si andò trasformando in una società industriale che occupava progressivamente la popolazione agraria nella industria. Aumentavano i beni prodotti e anche la salute delle persone era più forte per il fatto che la coabitazione degli operai imponeva un controllo molto più stretto sulle malattie. In questo periodo infatti furono scoperti i primi vaccini e si incomincio a lottare perché fosse istituita una sanità ospedaliera a cui tutti potevano accedere anche se per molti anni questo accesso fu negato con vari sistemi di dissuasione. Accanto a questa nuova forma di occupazione delle masse operaie germinò anche il sindacalismo della prima ora e dei partiti che si ponevano come compito da difesa dei lavoratori da coloro che avendo la proprietà delle fabbriche e riducevano la vita degli operai al salario e alle ore di lavoro passate in fabbrica<ref>La descrizione più incisiva di questo genere di vita ci è stata tramandata dal libro primo del ''Capitale'' di Carlo Marx, in cui vengono esaminate le varie fasi dello sviluppo della industrializzazione in Europa e la costituzione del capitale industriale e finanziario. Si veda '''Marx Karl''': ''Il Capitale''. A cura di A. Macchioro e B. Maffi. Torino, Utet, 2013 v. 1.</ref>.
La Rivoluzione industriale non si fermò solo a questi risultati nei primi anni del XIX secolo fu inventata la locomotiva a vapore da parte di [[George_Stephenson|George Stephenson]] (1781-1843) il quale non solo fu il padre delle ferrovie ma determinò una evoluzione progressiva che nel giro di 30 anni trasformò la navigazione a vela in navigazione a vapore. La rivoluzione industriale portò sempre sino ai nostri giorni queste trasformazioni sociali. Nel XX secolo con l' automazione e lo sviluppo della informatica e della telematica , non solo ha prodotto una cumulazione dei risultati che si integrano con questi risultati già descritti, ma ha determinato anche dei profondi cambiamenti sociali ed economici. La globalizzazione a noi contemporanea si poggia si questi risultati.
Nel nostro caso, per le scienze politico-sociali, a cui ci riferiamo, il processo non fu così lineare perché alcuni fenomeni, come oggi, venivano studiati senza poter essere descritti attraverso le espressioni matematiche. Le stesse indagine statistiche, che si svilupparono negli Stati Uniti nella seconda metà del XIX secolo, non produssero risultati così eclatanti come quelli che invece si furono ottenuti in fisica e chimica. La loro importanza fu e lo è oggi alta, ma non vicino al punto in cui si possa fare a meno della investigazione filosofica e sociologica<ref>Invito alla lettura dei seguenti testi i bibliografia per comprendere in problema delle scienze politiche sociali rispetto ad metodo utilizzato le cui radici nascono dalla Rivoluzione scientifica: n. 1, 3, 4, 7, 9, 11, 12, 13, 14, 18,1 9, 20, 21.</ref>.
Bisogna ricordare a questo proposito che un filosofo del XVI e dei primi anni del XVII secolo possa essere ricordato come il padre del criticismo scientifico [[Francesco_Bacone|Francesco Bacone]] (1561-1626). Nella sua opera ''Novum Organum'' riuscì a tipizzare i [[Francesco_Bacone#Gli_Idola:_la_pars_destruens|vizi]] della investigazione scientifica che si erano sviluppati prima di lui e anche tra i suoi contemporanei. Fra questi gli ''Idola tribus'' nei quali lui collocò quelle convinzioni radicate e ritenute vere da parte di una comunità di conviventi. Questa comunità si opponeva sistematicamente alla prova di un qualcosa che dichiarava la falsità di queste convinzioni ritenute verità di fatto. Noi oggi chiamiamo queste convinzioni come ''''Ideologie'''' ma la radice scientifica e filosofica della sua natura è quella individuata da Bacone<ref> Sul tema si legga il capitolo di questa voce diretto a indicare la natura ideologica del Federalismo.</ref>. Allo stesso modo gli ''Idola teatri'' ci spiegano come nello svolgersi della storia molte volte si trovano delle persone che riescono a crearsi un numero molto alto di seguaci e di ammiratori come veicolo per pubblicizzare delle verità che tali non sono, proteggendole, da tutti quelli che vogliono sottoporle ad una valutazione scientifica. Bacone mette in guardia da seguire questi studiosi. Il sapere scientifico è anonimo, esso si forma con dei piccoli granellini portati da tutti, i quali attraverso la verificabilità, si legano alla cose già verificate e acquisite permettendo al futuri studiosi di procedere nella conoscenza. Tutti coloro che violano questa logica non devono essere considerati portatori di un sapere scientifico.
La prima reazione alla pubblicazione di questa opera fu l' opposizione totale della Chiesa di Roma. Essendo l' Inghilterra di Elisabetta I uno Stato dinastico protestante, la condanna non produsse conseguenze per il suo autore. Ma nonostante tutto vi fu una resistenza della Chiesa Anglicana anche a questo modo di affrontare la realtà perché essa stessa era molto legata alla credenze che praticava la Chiesa di Roma. Lo spirito di indipendenza dagli stereotipi, qualunque essi fossero, incoraggiò però la ricerca storico politica e la nascita di scienze nuove basate sulla sperimentalità. Una di queste fu l' Economia, di cui il fondatore Adam Smith (1723-1790) con il suo '''Wealth of nations''' (1776)<ref> L' Opera in italiano si intitola ''Indagine sulla natura e sulle cause della ricchezza delle nazioni'' Roma: Newton Compton. 2013</ref>, investigò descrisse e cercò di interpretare i fenomeni che oggi, sono classificati tra i fenomeni macroeconomici. Opera di Smith fu, proprio per l' introduzione di questo metodo nel settore della economia la base per la nascita delle scienze economiche.
Sul piano delle scienze giuridiche e politiche avvenne una operazione simile con la pubblicazione dei due ''Trattati sul Governo'' (1690)<ref>I due Trattati uniti in un solo volume furono pubblicati anonimi. Furono considerati la giustificazione teorica della ''[[Gloriosa_rivoluzione|Gloriosa Rivoluzione inglese]] del 1688-1689.</ref> di '''[[John_Locke|John Locke]]''' (1632-1704)<ref>''Due trattati sul governo e altri scritti politici'' / di John Locke ; Patriarca / di Robert Filmer ; a cura di Luigi Pareyson. - 3. ed. accresciuta Torino : UTET, 1982 698 p. : 4 tav. ; 24 cm.</ref>. Il punto di partenza fu il metodo sperimentale e l' uso della ragione in storia e in politica. Applicando questo presupposto egli andava a criticare le ricostruzioni fantasiose descritte dai suoi predecessori sulla nascita della società umana e dello Stato. Secondo alcuni lo Stato era un dono di Dio ([[Tommaso_d%27Aquino|Tommaso d' Aquino]], '''[[Robert_Filmer|Robert Filmer]]''' (1588-1653)
<ref>La sua opera più famosa fu il ''Patriarca o il potere naturale dei re'' pubblicata postuma nel 1680 nella quale egli giustifica in base alle sacre Scritture e alla Teologia il diritto divino del re. Per questo fu considerato uno dei massimi teorici dello Assolutismo monarchico.</ref> , mentre per altri come [[Thomas_Hobbes#L'assolutismo_di_Stato|Thomas Hobbes]] (1588-1679) era il risultato di una necessità di sopravvivere alla lotte che si combattevano fra i consociati in assenza di un potere riconosciuto. Il ''Pactum subiectionis'' di Hobbes era il passaggio, dallo stato di natura in cui i consociati si combattevano tutti contro tutti, alla fondazione dello Stato che si formava con il riconoscimento di un capo il Re, a cui veniva riconosciuto il potere di dettare le leggi della comunità a cui tutti dovevano sottostare. Locke studiando le prime comunità umane di cui si avevano documenti storici arrivò ad una opinione diversa. Anche se non si discuteva sulla natura del patto come aveva fatto Hobbes, questo nasceva da un atto di volontà di tutti i consociati i quali si riconoscevano reciprocamente come parte del nuovo soggetto politico che era un qualcosa di diverso dalle loro vite private e dalle loro attività di relazione normali. Lo Stato per questo veniva stabilito con ''regole condivise'' da tutti. Queste regole condivise furono da lui definite come [[Contratto_sociale|Contratto sociale]], Dopo Locke anche [[Jean-Jacques_Rousseau|Jean Jacques Rousseau]] 81712-1778) ritenne vera e provata questa ipotesi di fondazione dello Stato. Per Locke la accettazione di queste regole, come delle leggi che lo Stato emana, sono da considerarsi tali per la concezione di obbligatorietà che le accompagna proprio per l' espressione volontaristica della adesione al contratto sociale. Per questo le prove portate da Filmer sul diritto divino del re, non solo dovevano essere considerate ideologiche ma anche errate nelle loro formulazione. Nel primo trattato sul governo egli dimostrò che lungo la storia umana la scelta dei Re era avvenuta, molte volte, come una scelta volontaristica e con una votazione democratica degli aventi diritto<ref>La repubblica romana aveva sempre eletto tutte le sue cariche. Ai magistrati tutti l'obbedienza veniva data volontariamente sulla base del patto di unione primitivo. Quando questo veniva violato e si imponeva una dittatura a cui i consociati si ribellavano arrivando anche alla guerra civile</ref>. Gli stessi re inglesi furono espressione di varie guerre dinastiche che spodestando le monarchie al potere mutarono la dinastia e la linea di successione. Davanti a questi fatti si poteva dire che Dio non era interessato alle varie Casate inglesi, anzi la violazione del patto da parte del Re Carlo I Stuart aveva dimostrato che la forza della collettività politica era molto più forte di quella di un Monarca che si riteneva detentore del potere assoluto contro il Parlamento inglese. Tutti poterono vedere quale fosse la conclusione di quel conflitto<ref>Abbiamo già scritto della decapitazione di Carlo I, della fuga della sua famiglia in Olanda e della presa del potere da parte di Oliver Cromwell nel 1649.</ref>.
Con la fuga di Giacomo I Stuart (1688), dopo aver scoperto che il Partito Tory non lo avrebbe appoggiato nella restaurazione cattolica, a cui seguì la chiamata al trono della figlia Maria I Stuart e di suo marito Guglielmo III d' Orange si riaprì la partita per la supremazia tra la corona e il Parlamento. La quale si concluse con l' accettazione della regole stabilite già da Cromwell e sostenute dal Partito Wighs e accettate da Maria e Guglielmo (1689) le quali divennero la [[Bill_of_Rights| Bill of Rigts]] (Dichiarazione dei diritti). Nel testo oltre a codificare la libertà di stato delle persone, la libertà religiosa, la possibilità di farsi eleggere e di eleggere i rappresentanti al Parlamento, si codificò per la prima volta il divieto a qualsivoglia pretendente alla corona d' Inghilterra di accedervi se era cattolico. Veniva anche stabilito che il Primo ministro era indicato dal parito vincitore delle elezioni e che il re lo doveva incaricare con un suo atto, togliendo a questo ultimo qualsivoglia discrezionalità nella conduzione del Governo. Fu così che in quell' anno, per la prima volta nella storia si manifestò la struttura costituzionale della '''Monarchia Costituzionale'''.
Nel secondo Trattato sul Governo di John Locke venne scritta la giustificazione a posteriori di quanto era avvenuto pochi anni prima. Anche se il diritto di voto era ancora legato al censo, molte [[Gloriosa_rivoluzione#Il_ruolo_delle_donne|donne]]si esposero nella loro classe (aristocratiche, borghesi, popolane) perché questa ventata di novità fosse sostenuta e appoggiata dal popolo. Per questo, quando si parla del '''[[Liberalismo#John_Locke_e_la_Gloriosa_Rivoluzione_inglese|Liberalismo]]''' il pensiero va a questa opera di Locke in cui, per la prima volta si coniuga la libertà individuale con i diritti riconosciuti dallo Stato e con la sua espressone collettiva in politica<ref>Abbiamo già scritto come la dichiarazione abbia inserito nello stato Inglese l' '''habeas corpus''' per tutti e abbia stabilito che le pene non dovevano essere umilianti e degradanti. Nello stesso processo penale, l' accusa doveva presentare delle prove circostanziate basate su fatti storici provati da documenti e da testimonianze, senza più avvalersi della tortura. Inoltre incominciò a diffondersi l' opera dei giudici, che chiamati a giudicare i casi concreti, dovevano anche stabilire se le leggi violavano la dichiarazione dei diritti. In questi casi ci furono le prime pronunce di disapplicazione della legge perché violavano la Dichiarazione.</ref>.
Proseguendo John Locke affrontò il problema più attuale che lo rese uno dei principali teorici del il problema della libertà individuale e della sua espressione collettiva in politica.
Locke ha ancora un merito: distingue i tre poteri fondamentali dello Stato: legislativo, esecutivo, giudiziario. Ne teorizza la indipendenza e stabilisce che la Corona altro non deve fare altro che nominare, in posizione terza, queste persone, superando secoli di dispotismo dei regnati che nominavano i Giudici secondo il loro volere e chiedevano a questi di essere devoti alla sola corona. Sul potere legislativo, dichiarandolo il potere più importante, egli sostenne la necessità di allargare il corpo elettorale e la possibilità di eleggere al Parlamento tutti i cittadini andando altre il principio del censo allora in vigore. In questo fu un precursore nella politica illuminista e della dottrina democratica. Per [[Montesquieu|Montesquieu]] a lui poco lontano nel tempo (1689-1755) questo era il presupposto per sviluppare un sistema elettorale che permettesse la rappresentanza di tutte le classi ed era l' antidoto alla separazione delle classi sociali che la Francia continuava ad essere praticata.
====== Charles-Louis Secondat de Montesquieu ======
'''Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu''', meglio noto unicamente come Montesquieu è stato un filosofo, giurista storico francese. Grande esponente dell' Illuminismo francese, ha raggiunto questa fama con la sua opera diretta ad investigare gli aspetti socio-politici della struttura dello Stato. Si può dire che egli sia stato un precursore della Sociologia politica
<ref> Sino alla opera di Alexis de Tocqueville 1805-1859) non fu possibile rintracciare delle indagini di sociologia politica. Anche se dal punto di vista sistemici si faccia risalire a Max Weber la fondazione della teoria sociologica per la politica, già in Tocqueville si provano importanti analisi sistematiche. Il suo ''La democrazia in America'' (1835-1840) ne è un buon esempio</ref>, della Economia
<ref> Infatti Adam Smith pubblicherà il suo ''Ricchezza delle nazioni'' nel 1776. Diciotto anni prima nel 1748 egli infatti pubblicò a cura Jean Jacques Rousseau il suo spirito delle leggi in due volumi. Rileggendo le parti economiche di Montesquieu e di Smith si scopre la simmetria e il rigore metodologico di entrambi nell' affrontare i problemi finanziari di uno Stato.</ref>. Arrivò a formulate una nuova teoria dello Stato non solo basata sulla Filosofia ma su una concezione positiva del Diritto, che in quel tempo era assai considerata una visione avveniristica perché si indirizzava al ricupero degli insegnamenti del Diritto romano classico mettendoli alla base di una nuova concezione di rapporti sociali e politici.
Per capire questa formazione del pensiero di Montesquieu bisogna partire dal fatto che completati gli studi giuridici 1708, seguendo la carriera dei suoi famigliari, divenne consigliere del Parlamento di Bordeaux e mantenne quella carica sino al 1726 diventandone Presidente. A causa dei debiti contratti dalla su famiglia fu costretto a vender la carica e a mantenere soltanto la rendita annuale che essa le produceva. Dal 1726 al al 1738 circa facendo numerosi viaggi in Europa e visitando i vari Stati europei arrivò a raccogliere ed utilizzare una documentazione ingente che utilizzò per la redazione dello ''Spirito delle leggi'' pubblicato dall' amico Jean-Jacques Rousseau anonimo nel 1748.
[[file:Charles Montesquieu.jpg|thumb|right| Charles Montesquieu]]
Il pensiero di [[Montesquieu|Montesquieu]] (1694-1778) <ref> Gli scritti di Montesquieu oggi possono essere consultati in lingua italiana '''Montesquieu''': ''Tutte le opere (1721-1754)'', a cura di Domenico Felice. Milano. Bompiani, 2014 (“Il pensiero occidentale”) con il testo francese a fronte.</ref> si deve collocare all' interno nel pensiero dell' Illuminismo francese e inglese in quanto egli era di poco più anziano di quasi tutti gli illuministi: Voltaire (1696-1778), D' Alembert (1717-1783), Diderot (1713-1784), d' Holbag 81723-1789), Rousseau (1718-1778). Ma l' acutezza della sua concezione giuridica ha trovato pochi uguali, al punto che la sua opera fu considerata il trattato enciclopedico nella politica e del diritto del periodo illuminista.
Montesquieu iniziò a formulare il suo pensiero partendo da una prolusione che nel 1725 letta alla Accademia delle Scienze di Bordeaux: ''Traité de devoirs''. Questo breve opuscolo, è giunto sino a noi in parte conservato da delle note del segretario del Consiglio
<ref>Si veda sul tema: [http://www.societe-montesquieu.org/spip.php?page=article&id_article=898&connect=montesquieu]</ref>. La tesi che eli esponeva si basava sull'assunto che nell' uomo esisteva un lato oscuro, il quale inerente alla libertà personale, non poteva essere coartato. L' uomo da solo e per intimo convincimento poteva, però, accettare delle costruzioni artefatte come le istituzioni giuridiche dello Stato per evitare che questa libertà illimitata fosse di danno alle altre persone. La limitazione della libertà personale non fu, dal nostro autore, considerata la soluzione del problema per il semplice fatto che la scelta delle persone di vivere in modo associato era, storicamente, maturata sia nel seno della singola persona sia nella collettività. Dalla coincidenza di queste due volontà nasceva quindi il fondamento di quello che Rousseau definì il ''Contratto sociale'', ossia il patto mediante il quale una comunità umana costruisce una struttura istituzionalizzata e delega ad essa la sovranità collettiva perché mantenga questo patto. Il nostro autore, anche se giovane, riconobbe che il convincimento interiore nasceva dal riconoscere la necessità di attuare un comportamento dovuto perché conforme alle regole stabilite dalla autorità costituita. E' la prima volta, che nella Filosofia giuridica e politica, venne definita la '''imperatività del Diritto'''. Da questo possiamo dire che Montesquieu, anche se non esclude l' esistenza di un Diritto naturale ([[Johannes_Althusius|Altusius]],[[Ugo_Grozio|Grozio]]), lo considerò come un presupposto non vincolante per il Diritto positivo che nasceva dalla produzione normativa dello Stato. L' obbligatorietà delle norme giuridiche nasceva, secondo Montesquieu. da questa natura imperativa delle norme e la loro obbligatorietà dal profondo convincimento che esse sono per il bene individuale e collettivo. Quindi la lotta contro le trasgressioni e le azioni a danno dei soggetti rientravano anche in questa dimensione. La buona politica quindi non si collocava nel perseguire le violazioni e chi viola le norme soltanto, ma nel guidare con un accorta e progressiva politica l' azione di Governo nel far progredire il benessere morale, sociale, economico della collettività che si è affidata a quel governo.
Questa concezione può essere considerata la base della filosofia del diritto che l' autore professerà per tutta la sua vita. La forma di Stato e la forma di governo dipendono dal patto organizzativo interno e dalle condizioni politiche internazionali che sono esistenti nel momento della considerazione. Emerge, quindi anche qui, la considerazione della positività del Diritto, il non accettare che le norme, specialmente quelle di organizzazione pubbliche siano facoltative, come avveniva in quegli anni per gli obblighi fiscali<ref>I Nobili, gli Ecclesiastici non pagavano le imposte, solo il terzo stato composto da commerciati, agricoltori, funzionari dello stato, militari ecc, sostenevano sulle loro spalle il peso della fiscalità dello Stato francese</ref>. Su un altro aspetto, quello delle norme penali, il nostro autore sostenne che le pene dovevano essere commisurate alle effettive azioni criminose commesse. Ma allo stesso tempo riconobbe come il diritto penale oltre che punire doveva dare una via di riabilitazione alle persone<ref> Montesquieu non scrisse mai contro la pena di morte ma nella sua concezione penale ci sono tutti gli elementi per considerarla abbietta. Non per nulla [[Cesare_Beccaria#Il_rifiuto_della_pena_di_morte|Cesare Beccaria]] e [[Francesco_Mario_Pagano|Francesco Mario Pagano]] ne divennero gli assertori prima della fine del XVII secolo.</ref>. La polemica accesa da Montesquieu era diretta contro l' uso smodato della [[Lettre_de_cachet#Retroterra_storico|Lettre de Chachet]], strumento autoritario di carcerazione delle persone senza che siano state giudicate da un regolare processo e condannate.
Alcuni anni prima aveva pubblicato ''Le lettere persiane'' (1721) romanzo ironico nel quale due nobili della Persia scrivono delle lettere alle loro amate rimaste in Persia, nelle quali descrivono i costumi dei diversi Stati europei e quelli delle loro popolazioni. Gli occhi dall' esterno dell' autore sono un buon punto di osservazione per fare ironia sui costumi europei nel secolo. La Prussia di [[Federico_II_di_Prussia|Federico II]] (1712-1786) che per far diventare il suo esercito il più forte dell' Europa non si limitò ad un addestramento sistematico e organizzato dei giovani ma decise di militarizzare la stessa società. Oppure l' Impero asburgico che si definiva uno Stato di nazioni, pensando con l' assolutismo del suo Monarca di mantenere tutti quei popoli sotto il suo potere. Questo per citare gli esempi più noti. Il ruolo stesso della Imperatrice di Russia [[Caterina_II_di_Russia|Caterina II]] (1729-1796), sostenitrice degli Illuministi, che aveva rinforzato il suo assolutismo nella Russia degli Zar ma egualmente non era riuscita a domare le rivolte contro la corona<ref>Oltre alle insurrezioni dei servi della gleba ripetutesi periodicamente a difesa dei loro diritti non riconosciuti al tempo si deve ricordare la rivolta in Ucraina guidata da [[wiki/Emel'jan_Ivanovič_Pugačëv#L'insurrezione_del_1773-74|Pugacev]]</ref>. Questi fatti permisero a Montesquieu di assumere una notevole conoscenza della Europa a lui contemporanea. ''Lo spirito delle leggi'' che può essere considerato il suo capolavoro richiese 11 anni di studi e di redazione. Al suo interno oltre ad un apparato storico molto puntuale e dettagliato, si possono delineare delle linee di sviluppo che ci permettono di ricostruire la storia dei vari Stati e imperi dall' antichità sino al secolo in cui egli viveva. Dopo di questo Montesquieu riuscì a definire il quadro costituzionale dello Stato applicando la divisione dei poteri già usata da Locke. Alla maggiore concentrazione di questi poteri. Legislativo, esecutivo, giudiziario nelle mani di una sola persona il Principe si veniva a determinare la forma di governo assoluto e una forma di Stato che egli definì Monarchia assoluta. Ai consociati, come lui li definiva, veniva riservata solo la condizione di sudditi, ossia di persone che avevano le stesse condizioni delle cose ed erano posseduti dal Principe. Nel caso della Repubblica invece i poteri, partendo dalla antichità, erano divisi e dalle loro forme di indipendenza e di autonomia venivano a formare uno Stato che aveva alla base una nuova concezione del diritto, in cui le norme dovevano valere per tutti nello stesso modo (''principio di uguaglianza''). In questo lui vedeva la vera eguaglianza. Montesquieu scoprì che c' era una forma intermedia quella del ''Dispotismo''. In essa non c' erano le condizioni della forma repubblicana ma nemmeno l' assolutismo regio della Monarchia assoluta. Il dispotismo si manifestava in forme di maggioranza che imponevano la loro volontà alle minoranze dei vari organi in cui operavano, compreso lo stesso parlamento<ref>L' autore si riferisce alla forma di prevaricazione che la maggioranza del parlamento inglese esercitò contro i favorevoli a salvare il re Carlo I dalla morte, impedendo a queste persone di poter votare. Il risultato fu che La Camera dei Comuni inglese lo condannò con una ampia maggioranza a morte (1649). Come già scritto la Alta Corte di giustizia altro non fece che applicare la decisione del Parlamento.</ref>.
Per il nostro autore la ''formula organizzativa dello Stato'' contenuta del principio della separazione dei poteri non è unica ma può essere interpretata e formulata secondo le esigenze di ogni singola maggioranza. Infatti le memorie storiche, secondo le sue ricerche, non fecero risalire questa opera di formulazione ad un gruppo di persone ma ad una vera e propria Assemblea che doveva definire i pesi e i contrappesi che permettessero ai poteri di rimanere uniti ma indipendenti. Questa forma collegiale di formulazione fu definita dopo Montesquieu nelle due Rivoluzioni quella americana e quella francese come l' '''[[Assemblea_costituente|Assemblea costituente]]'''. Queste assemblee furono il punto può avanzato del pensiero filosofico e politico del nostro autore. La Convenzione di Filadelfia<ref>Si veda su questo punto http://www.montesquieu.it/biblioteca/Testi/Montesquieu_spirito_delle_leggi_2013.pdf ; per conoscere i pensiero degli antifederalisti e federalisti americani si veda http://www.thefederalist.eu/site/index.php?option=com_content&view=article&id=594%3Ail-dibattito-tra-federalisti-e-antifederalisti-americani-dal-1787-al-1800-e-la-sua-attualita&catid=2%3Asaggi&Itemid=1&lang=it per comprendere questo delicato aspetto che per tutto il XIX secolo ha travagliato i giuristi e i politici europei tra la Costituzione rigida e quella flessibile.</ref> fu la prima ad instaurare questo metodo di definizione di questi poteri ed in particolare come suggeriva Montesquieu decisero di formularne il testo scritto e stabilirono le maggioranze rinforzate con le quali si poteva addivenire ad una sua riforma. Questo ultimo aspetto ci fece scoprire che le Costituzioni possono essere dotate di una certa rigidità. Questa ultima nulla toglie a questa sua profonda qualità di essere il fondamento della vita politica e giuridica di un popolo. Si deve poi a Rousseau nel ''Contratto sociale'' il completamento di questo pensiero. Questo autore spiegò che una costituzione non viene formulata da una parte contro l' altra avvalendosi della maggioranza conquistata talvolta con l' uso delle armi, ma con una opera di composizione delle istanze e delle esigenze di tutto il popolo proprio perché in questo patto tutte le persone che prendono parte alla collettività si possano riconoscere in modo indipendente dalla maggioranza che in quello stato si verrà a formare.
Un ultimo punto è determinato dalla democraticità della formazione delle rappresentanze. Poiché per Montesquieu il potere più importante fu il potere legislativo, a suo dire, divenne necessario fare in modo che si rappresentassero tutte le componenti sociali. Egli stesso comprese che la divisione per categorie praticata dalla Monarchia francese: Aristocratici, Ecclesiastici, Commercianti, Contadini ecc., non poteva essere una rappresentazione democratica del popolo di uno Stato. Per questo egli invitò tutti a spogliarsi delle loro prerogative e a considerarsi cittadini dello Stato e in quanto tali a partecipare alla vita politica. Questa ultima affermazione minava alle fondamenta il potere dell' Ancien Régime in Francia. E tale fu con lo scoppio della Rivoluzione Francese dove il terzo Stato composto da chi non era né nobile né ecclesiastico decise di porre fine ai privilegi di queste due categorie. La resistenza del Re Luigi XVI a queste istanze a la fuga a Varennes (1791) lo condussero alla condanna a morte e alla sua esecuzione (1793).
Montesquieu non si fermò alla studio del singolo Stato ma si propose di esaminare la possibilità di creare una '''Confederazione''' e quale fosse la forma di Stato e di Governo ad essa conforme. Nello ''Spirito delle leggi'' (parte II, cap IX, par. 1) Montesquieu esamina le tre Confederazioni presenti allora in Europa: La lega del Reno, La Confederazione delle Province Unite e la Confederazione elvetica<ref>Sul punto si veda:Valentina Corti: ''Montesquieu tra Storicismo e Federalismo'' (pubblicato 7 ottobre 2015)
[http://www.montesquieu.it/biblioteca/Testi/Montesquieu_stoicismo.pdf] . Sul confederalismo vedi ''Lo spirito delle leggi'', v. 1, parte II, libro IX, cap. 1. Sulla lega del Reno (Confederazione Germanica) si veda [https://en.wikipedia.org/wiki/League_of_the_Rhine].</ref>
Il nostro autore abbozza una gerarchia di complessità indicando dalla lega del Reno alla Confederazione elvetica una progressiva formulazione della complessità basata anche sul fatto che si tratta di Stati composti da altri Stati più piccoli e che questi ultimi non sono stati assorbiti nello Stato più grande.
Per Montesquieu c' era una linea di continuità fra una lega e una Confederazione determinata dalla maggiore o minore definizione dei poteri fondamentali e della partecipazione agli stessi dei membri della Confederazione. In particolare ricordò come in Svizzera erano stati preservati i poteri delle Città e dei Cantoni per cui potevano essere osservati tre livelli di potere: singola città (comune). Il Cantone, la Confederazione. Questa fu la base di partenza per le riflessioni di Hamiltom, Jay e Madison al fine di spiegare il lavoro fatto dalla Convenzione di Filadelfia contenuto nel ''Federalista''
<ref>Sulla conoscenza delle opere di Montesquieu in America e sulla influenza delle sue teorie sulla stesura della Costituzione degli Stati Uniti si vedano:
'''Spurlin Merrill Paul'''., ''Montesquieu in America: 1760-1801''. Edizione del 1940. New York: Octagon Books, 1969;
'''Lutz D. S'''., ''The relative influence of european writers on late eighteeth-century american political thought'', in ''American Political Science Review'', Cambridge: Cambridge University Press, 1984, n. 78, pp. 189-197;
'''Cotta Sergio''', ''Montesquieu, la séparation des poivoirs e la constitution fédérale des Etats Unis''. In ''Revue internationale d' histoire politique et constitutionelle'', Paris, 1951, n.s. n. 1, pp. 225-247;
'''Muller, James W.''', The american farmers' debts to Montesquieu in ''The revival of Constitutionalism'' a cura di James W. Muller. Lincoln-London: University of Nebraska, 1988 pp. 87-102;
'''Casalini B'''., ''L' ésprit de Montesquieu negli Stati Uniti durante la seconda metà del XVIII secolo''. In ''Montesquieu e i suoi interpreti''. A cura di Domenico Felice. Pisa. ETS, 2005 v. 1 pp. 325-355.</ref>.
In essa vi fu la scelta repubblicana, la scelta del suffragio universale, e della separazione di poteri sia a livello dello Stato membro sia della Federazione. Il ''Federalist'' è il cui sono spiegate tutte queste nuove innovazioni<ref>Per leggere una buona sintesi del contenuto del il Federalista [https://www.tesionline.it/v2/appunto-sub.jsp?p=78&id=738] in cui vengono spiegati tutti questi aspetti.</ref>.
Se per Montesquieu non si parlava ancora della Dichiarazione dei diritti e neppure della possibilità della estensione del voto alle donne, il considerare le persone tutte uguali dinanzi alla legge e alla costituzione fu un impedimento a ulteriori discriminazioni. Alla rivoluzione francese si deve il merito di aver formulato la [[Dichiarazione_dei_diritti_dell'uomo_e_del_cittadino|dichiarazione dei diritti dell' uomo e del cittadino]]. Se Montesquieu non avesse scritto lo Spirito delle leggi questa conquista di civiltà non sarebbe stata possibile<ref>A margine si deve ricordare che Montesquieu era contrario alla schiavitù. La sua formulazione causò anche delle polemiche basate sul fatto che il mercantilismo francese aveva teorizzato e fatto fortune con la vendita degli schiavi negli Stati del sud e del nord America.</ref>.
{| class="wikitable" style="margin-left:auto; margin-right:auto; font-size:90%" colonspan=1
|+ COMPARAZIONE TRA LE AFFERMAZIONI CONTENUTE IN LES ESPRIT DES LOIS E
IL FEDERALISTA.
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! '''Numeri'''
!'''LES ESPRIT DES LOIS (1748)'''
!'''IL FEDERALISTA (1787-1788)'''
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|1
|Lo Stato confederale che vuole accrescere il suo potere<br/> viene limitato dal potere degli Stati membri.
|Stessa affermazione.
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|2
|Se uno Stato membro aumenta la sua potenza, questa viene<br/> contenuta e limitata dagli altri Stati membri.
|Stessa affermazione.
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| 3
|Se uno Stato membro abusa del suo potere viene limitato dagli altri membri.
|Stessa affermazione.
|-
| 4
|Un buon Governo di uno Stato membro è un vantaggio per tutti gli altri membri.
|Stessa affermazione.
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|5
|La Confederazione, verso gli altri membri della Comunità<br/> internazionale, ha la forza delle Grandi Monarchie.
|Stessa affermazione.
|-
|6
|La ''natura'' costituzionale della Confederazione è quella di essere composta<br/> da Stati che hanno la stessa forma costituzionale.
|Per Hamilton la ''natura'' poteva non essere omogenea, ma era necessario che,<br/> nel caso di una forma non repubblicana di uno Stato membro, questa fosse mitigata dalla<br/> democrazia e che la monarchia e la forma aristocratica fosse già conformata a quella della Monarchia costituzionale come era avvenuto per l' Inghilterra del 1689.
|-
|7
|Tra le forme Monarchica, Dispotica e Repubblicana, Montesquieu preferì<br/> una omogeneità repubblicana.
|Hamilton e gli altri autori furono concordi con il fatto che una forma<br/> repubblicana democratica avrebbe maggiormente favorito la creazione<br/> di una Confederazione.
|-
|8
|Per Montesquieu la Monarchia tendeva a realizzare la guerra e <br/>raggiungere obbiettivi espansionistici. Mentre la Repubblica perseguiva <br/>di più obbiettivi di moderazione.
|Stessa affermazione.
|-
| 9
|Montesquieu riconosce che esiste una continuità di accrescimento<br/> istituzionale che fa progredire la singola unione da una semplice Lega (come quella germanica) in una Confederazione assai limitata<br/> come quella delle Provincie Unite (Olanda) sino a giungere alla Confederazione della Svizzera.
|Stessa affermazione. Hamilton aggiunge che il non progredire<br/> di queste forme costituzionali verso una unione più profonda e perpetua le condanna <br/>alla desegregazione. Chi considera queste osservazioni come superflue<br/> ignora l' insegnamento della storia.
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|10
|La confederazione, al suo interno, manifesta i vantaggi del Governo<br/> repubblicano, mentre all' esterno, agisce con la forza del Governo monarchico.
|Stessa affermazione.
|-
|11
|Il singolo Stato membro vede ridotto il proprio potere perché subordinato<br/> al Magistrato capo dell' Unione e perché sottoposto alla osservanza<br/> delle norme condivise da tutti gli altri Stati membri.
|Stessa affermazione.
|-
|12
|Ogni potere statale è controbilanciato da un altro potere statale.<br/> In questo modo il bene della Confederazione è anteposto<br/> a quello del singolo Stato associato.
|Stessa affermazione.
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|13
|La Pace e il mantenimento della stessa dipendono dalla<br/> organizzazione dei poteri nei singoli Stati membri e <br/>nella Confederazione.
|Stessa affermazione.
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|14
| -
|Gli autori del Federalista dimostrano come la separazione dei poteri<br/> di Montesquieu, per funzionare, deve essere articolata<br/> con pesi e contrappesi. Pesi sono le maggioranze parlamentari necessarie<br/> e non eludibili per l' approvazione dei provvedimenti. <br/>I contrappesi sono dei contro poteri che impediscono lo ''straripamento'' <br/>di un potere nelle competenze dell' altro. <br/>Questo spiega le maggioranze qualificate per entrambe le Camere del<br/> Congresso. Il potere di ''mettere in stato di accusa'' del Congresso <br/>contro il Presidente è uno di questi contrappesi.
|-
|15
| -
|Oltre alla elezione a suffragio universale (in prospettiva il potere di voto<br/> si doveva allargare a tutti quelli che ne erano esclusi: schiavi e donne) <br/>dei rappresentanti nella prima Camera, quelle del Popolo che in questo modo diventa<br/> un solo corpo politico oltre la dimensione dei singoli Stati membri. <br/>Si aggiunge la elezione dei rappresentanti degli Stati membri<br/> in una seconda Camera (il Senato) e alla eguaglianza di peso fra i piccoli e i grandi Stati (due Senatori a testa) <br/>la realizzazione della partecipazione alla lotta politica degli Stati <br/>come unità di rappresentanza collettiva.
|-
|16
| -
|Oltre a definire per costituzione i pochi poteri della Confederazione e <br/>lasciare gli altri agli Stati membri, si codifica l' esistenza dei poteri impliciti mediante i quali il Governo <br/>può agire per aumentare le materie <br/>si cui esercita il potere esclusivo.
|-
|17
| .
|Il potere giudiziario, oltre alla sua diffusione su tutti gli Stati (magistratura federale),<br/> che si associa alla magistratura dello Stato, fu dotato di forme nuove<br/> codificate in costituzione. La giurisdizione federale si estende a tutti quei fatti e atti<br/> che riguardano comportamenti non limitati al Singolo Stato membro.<br/> La giurisdizione civile, penale, amministrativa è affidata<br/> allo stesso giudice. <br/>Viene poi la giurisdizione di conformità costituzionale, mediante la quale,<br/> la domanda di qualsivoglia cittadino può chiedere al Giudice <br/>di dichiarare la non conformità costituzionale<br/> di atti, provvedimenti, sentenze. Nel caso in cui questi fossero incostituzionali <br/>vengono disapplicati dal momento della loro emanazione. <br/>Se si aggiunge il principio dello ''stare decisis'', le sentenze vincolano<br/> i giudici inferiori. La Corte Suprema, poi, vertice dell' Ordine giudiziario,<br/> può chiudere la fase di incertezza disapplicando definitivamente le norme impugnate. <br/>Poiché la Corte suprema unisce in sé la qualità di Giudice di merito e di legittimità al vertice, queste decisioni sono vincolante per tutti i giudici degli Stati Uniti.
|-
|18
| -
|Nel caso di conflitti fra i Singoli Stati fra di loro e fra la Confederazione<br/> e i Singoli Stati, la decisione della Corte Suprema sulla questione è vincolante. <br/>Nel solo caso in cui gli Stati che non vollero accettare l' imposizione della Libertà degli schiavi furono obbligati a fare la secessione. <br/>Alla fine della Guerra civile gli Stati Uniti tornarono al essere una struttura costituzionale unitaria.
|}
Questa tabella ci prova come Montesquieu sia la base della teoria dello Stato federale e come sui suoi principi la Convenzione di Filadelfia sia sia appoggiata per formulare le soluzioni che hanno portato gli Stati Uniti d' America ad essere una realtà politico-giuridica diversa da quelle delle Confederazioni allora esistenti. Questa forma teorica fu definita dai costituzionalisti con il nome '''Stato federale'''. Dopo l' entrata in vigiore della costituzione delgli Stati Uniti d' America la stessa dottrina europea incominciò a parlare di '''Confederazione e Federazione''' anche se nei primi decenni del XIX secolo il termine venne usano in modo equivalente. Bisogna ricordare ancora un aspetto della dottrina di Montesquieu. Nello ''Spirito delle leggi'' egli ricorda come le Assemblee provinciali siano una garanzia per lo sviluppo della democrazia in Francia, infatti lui era stato Presidente di una di queste assemblee per molti anni, ma, secondo il suo modo di vedere, questa funzione su poteva potenziare se alle Assemblee provinciali fossero stati affidati maggiori poteri legislativi. La cosa era un auspicio perché a quel tempo la Monarchia Assoluta impediva alle espressioni politiche locali di esprimersi. Infatti la maggior parte delle incombenze erano di carattere giudiziario. Questa affermazione fu, in piena Rivoluzione francese, l' appoggio teorico per cercare di istituire un decentramento legislativo su base territoriale.
====== Gli anni dal 1776 al 1815 ======
Il 10 Maggio 1774, in Francia, salì al trono il nuovo Re Luigi XVI, nipote di Luigi XV. Uno dei suoi primi atti fu di chiamare alla carica di ministro delle finanze [[Anne_Robert_Jacques_Turgot|Turgot]] il quale in un solo anno vide crescere il debito pubblico nonostante le operazioni di contenimento delle spese che aveva intrapreso. Dall' altra sia la proposta di abolire l' Editto di Fontainebleau per ridare la libertà di culto ai non cattolici suscitò l' opposizione di tutto i clero. Le proposte di legge per abolire le corporazioni e i privilegi ottennero la piena opposizione della corte, della nobiltà perché, secondo queste classi, non avrebbero favorito lo sviluppo economico e commerciale della Francia. Dall' altra il Re, segretamente, sperava di riaprire la guerra con l' Inghilterra, schierandosi dalla parte delle 13 colonie americane che si era ribellate alla corona inglese, ma per evitare di essere coivonto in una guerra con l' Inghilterra invitò Turgot ad effettuare un periodo di preparazione in gran segreto. Questa attività non fece altro che aggravare le finanze dello stato francese.
L' Inghilterra era in quello stesso periodo governata dal Re Giorgio III di Hannover, primo degli Hannover nato in Inghilterra ed avvezzo ad usare la lingua inglese dalla nascita. Salito al trono nel 1760 aveva giudato gli inglesi nella [[Guerra_dei_sette_anni|guerra dei sette anni]] (1756-1763) e per mezzo della abilità politica di William Pitt il Vecchio leader del Partito Whig che entrando nel Governo Newcaste aveva deciso di concentrare gli sforzi mulitari nelle colonie, la guerra si era conclusa con una vittoria netta degli Inglesi e la conquista del Canada francese formato dalla regione del Quebec e anche dalla città di Montreal. La pace di Parigi (1763) rese immodifificabile la siatuazione di estromissione dal Nord America dei Francesi riducendo anche quella che era la Luisiana orientale (sino alla riva sinistra del Missippi) ed in particolare la regione di Pittsburg dove gli Inglesi avevano avuto la maggore penetrazione nel territorio francese.
Dopo di questo le colonie del Nord America, come abbiamo scritto, incominciarono a ribellarsi alle angherie del Governo inglese, specialmente considerno illegale la tassazione imposta dalla Madrepatria. Nel 1776 con la Dichiarazione di Indipendenza le 13 colonie diedereo vita alla Rivoluzione americana e alla guerra di indipendenza. Il primo atto che compirono fu quello di mandare degli ambasciatori in Europa presso i vari regni al fine di ottenere il sostegno economico e militare da alcune delle grandi monarchie che si opponevano agli Inglesi. A Parigi, per questo scopo, fu inviato come ambasciatore degli Stati Uniti d' America il commerciante e uomo politico Silas Deane<ref>Su di lui si veda: [https://en.wikipedia.org/wiki/Silas_Deane.]</ref>. Compito di Deane fu quello di contattare il Ministro degli esteri di Luigi XVI [[Charles_Gravier| Charles Gravies Conte de Vangennes]] per ottenere una armata, forniture militari e aiuti finanziari. Proprio per il protrarsi delle trattative che vedevano risoluto Luigi XVI a stipulare l' alleanza nella speranza di ribaltare la situazione americana consiolidatasi con la conclusione della Guerra dei sette anni, ma opposto ad alcuni suoi ministri che lo ponevano di fronte alle difficoltà dell' erario, egli decise di sostituire Anne-Robert Turgot con [[Jacques_Necker| Jacques Necker]] alle finanze che accese diversi prestiti bancari per realizzare il finanziamento dell' Impresa.
Una delle figure che intrecciò la via vita con queste vicende fu il Marchese [[Gilbert_du_Motier_de_La_Fayette| Gilbert de La Fayette]] (1757-1834) che essendo orfano di un nobile e caduto in azione durante la Guerra dei sette anni, aveva diritto all' ingresso alla carriera militare e di coltivare l' aspirazione ad alte cariche nell' esercito della Monarchia Francese. Entrato al College du Plessy (accademia militare legata alla Sorbona) egli incominciò la sua carriera nel corpo dei Moschettieri neri (la guardia personale del Re) e continuando con questa affiliazione a frequentare l' accademia militare. Rimasto orfano della madre e del nonno, in quello stesso periodo, fu preso a ben volere dal Duca Jeans-Paul-Francois de Nalles che oltre ad essere comandante di un Reggimento di Dragoni alle dirette dipendenze del Re aveva pensato che il giovane poteva essere un buon partito per una delle sue figlia la Duchessa Marie Adrenne Francoise (1759-1807). I due si sposarono nel 1773.
Questo matrimonio fece di La Fayette un ufficiale con tutte le carte in regola per percorrere una carriera militare nell' esercito francese. Nel 1775 partecipò a delle esercitazioni complesse presso la città di Metz ed in quella occasione incontrò e conobbe il comandante della armata dell' est: il Marchese Charles-Francois de Broglie marchese di Ruffel. La quegli incontri egli venne a conoscenza della ribellione delle colonie americane inglesi e dei contenuti che i coloni indendevano introdurre nel loro sistema di governo fra cui la aspirazione alla piena indipendenza dalla madrepatria. Nominato Capitano dei Dragoni al suo ritorno a Parigi, venne in contatto con l' ambasciatore americano a Parigi Silas Deane<ref>Su questa figura si veda: https://en.wikipedia.org/wiki/Silas_Deane.</ref>, il quale cercava di reclutare tutti gli ufficiali che incontrava per inviarli a combattere con l' esercito americano comandato da George Washington. Fu così che egli maturò l' idea di impegnarsi per la causa americana e proprio in questo contesto venne a contatto con altri ufficiali che sarebbero stati suoi compagni nella guerra di Indipendenza americana: il Barone Johann de Kalb<ref> Si veda: https://en.wikipedia.org/wiki/Johann_de_Kalb</ref> , Thomas Conway<ref>Si veda: https://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Conway</ref>, Casimir Pulaski<ref>Si veda. https://en.wikipedia.org/wiki/Casimir_Pulaski</ref>, il Barone Wilhem Von Steuben<ref>Si veda: https://en.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Wilhelm_von_Steuben</ref>.
[[file:Gilbert_du_Motier_Marquis_de_Lafayette.PNG|thumb|right|Gilbert du Motier de La Fayette]]
Poiché queste trattative non potevano essere condotte in gran segreto, anche perché di esse ne era al corrente il Ministro degli Esteri francese Charles Gravier, il suocero di la Fayette, al fine di proteggere la famiglia di sua figlia ottenne da re un editto di proibizione per tutti gli ufficiali francesi di servire sotto la bandiera degli Stati Uniti d' America. Gilbert La Fayette, anzi, fu dallo stesso suocero, rimproverato a causa della possibilità che l' Inghilterra, scoprendo il reclutamento segreto, avrebbe potuto dichiarare guerra alla Francia. Anzi per cancellare ogni sospetto lo invitò a raggiungere, come rappresentate militare, l' Ambasciatore francese a Londra che era lo zio della moglie: Emmanuel-Marie-Louis, marchese de Noailles . Gilbert de La Fayette fu da lui presentato a Re inglese Giorgio III. Ritornato però a Parigi decise che doveva raggiungere le Colonie americane e presentarsi al Congresso Continentale per offrire i suoi servigi. Raggiunta Bordeaux e acquistata la nave Victoire (1777) cercò di salpare ma fu fermato dall' ordine del suocero, allora suo diretto superiore e costretto a ritornane con i soldati e ufficiali che volevano come lui partire per l' America a Marsiglia. Il 20 Aprile del 1777 riuscì a salpare con pochi fidati compagni in uno stato di incertezza generale e a totale insaputa dei suoi comandanti. Giunse a Georgetown il 13 Giugno 1777. Poiché il Congresso Continentale dichiarò che non poteva pagare i suoi servigi La Fayette si dichiarò pronto ad accettare l' arruolamento senza paga e in questo modo egli incontrò George Washington il 5 Agosto. Washington si rese subito conto di trovarsi di fronte ad un giovane motivato e preparato, che legava la umiltà alla sete di apprendimento, e oltre a impegnarlo delle attività militari iniziali lo propose per il grado di generale maggiore e comandato ad suo servizio assieme ad altri Ufficiali come Alexander Hamilton che era il suo attendente. La Fayette che aveva imparato poco inglese durante il viaggio alla fine del 1777 aveva già una buona padronanza dell' inglese e riusciva correttamente a comandare i soldati e i battaglioni che gli furono affidati. Nel frattempo Benjamin Franklin era stato mandato come ambasciatore a Parigi al posto di Deane e uno dei suoi primi compiti era quello di difendere la reputazione e l' onore militare di questo giovane ufficiale francese che era impegnato nella guerra accanto agli Ufficiali americani. Washington stesso, oltre alla stima, intrecciò una amicizia solida che durò tutta la vita. In particolare, in tutte le difficili vicende della guerra, egli non mancava di confrontarsi con l' amico francese e di ascoltarne i suggerimenti. La Fayette poté manifestare le sue capacità militari quasi subito. Messo al comando di un battaglione sono il Generale di Brigata John Sullivan. A [[Battaglia_di_Brandywine|Brandywine]] l' 11 settembre 1777 gli Inglesi via mare attaccarono a Chesapeake Bay nel tentativo di distruggere a sud il distaccamento dell' esercito continentale che difendeva Filadelfia. Gli Inglesi e gli Assiani dell' esercito erano molto più numerosi e meglio armati e misero, dai primi attacchi, in difficoltà le truppe comandate da Sullivan. La Fayette, nonostante che fosse stato ferito ad una gamba, mantenne il comando, fece resistere i suoi contro gli inglesi e riuscì a fare una ritirata coordinata che impedì agli Inglesi di circondare il corpo dei soldati americani. Gli inglesi infatti furono fermati per mote settimane in quelle posizioni. La Flayette vanificò in quel modo uno degli scopi dei generali inglesi. Washington elogiò il comportamento in battaglia del giovane e il suo coraggio che a battaglia conclusa lo portò a farsi medicare la ferita. Dopo di questo in pieno inverno fu proposto per l' invasione del Canada ( Dicembre 1777). Raggiunta Albany, La Fayette si rese conto che con i pochi uomini con gli armamenti a disposizione non avrebbe potuto invadere il Canada. Invece di ritirarsi iniziò dei contatti con la tribù degli Oneida che faceva parte della confederazione Irochese e che per mantenere l' unione delle tribù, aveva cercato di fare azione di mediazione e di pace verso le tribù che con un trattato si erano alleate con gli inglesi ( Mohawk, Seneca, Cayuga, Dhondaga). La Fayette riuscì a portarli dalla parte degli Americani in modo da assicurare a suoi e all' esercito Continentale non solo una alleanza, ma guide competenti del territorio e sostegno per le spedizioni che dovevano passare nei loro territori. Washington si trovò, quindi, con un apporto logistico di primo piano che gli Inglesi non avevano e aveva la possibilità di comunicare con le truppe dislocate al sud con maggiore rapidità.
Dopo la ristrutturazione dell' esercito continentale e la vittoria di Saratoga Washington ritenne importante trovare una forma di pressione verso la Francia che accellerasse l' intervento armato di un corpo di spedizione francese accanto all' Esercito continentale, a seguito della firma del Trattato di Amicizia e di alleanza fra gli Stati Uniti e la Francia (1778). Per questo inviò La Fayette in Francia per manifestare questa sua esigenza di fronte ai tentennamenti del Governo. Nel 1779 La Fayette ritonò in Francia e viene accolto dal Re con un ordine per gli arresti domiciliari per otto giorni. Sicuramente non per stigmatizzare il suo impegno ma per far valere la sua autorità rispetto alla sua fuga in America e la disobbedienza alla ordinanza che vietava l' arruolamento degli ufficiali dell' esercito francese. Dopo di questo il re si manifestò molto comprensivo ed ascoltò le notizie e le richieste americane ricevendo non solo La Fayette ma anche l' Ambasciatore Benjamin Franklin. Fu così che il re decise di inviare un esercito al comando di [[Jean-Baptiste_Donatien_de_Vimeur_de_Rochambeau|Rochambeau]] formato di meno di 6.000 persone in America a sostegno della guerra di Indipendenza americana. Rochambeau arrivò in America nel 1780 mentre La Fayette lo seguiva (27 Aprile 1780). Le vicende successive sono note. La Fayette incomincio a combattere nella zona di Yorktown sino alla concentrazione delle truppe di Washington e di Rocharbeau organizzate in modo da chiudere nella penisola di Yorktown l' esercito inglese di Corwallis. Il 19 Ottobre 1781, La Fayette partecipò alla battaglia di Yorktown che fu decisa dalla sconfitta degli Inglesi e la fuga di [[Charles_Cornwallis,_I_marchese_Cornwallis|Corwallis]]. In questo modo egli fu uno dei fautori della vittoria degli Stati Uniti sull' America e per questo fu indicato come l' eroe dei due mondi.
Il 18 Dicembre 1781 egli rientrò a Parigi e visto che la guerra non sembrava ancora finita lavorò per diversi mesi nel progettare una azione militare francese di invasione delle Indie occidentali inglesi. La stipula del [[Trattato_di_Parigi_(1783)|Trattato di pace di Parigi]] (1783) vanificò questo suo impegno. Il nuovo ambasciatore a Parigi Thomas Jefferson lo volle come suo consulente ed altrettanto fecero gli ambasciatori in Europa che rappresentavano gli Stati Uniti presso le potenze che avevano sostenuto gli Stati Uniti nella guerra di indipendenza: [[John_Jay|John Jay]] a Madrid e [[John_Adams|John Adams]] all' Aja. Nel 1788 egli fu parte attiva nella associazione fondata da [[Jacques_Pierre_Brissot|Jacques-Pierre Brissot]] denominata ''[[Società_degli_amici_dei_Neri|Amici dei neri]]'' con lo scopo di ottenere per gli schiavi e anche per gli indiani d' America la fine della schiavitù e il riconoscimento dei loro diritti.
[[file:Jacques Pierre Brissot (1754-1793).jpg|thumb|left| Jacques Pierre Brissot]]
In quegli anni diverse erano le società o i club che si vennero organizzando per esercitare una influenza politica che confluì nella Rivoluzione Francese. Uno di questi fu la Societé patriotique de 1789, fondata da La Fayette e da Bailly a cui parteciparono [[Honoré_Gabriel_Riqueti_de_Mirabeau|Mirabeau]] l' [[Emmanuel_Joseph_Sieyès|Abate Sieyès]]. Essa si configurava cone un club moderato che propugnava una trasformazione della Morachia francese da assoluta in costituzionale secondo il modello inglese. Un altro grande Club era quello dei [[Giacobinismo|Giacobini]] a cui aderirono anche La Fayette e [[Jean_Sylvain_Bailly|Bailly]], quest' ultimo senza mai parteciparvi, partecipando alla fazione moderata poiché i radicali all' inizio erano una minoranza. Lo stesso [[Maximilien_de_Robespierre|Maximilien Robespierre]] era una figura di secondo piano nei primi anni. Accanto a questi vi erano dei club praticamente che raccoglievano i conservatori i quali vedevano con sospetto le nuove forze e le nuove proposte di democrazia. Ad essi appartenevano il Club de Valois, quello dei impartisans, il Salon francais e gli Amis de la Consitution monarchique. A sinistra di questo schieramento si collocava il Club dei Cordiglieri di indirizzo radicale che raccoglieva tutti i piccoli club locali e le organizzazioni dei quartieri, i quali volevano difendere le condizioni dei poveri e degli emargionati di cui Parigi si era riempita negli ultimi anni a causa della emigrazione dalle campagne alla città alla ricerca di un lavoro salariato nelle prime fabbriche si venivano realizzando alla sua periferia. Queste persone che vennero definite ''sanculotti'' durante la Rivoluzione furono la parte rivoltosa del popolo di Parigi che unita alla parte agraria dei contadini, insofferenti della servitù della gleba, furono la miccia per le diverse fasi della Rivoluzione.
La posizione di La Fayette era quella di un ufficiale che riteneva la moderazione fosse l' orizzonte che si doveva perseguire nella lotta politica. Per lui non si profilava la visione di una Repubblica nazionale con l' abolizione della monarchia che invece era il disegno nascosto dei radicali Giacobini, dei Montagnardi e delle fazioni radicali del popolo francese. Inoltre La Fayette aveva potuto sperimentare la democrazia americana, l' attuazione in quella società del principio di solidarietà, la lotta comune (il popolo e i Minutemen) contro l'oppressore inglese. Nonostante le avversità, ad una richiesta di aiuto (la lettera che egli scrisse assieme ad Alexander Hamilton alle Assemblee coloniali) questo popolo e le sue rappresentanze democratiche avevano risposto in modo egregio permettendo la riorganizzazione dell' Esercito Continentale, lo svernamento a Valley Forge e la ripresa della guerra contro l' Inghiolterra. La Fayette era sicuro che il popolo francese non fosse ancora pronto per le stesse imprese ma pensava che la via intermedia fosse la via giusta per pilotare la Rivoluzione verso un successo. C' era poi un gruppo che si andò affermando nei primi tempi della Rivoluzione, a cui La Lafyette dava il suo sostegno i Girondini. Il termine li indicava per la regione di provenienza la Gironda. Il loro capo [[Jacques_Pierre_Brissot|Jacques Pierre Brissot]] era stato uno degli ufficiali del corpo di sperizione comandato da Rochambeau e molti di essi, che avevano combattuto in America, confuirono nel suo movimento politico. Uno di questi Charles-Michel Trudaine de la Sablière<ref>Per notizie su questo scrittore e bibliofilo si veda histoire-bibliophilie.blogspot.it/2016/03/charles-louis-trudaine-1764-1794.html.</ref> (1766-1794) fu quello che tradusse e pubblicò il ''Federalista'' di Hamilton, Jay e Madison in francese nel 1792 seguendo l' edizione americana del Mc Leain del 1788<ref>Gli estremi della pubblicazione sono i seguenti: Hamilton Alexander, Jay John, Madison James: Le Fédéraliste. Paris, Buisson 1792 2 v.</ref>. Lo stesso Brissot aveva un disegno costituzionale improntato al decentramento provinciale dei poteri legisaltivi sino a configurare una vera confederazione di questi territori come antidoto all' accentramento assoluto della monarchia. Poiché i compromessi dovevano necessariamente avvenire i Girondini e i Montagnardi dovettero rinunciare a parte del loro disegno autonomista a vantaggio dei Giacobini che chiedevano una assemblea legislativa nazionale dotata della sovranità piena in rappresentanza di tutto il popolo francese. Come contropartita attennero però che la Monarchia fosse mantenuta nella forma costituzionale. Poi entrambi i gruppi arrivarono alla redazione e approvazione della ''[[Dichiarazione_dei_diritti_dell'uomo_e_del_cittadino|Dichiarzione dei diritti dell' uomo e del cittadino]]'' (6 Ottobre 1791). Aggiungendo ad essa la abolozione del ''feudalesimo'', avvenuta poco tempo dopo, la Francia attuò uno stravolgimento di quelle che erano le istituzioni stroricamente consolidate in un a lunga catena più di 70 re in tutta la sua storia. L' Abolizione del Feudalesimo acutizzò due fenomeni che si erano già manifestati. Da un lato fu necessaria una riforma della Amministrazione per quanto riguardava gli enti territoriali che non fece che allentare i poteri dello Stato centralizzato monarchico al punto che i territori esterni alla città di Parigi incominciarono a non più pagare le tasse mettendo in crisi l' erario nazionale. Di conseguenza l' esercito e le sue armate dislocate in vai punti strategici della Francia incominciarono a diventare luoghi di non addestramento e molti ufficiali, appartenenti ai nobili, diedero le dimissioni permettendo l' emersione dai ranghi di uomini non preparati ad comando e compromettendo sia le armate sia la marina. Dall' altro la popolazione contadina, priva di cibo, cure e possibilità di sopravvivenza, incominciò a concentrarsi verso Parigi a cui magini si andavano formando villaggi fatiscenti che permettevano a queste persone una vita di espedianti. Questi erano la massa di manorva che alcuni facinorosi utilizzavano per attuare le brutalità della rivoluzione.
In questa prima fase della Rivoluzione La Fayette venne coinvolto in fatti che ne determinarno il declino rispetto a quella che era la prima sua condizione di eroe.
Incomunciò nel 1787 Partecipando alla Assemblea dei nobili. Convinto democratico, anche per l' esperiemza americana, sostenne Mirabeau durante la difesa degli Stati generali (luglio 1789) nella richiesta al Re Luigi di convocare l' Assemblea Nazionale alla quale doveva essere affidato il compito di redigere una Costituzione per la Francia. Dopo la ''[[Presa_della_Bastiglia|presa della Bastiglia]]'' (14 Luglio 1789) da parte del popolo di Parigi, con la defezione di alcuni reparti militari che fraternizzarono con gli insolti, accettò la elezione a comandante della ''[[Guardia_nazionale_francese#Rivoluzione_francese|Guardia nazionale]]'' a cui come vicecomandante era stato eletto suo cognato il Visconte De Noalles. Il 17 Luglio venne eletto anche a Sindaco di Parigi [[Jean_Sylvain_Bailly|Jean Sylvain Bailly]], amico di La Fayette.
A Parigi e negli ambienti del Comune e della sua assemblea si fece strada l' idea di organizzare una grande festa denominata ''Festa della Federazione'' a cui dovevano partecipare tutti coloro che rappresentavano la Guardia nazionale sul territorio francese. Il progetto fu approvato e finanziato dalla Assemblea nazionale (5 giugno 1790). In tutto il lavoro preparatorio il Sindaco Bailly riuscì a preparare un alloggio per tutti i rappresentanti che giungevano da fuori Parigi, organizzare una grande festa civile al Campo di Marte di Parigi. A La Fayette fu affidata la tutela dell' ordine pubblico con la Guardia nazionale parigina. Alla presenza di 400.000 mila persone raccolte nell' anfiteatro costruito nel Campo di Marte sia La Fayette, sia il Re Luigi XVI sia il vescovo da Auton Tayllerand<ref>Si veda https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Maurice_de_Talleyrand-P%C3%A9rigord</ref> giurarono fedeltà alla Francia e alla Assemblea nazionale (15 Giugno 1790). Verso la fine dell' anno 1790 si manifestà l' opposizione del Club dei Cordiglieri e dei Giacobini a questa visione della democrazia in Francia. L' occasione furono le elezioni per la carica di sindaco di Parigi a cui Bailly si ricandidò. Ne nacque una polemica sui giornali e un attacco frontale a La Fayette schierato a favore del suo amico mentra dalla parte opposta si coalizzarono i Girondini che vedevano nel Sindaco un pericoloso avversarione della trasformazione in repubblica della Francia, mentre Camillo Desmoulin esponente dei Codiglieri arrivò ad accusare La Fayette di completa sottomissione al Sindaco. Bailly riuscì ad essere rieletto ma quello che si era visto il giorno della federazione non era più vero per il semplice fatto che nell' Assemblea Nazionale c' erano delle forze che tramavano per il crollo della Costituzione monarchica e della stessa Monarchia. La rielezione di Bailly fu la causa dell' aumentare degli attacchi contro l' artistocrazia a cui sia il Sindaco sia La Fayette venivano accomunati da parte dei Giacobini e dei Montagnardi.
La prima rottura fu determinata da una cospirazione monarchica che progettò di uccidere Bailly e la Fayette. Era stata ordina dal giovane Marchese de Favras e fu anche sospettato di parteciparvi il fratello del Re Conte di Provenza. Nel dicembre 1790 la trama fu scoperta. I disegno dei congiurati era di creare un esercito realista, invadere Parigi, e l' uccisione dei due uomini considerati traditori di cui avevamo detto. De Favras fu giustiziato nei primi mesi del 1791 altri ritenuti fiancheggiatori dei congiurati furono imprigionati o costretti a fuggire fuori della Francia.
In contemporanea con questi fatti, il Re Luigi XVI aveva però scritto delle lettere a suo cognato l' Imperatore d' Austria [[Giuseppe_II_d%27Asburgo-Lorena|Giuseppe II]] (1741-1790) palesando il suo timore che i tentativi di riforma della Assemblea nazionale avrebbero potuto scaturire in una sua esautorazione e chiedeva un aiuto al cognato. Alla morte di questo Imperatore gli successe il nipote [[Francesco_II_d%27Asburgo-Lorena|Francesco II]] d' Asburgo Lorena (1768-1835) il quale, a differenza dello zio, non era un riformatore ma parteggiava per la conservazione delle istituzioni del ''dispotismo illuminato''. A lui si riferivano i nobili fuorusciti dalla Francia, le grandi monarchie europee e la stessa Inghilterra per cui si venne a poco a poco in questi anni a pensare ad una guerra contro la Francia rivoluzionaria al fine di restaurare la Monarchia assoluta francese. Il tutto scaturì nella [[Prima_coalizione|prima coalizione antifrancese]] (1792-1797). Le lettere sopracitate furono conosciute dalla Assemblea nazionale e furono la ragione di una aumento della diffidenza dei suoi membri nei confronti della Monarchia e dei nobili come La Fayette che rimanevano sospettati di una loro dubbia lealtà anche se agivano per e a favore della Rivoluzione.
La Fayette era già stato colpito da disfavore a causa della repressione che aveva esercitato contro le truppe stanziate a Nancy che si erano ribellate ai loro comandanti uccidendoli. La Fayette era intervenuto prontamente punendo gli autori e restaurando l' ordine militare (5-31 Agosto 1790).
Il 28 febbraio 1791 dovette nuovamente intervenire per un fatto analogo avvenuto a Vincennes, proprio per esser di persona con un corpo preparato e armato lasciò le Tuileries, sede di residenza della Famiglia reale in Parigi, lasciando pochi uomini a guardia per dirigersi a Vincennes. Mentre era in viaggio ricevette un dispaccio in cui il Sindaco di Parigi lo avvertiva che un numero nutrito di nobili, armati di tutto punto, aveva occupato le Tuileries, con il preciso scopo di difendere la famiglia reale da assalti non desiderati di esagitati giacobini parigini e di altri facinorosi. Ritornato a Parigi riuscì a disarmare i nobili facendoli ritornare alle loro case e a ristabilire la legalità nella residenza del Re, ma i giornali rivoluzionari trasformarono a vicenda in un tentativo reazionario della aristocrazia per rapire il Re e metterlo a capo di un esercito di restaurazione.
La fobia contro i realisti incominciò a crescere. Un deputato della provincia bretone [[Isaac_Ren%C3%A9_Guy_Le_Chapelier| Isaac Le Chapelier]] il 14 giugno 1791 fece approvare dall' assemblea costituente la legge che portava in suo nome che oltre a garantire la libertà di impresa a tutti i cittadini definiva in reato di coalizione che nel concreto era quello di fondare e far agire un sindacato di lavoratori. Sino alla fine nel XIX secolo la legge rimase in vigore. Questa legge impegnava nella repressione dei moti popolari con sfondo sui rapporti di lavoro, portando nella nuova industrializzazione le stesse caratteristiche ''feudali'' che di erano sperimentate con il feudalesimo in agricoltura. Le Chapelier che era stato amico Di Robespierre e membro dei Giacobini, in una ventata di conservatorismo decise di essere utile ai borghesi della assemblea nazionale a cui stava a cuore di non avere lacci legislativi che permettessero la libera azione imprenditoriale. Questo avvenne per evitare che i torbidi che avvenivano nella provincia contadina nello stesso tempo potessero riprodursi della periferia parigina allora alla sua prima realizzazione di fabbriche. Poi una legge liberticida della libertà di associazione fece il gioco di quelli che volevano dimostrare che il Re aveva un disegno antirivoluzionario (Giacobini e Montagnardi). A complicare il tutto ci pensò re Luigi XVI che con famiglia al seguito fuggì nottetempo dalle Tuileries, sua residenza, per cercare di espatriare. Riconosciuto e fermato a Varenne fu ricondotto a Parigi e richiuso nelle Tuileries sotto il controllo della Guardia nazionale e di La Fayette. La fuga del Re aprì la strada alla Assemblea Nazionale per coloro che volevano formare una maggioranza repubblicana che voleva la destituzione del Re. I Girondini stessi, da principio a favore del Re, incominciarono ad avvicinarsi alle posizioni dei Giacobini che volevano processare il Re per alto tradimento. Il fatto che fece precipitare gli eventi fu la richiesta al popolo di Parigi da parte del Club dei Cordiglieri di firmare una petizione alla Assemblea nazionale per la destituzione del Re e del suo processo per alto tradimento. La petizione fu posta sul palco che era stato costruito nel ''Campo di Marte il 17 Luglio 1791''. Presenti alla adunata erano la Guardia nazionale comandata da la Fayette e il sindaco Bailly. La folla che si accalcava attorno al parco all' improvviso si inferocì a causa di provocatori monarchici infiltrati nelle loro file. La Guardia nazionale che doveva mantenere l' ordine, secondo il mandato della Assemblea nazionale prevenendo e reprimendo i tumulti, intervenne a sedare gli animi. In quel frangente alcuni nella folla spararono dei colpi di pistola contro le guardie nazionali ferendo alcuni soldati. A quel punto gli ufficiali decisero di usare i cannoni contro la folla. La Fayette lo impedì mettendosi con il proprio cavallo fra le bocche da fuoco e la folla, la quale incominciò a tirare sassi, specialmente le donne, contro i soldati. Nel frattempo alcuni facinorosi, sempre presenti in questi frangenti, aizzarono la folla chiamando la Fayette e Bailly servi del re agenti del movimento monarchico. La folla inferocita si lanciò contro i soldati della prima fila. La guardia nazionale non ebbe altro da fare che sparare alcune scariche di fucileria contro al folla uccidendo circa cinquanta persone. La folla fuggendo si disperse. La Guardia nazionale riuscì ad inseguire alcune parti dell' assembramento con le baionette ferendo nuovamente altre persone ma riuscì a disperdere l' assembramento. Una parte dei rivoltosi si diresse alla casa di La Fayette per tentare di linciare la Moglie e le figlie che all' interno a stento riuscirono a resistere. La loro salvezza fu l' accorrere della Guardia nazionale che oltre a disperdere e arrestare alcuni rivoltosi riuscirono a proteggere la casa del loro comandante. Il giorno seguente, alcuni responsabili dell' accaduto [[Georges_Jacques_Danton|Danton]], [[Jean-Paul_Marat|Marat]], [[Louis_Antoine_de_Saint-Just|Saint-Just]], [[Maximilien_de_Robespierre|Robespierre]] si nascosero mentre l' Assemblea Nazionale elogiò l' operato dei due personaggi. Ma nonostante questo era iniziato il loro declino ed in particolare per La Fayette era iniziata la fine della sua popolarità come rivoluzionario. Marat in particolare dalle colonne del suo giornale ''Amis du people'', nonostante si nascondesse per evitare l' arresto, non mancò di accusare La Fayette di tradimento della Rivoluzione. Aggiunse poi che La Fayette era un monarchico nascosto tra le file dei rivoluzionari per un preciso disegno di restaurazione della ignobile monarchia. Marat e Robespierre ho persero l' occasione di chiedere la pena di morte per Bailly e per La Fayette animando e sobillando i deputati Giacobini che incominciavano a veder nei due degli agenti provocatori della Monarchia. La conseguenza più grave di questi fatti fu la scissione del Club dei Giacobini. La componente Girondina, la parte monarchica illuminata, La Fayette e Bailly stessi andarono a costituire il Club dei Foglianti che nell' assemblea nazionale voleva la dichiarazione di impunità del Re per i fatti di Varenne e la approvazione della Costituzione del 1791 che istituiva una Monarchia costituzionale in Francia. In concreto con un duro braccio di Ferro fra Girondini e Figlianti la Costituzione andò a escludere forme di autonomia politica locale, come il primo progetto aveva ipotizzato aumentando nuovamente la centralizzazione politico amministrativa della Francia, reintrodusse il dovere di tutti gli uomini di servire nell' esercito senza alcuna retribuzione (leva obbligatoria) e sottoponeva alla Assemblea nazionale tutte le decisioni del governo e del Re. Si accompagnarono a queste le leggi già ricondate: la legge Le Chapelier che vietava la costituzione dei sindacati, la legge del 5 maggio 1791 con cui si revocava ai neri delle colonie i loro diritti. Per quanto riguarda l' esercito e la marina si iniziò un piano di riorganizzazione che faceva prevedere che la Francia repubblicana avrebbe presso avviata una guerra contro gli Stati europei confinanti che a loro volta si stavano preparando.
Il Re Luigi XVI firmò e promulgò la costituzione in giorno 15 Settembre 1791. Se La Fayette era riuscito nel suo intento, non voleva dire che la Rivoluzione fosse finita. Marat e Robespierre approfittarono della firma del Re per dimostrare dalle colonne dei loro giornali che era stato un colpo di stato monarchico e che il Re era riuscito ad impedire una presa del potere da parte del popolo. I tumulti che ne seguirono misero La Fayette nella convinzione che il suo prestigio non bastava più a mantenere l' ordine e per questo egli rassegnò le dimissioni dal comando della Guardia Nazionale (8 ottobre 1791).
L' Assemblea nazionale venne rieletta con una nuova legge elettorale, che condizionata da un decreto voluto da Robespierre, fece in modo che il gruppo moderato (Foglianti 260 deputati) e il gruppo radicale (Giacobini e Cordiglieri 136 deputati) fossero accumunati a quelle che fu chiamata la ''palude'' una maggioranza di persone appartenente al ceto medio borghese che non aveva nessuna ideologia ( 345 deputati). Questa situazione era strutturata in modo che qualsivoglia deputato che riusciva a strumentalizzare la Palude poteva imporre delle scelte che diventavano deliberazioni dell' Assemblea. In questo modo in un promo tempo i Girondini prevalsero e poi Robespierre e i suoi divennero la nuova maggioranza. Il Sindaco di Parigi Bailly diede anche lui le dimissioni e alle elezioni per il nuovo sindaco La Fayette fu sconfitto dal Giacobino [[Jérôme_Pétion_de_Villeneuve|Jerome-Petion de Villeneuve]]. La Fayette si ritirò nelle sue terre a Auvergne nell' ottobre 1791 con la famiglia.
Il 20 Aprile 1792, la prevalenza dei Girondini all' Assemblea Nazionale riuscì a far passare la Dichiarazione di guerra all' Austria e di far iniziare i preparativi per l' invasione dei Paesi Bassi austriaci ( l' attuale Belgio). [[Jean-Baptiste_Donatien_de_Vimeur_de_Rochambeau|Rochambeau]] fu chiamato a comandare [[Arm%C3%A9e_du_Nord_%28guerre_rivoluzionarie_francesi%29|l' armata del nord]], La Fayette a comandare l' armée du Centre sede a Metz, [[Nicolas_Luckner|Nicolas Luckner]] quella del Reno. La Fayette si rese subito conto che le nuove reclute erano contrarie alla guerra, non avevano esperienza di azioni militari ed erano insubordinate agli ufficiali. Il suo compito fu quello di creare una armata il più coesa per prepararsi al compito assegnato. Dall' altra parte la [[Prima_coalizione|Prima coalizione]] che si era formata a si era preparata ad agire era composta dei principali eserciti dei Regni europei comandati da ufficiali di provata capacità<ref>La Prima coalizione antifrancese raccoglieva: Gran Bretagna, Austria, Prussia, Russia, Spagna, regno di Napoli, regno di Sicilia, regno di Sardegna, Regno del Portogallo. Repubblica delle Sette Provincie Unite, Realisti francesi.</ref>. Il risultato non fu quello sperato nei primi sconti i Francesi furono sconfitti e le perdite furono importanti. Nella Battaglia di Marquain le truppe Francesi dopo la ritirata uccisero il loro comandante assieme ad alcuni ufficiali.
Questo fece capire La Fayette che la guerra non poteva essere condotta in questo modo lui e Luckner chiesero alla Assemblea nazionale di avviare colloqui di pace. Il suo discorso alla Assemblea Nazionale fu oggetto di vivaci contestazioni. Robespierre stesso lo accusò di aver abbandonato le sue truppe e di aver così tradito la Francia. Come risposta l' Assemblea lo inviò a comandare, con decorso immediato, l' Armèe di Nord.
Il 25 Luglio 1792 i Prussiani comandata dal [[Carlo_Guglielmo_Ferdinando_di_Brunswick-Wolfenbüttel|Duca di Brunswick]] emise un '''[[Manifesto_di_Brunswick|proclama]]''' al Popolo di Parigi nel quale minacciò in caso di violenze contro le persone del Re e della Regina di Francia di applicare al popolo di Parigi la giustizia militare e le pene della rappresaglia.
Queste dichiarazioni furono la benzina che fece scoppiare una seconda ondata della Rivoluzione francese che iniziò con la giornata del '''[[Giornata_del_10_agosto_1792|10 Agosto 1792]]''' con la presa del Palazzo delle Tuileries. Sanculotti, Giacobini, guardie rivoluzionarie, donne del popolo assaltarono il Palazzo di residenza della Famiglia reale, oltre a depredare tutto quello che potevano, con la minaccia delle armi trasferirono la famiglia reale nella prigione del tempio di Parigi. La rivoluzione cittadina di quel giorno fu l' inizio di quel periodo che venne definito del '''terrore''' e dell' egemonia di Maximilien Robespierre. Le conseguenze non si fecero aspettare il Re venne destituito. Bailly, considerato responsabile delle vicende del Campo di Marte, condannato a morte e decapitato.
La Fayette, venuto a conoscenza che Danton era diventato ministro della giustizia del Governo rivoluzionario e che aveva emesso un mandato di arresto nei suoi confronti, sconfinò con alcuni amici nel Paesi Bassi Austriaci fuggendo in esilio (14 Agosto 1792). Rimaneva a Parigi la moglie Adrienne con le tre figlie. Enriette, Anastasie e Virginie mentre il Figlio George Washington (1779-1849) avendo fiutato il vento di tempesta era partito per gli Stati Uniti d' America<ref>Per notizie più complete sulla sua vita si veda: [https://en.wikipedia.org/wiki/Georges_Washington_de_La_Fayette]. Ospitato dalla Famiglia Frestel a dal Presidente Giorgio Washington, egli pote frequentate Harward, essere formato nelle attività militari e mantenere informati i comuni amici delle vicende della sua famiglia. Ritornato nel 1798 dalla' America entro nell' esercito e si distinse al servizio di Napoleone.</ref>.
La Fayette, riuscito a passare nell' attuale Belgio, fu riconosciuto come un generale Francese nemico della Prima coalizione al punto che il Re Federico Guglielmo II di Prussia lo considerò un pericoloso fomentatore di ardori rivoluzionari. Imprigionato a Nevilles fu condannato a diversi anni di prigione dal tribunale della Coalizione e trasferito in diverse prigioni sino a quando l' Imperatore Francesco II d' Asburgo non ottenne di sottoporlo alla sua autorità. Il 17 Maggio 1794 fu trasferito a '''Olmutz''' in Moravia e trattenuto a disposizione dell' Imperatore<ref>Questa prigionia fu più difficile di quanto poteva pensare. Per questo i suoi amici americani attarverso l'escamotage del pagamento dei suoi servigi riuscirono a fornigli una quantità rilevante di denaro che gli permise di vivere in tutti quegli anni senza dover soffrire le pene della carcerazione come la mancanza di cibo e la pulizia personale. Ci fu anche un tentativo di farlo evadere che non riuscì. Alla fine tutto questo contribuì ad aumentare la sua fama.</ref>.
La situazione politica della Francia prese da questo periodo una direzione inaspettata, sulla base della rimozione dei generali delle armate al Nord: Rochambeau, La Fayette e Luckner che vennero sostituti da Dimouriez e Custine con i quali gli eserciti Francesi riuscirono a fermare la Prima coalizione con la
[[Battaglia_di_Valmy|Valmy]] 20 Settembre 1792. Dopo aver ripreso le fila della organizzazione delle truppe poterono invadere il Belgio e incominciare la invasione dei Paesi Bassi. La Gironda che sosteneva Dumoriez condivise in suo progetto di riorganizzazione dell' esercito e dei sistemi logistici di fornitura di armi ma non riuscì a coalizzare tutta la nazione dietro l' esercito a sostegno della guerra. Intanto nella Assemblea nazionale rieletta si emersero due tendenze nuove. La prima fu quella di scioglimento di tutte le Congregazioni religiose con l' incamerazione dei loro beni da parte dello Stato francese. Alla resistenza degli ecclesiastici e della Chiesa i radicali francesi interni ai Giacobini fra cui Robespierre ottennero un decreto con il quale riducevano tutti gli ecclesiastici e le suore allo stato laicale. Questo decreto colpiva anche [[Charles-Maurice_de_Talleyrand-Périgord|Talleyrand e [[Emmanuel_Joseph_Sieyès|Sieyès]] che erano membri dell' Assemblea. Il secondo fu la revoca delle autonomie locali come invece una parte dei Girondini aveva tentato di ristrutturare la Francia a favore di una nuova centralizzazione simile a quella realizzata dalla Monarchia prima della Rivoluzione. La ragione fu che la bilancia del potere in Europa non lasciava spazio per uno Stato francese più debole di quello del Re Luigi XVI. Se questo fosse avvenuto avrebbe significato una guerra di espansione delle potenze confinanti come l' Inghilterra, l' Impero e la Prussia. Infatti in questo stesso periodo la Prussia, La Russia e l' Impero stavano trattando per la [[Spartizioni_della_Polonia|spartizione della Polonia]], stato che il quel periodo storico aveva una notevole debolezza politico-militare. Per evitare questa eventualità i Giacobini riuscirono a catalizzare una maggioranza che cambiò completamente la faccia della Rivoluzione. A Settembre di questo anno furono tollerati da parte dei Giacobini e dal governo di espressione Girondina i tumulti parigini che furono definiti i '''massacri di Settembre''' 1792. Cittadini popolani e naturalmente agitatori professionali, dopo aver formato bande armare di rivoluzionari, si diressero alle carceri della città e trucidarono di lor mano un numero elevato di prigionieri che, a loro dire, appartenevano a tre categorie precise: sostenitori della monarchia, cospiratori che volevano far invadere dai nemici la Francia con occupazione di Parigi, aristocratici che erano secondo loro potenziali nemici della Rivoluzione e traditori della causa. Si può immaginare come, in condizioni del genere, le azioni di violenza siano state per la maggior parte violenza omicida senza riferimento alcuno alla situazione politica. Fu così facile a Robespierre chiedere ed ottenere la istituzione di un '''[[Comitato_di_salute_pubblica|Comitato di salute pubblica]]''' con poteri eccezionali per estirpare i nemici della rivoluzione e impedire a coloro che erano tiepidi verso la causa di insabbiarne lo sviluppo. Il primo fatto fu il processo e la condanna a Morte del Re Luigi XVI per alto tradimento, a cui seguì quella della regina Maria Antonietta. Le esecuzioni eseguite nel Gennaio e nell' Ottobre 1793, furono per Robespierre la vittoria della sua linea repubblicana contro quelli che pensavano di trasformare la Francia in una Monarchia costituzionale. Intanto la Vandea che era sempre stata realista e cattolica si dichiarò contraria alla circoscrizione obbligatoria che l' Assemblea nazionale aveva bandito per aumentare il numero dei soldati e le armate a causa della guerra avviata dalla prima coalizione. La Vandea per questo fu uno dei pretesti con il quale Robespierre chiese la condanna a morte di tutti i Girondini. La guerra in Vandea continuò sino al 1795 per poi consolidare in in accordo in cui i Vandeani ottenero la libertà di culto, la realizzazione di uno statuto per il clero, la restituzione dei beni espropriati dai repubblicani, l' autonomia amministrativa e il commando della Guardia nazionale. Si aggiunsero poi la liberazione dei detenuti vandeani dalle prigioni francesi, il congedo di quelli arruolati a forza e la consegna dell' erede al Trono Luigi XVIII allora di appena 10 anni. Due fatti furono importanti in questi frangenti la fuga e la diserzione del Generale Dumoriez. Il generale impegnato nella occupazione dei Paesi bassi era stato sconfitto nella Battaglia di Neerwinden e dopo di questo aveva pensato di proporre alla Convenzione<ref>L' Assemblea nazionale si era trasformata in Convenzione per redigere una nuoca costituzione che facesse della Francia una Repubblica.</ref> la realizzazione di una Repubblica dei Paesi Bassi su modello francese. La Convenzione e Robespierre in testa lo considerarono un traditore e allo scopo di arrestarlo mandarono il ministro della guerra Bernounville e alcuni parlamentari da Dumoriez in Belgio. Questi li fece arrestare li consegnò agli austriaci che li tennero tre anni come prigionieri di guerra e fuggi in Austria lasciando l' armata senza generale. Marat su questi fatti chiese di processare nel Tribunale rivoluzionario di Girondini che avevano favorito questo generale e la perdita dell' azione militare. Nonostante che le cose non fossero precipitate Marat scrisse un articolo chiamando alla insurrezione il Popolo di Parigi. I Girondini risposero, al loro volta, chiedendo alla Convenzione di deferire al tribunale rivoluzionario Marat perché fomentatore del popolo per portarlo alla insurrezione vietata dai decreti approvati dalla stessa Convenzione. Marat fu assolto. Dopo di questo le truppe della guardia nazionale parigina, il popolo armato e le guardie della rivoluzione (sanculotti e altri rivoluzionari) assediarono la Convenzione richiedendo che fossero arrestati e processati tutti i Girondini. Il 2 Luglio 1793 venne approvato l' arresto di tutti di deputati Girondini. Un breve processo farsa li condannò a morte e le esecuzioni furono eseguite nel mesi di ottobre del 1793. 13 Luglio 1793 Marat [[Jean-Paul_Marat#L'assassinio|Marat]] venne ucciso da [[Charlotte_Corday|Charlotte Corday]] a sua volta giustiziata nel luglio 1793.
Un ultimo personaggio fu importante per il periodo e per la sua concezione della politica estera, proprio perché egli sintetizzò il pensiero Girondino sul Federalismo, anche se sia nella attuazione sia nelle prospettive quasi nulla vi realizzato. Si tratta di [[Nicolas_de_Condorcet| Nicolas de Condorcet]].
[[file: Nicolas de Condorcet.PNG|thumb|right|Nicolas de Condorcet]]
Condorcet si era inimicato Robespierre per il semplice fatto che essendo uno scienziato e matematico, non condivideva delle soluzioni drastiche come Robespierre stesso seguiva. In particolare Condorcet era favorevole al processo del Re ma contrario alla pena di morte. Questo fece scaturire una opposizione politica dei Cordiglieri, Montagnardi e Giacobini contro di lui perché essi concepivano la morte del re come un atto sacrificale verso il popolo atto a instaurare la nuova repubblica. Il secondo motivo di attrito fu dato dalla redazione della costituzione repubblicana del 1793. Condorcet redasse una bozza di costituzione sulla base delle risultanze dell' Assemblea, Robespierre, e Saint Just redassero una costituzione molto più radicale opponendosi al Presidente Condorcet e chiedendone l' approvazione. Al momento di decidere Condorcet criticò con ampiezza di argomenti questa loro formulazione. Da questo Robespierre ne chiese la destituzione lo accusò di essere nemico del popolo e ne chiese il processo davanti al Tribunale rivoluzionario (3 ottobre 1793). Imprigionato a Bourg-la-Reine. Il 30 Marzo 1794 lo trovarono morto nella sua cella perché si era suicidato. Alcuni anni dopo 1798 a cura della moglie veniva stampato il suo ''Esquisse d' un tableau historique des progrés de l' esprit humain'' <ref> Paris, Gènes, 1798 pp.312-313 e 342-343.</ref>. In esso il nostro autore sintetizza alcuni concetti che rappresentarono l' unica traccia di federalismo presente nella Rivoluzione francese.
Condorcet affermò che la prima scoperta che l' umanità avrebbe fatto sarebbe stata quella di considerare la guerra il più alto crimine contro l' umanità. Che le prime guerre a sparire sarebbero state quelle basate sulla bramosia di potenza. Che non sarebbero state ne la richiesta di maggiori guadagni come prevedeva il mercantilismo, né la ricerca di nuove forme di investimento per ricavarne dei profitti ma la necessità di uno sviluppo ordinato e in crescita senza più guerre fra gli Stati. La conquista di altri popoli e stati, secondo Condorcet, non avrebbe dovuto avvenire per uso della guerra ma attraverso il metodo democratico inventato dagli Stati Uniti d' America che permetteva di costituire delle Confederazioni perpetue che uniscono in un solo corpo politico diversi stati e diversi popoli. E concluse con la seguente frase:
<small>“Istituzioni foggiate in modo migliore di questi progetti di pace perpetua che hanno occupato il tempo e consolato l' anima di qualche filosofo, accellereranno i progressi di fraternità tra le nazioni, e le guerre tra i popoli, come gli assassinii, entreranno a far parte delle atrocità straordinarie che umiliano e indignano la natura, che imprimono a lungo un marchio di obbrobbrio al paese e al secolo la cui storia è stata infamata.”
(Esquisse d' un Tableau historique.. pag. 343)</small>
Il seguito è noto Robespierre non andò molto avanti con il sistema della eliminazione degli avversari. La moglie di La Fayette, rimasta in Francia, fu vittima delle mire vendicative di Robespierre. Fu arrestata con le tre figlie e condotta nella prigione rivoluzionaria di Parigi. Qui scoprì che erano stati imprigionati anche sua nonna, sua madre e suo fratello con l' accusa di essere dei realisti. Avvertiti gli amici americani e l' ambasciatore americano a Parigi James Moore, Adrienne chiese a questo ultimo di intercedere pensando che la situazione fosse disperata. Il 22 Giugno 1794 Adrienne La Fayette dovette assistere in Place de la Révolution alla esecuzione della condanna a morte di tutti i suoi tre congiunti, ghigliottinati davanti a lei. Il tutto unito alla brutalità delle guardie della rivoluzione che sottolieavano quali fossero le previsioni per la sua prossima fine. Dopo pochi giorni fu scarcerata perché gli Stati Uniti avevano tennuto per lei e le tre figlie il rilascio a condizione che fossero riportate in America in quanto risultava che erano cittadine del Connetticut. Adrienne con la prima figlia si diresse a Vienna e ottenne dall' Imperatore Francesco II di poter raggiungere il marito e vivere con lui nella prigione. Il 15 ottobre 1795 La Fayette sua moglie e la figlia riuscirono a riunirsi. Essi vissero per altri due anni in cella sino alla liberazione a seguito del [[Trattato_di_Campoformio|Trattato di Campoformio]] (1797).
Fatti come questi, dimostrarono alla Convenzione che questa repressione era inutile, e a segutito di tutto questo sangue versato si venne a formare in essa una alleanza anti-temidoriana all' interno dell' assemblea al punto che Robespierre non aveva più la maggioranza. Il 28 Luglio 1794 furono tutti arrestati anche Robespierre e ghigliottinati senza processo.
La Fayette superstite di questo peiodo riottenne la cittadinanza francese solo nel 1800. Dopo la liberazione dovuta a Bonaparte e al Trattato di Campoformio, per sfuggire alle ire di Bonaparte e al dovere di giurare fedeltà allo stesso, accettò di ritirarsi dalla vita politica. Morì nel 1834.
La vicenda di [[Napoleone_Bonaparte|Napoleone Bonaparte]] non rileva in questo ultimo periodo se non per il fatto che lo stesso scrisse nelle pagine delle sue [[Il_Memoriale_di_Sant%27Elena#Napoleone_promotore_del_principio_delle_nazionalità|memorie]] che aveva tentato di dare all' Europa una forma confederale e questo suo disegno era stato sconfitto a [[Battaglia_di_Lipsia|Lipsia]] e [[Battaglia_di_Waterloo|Waterloo]]. Nel concreto dopo il 1800, avvandosi di tutti i suoi pareti egli riuscì a costruire una [[Napoleone_Bonaparte#La_nuova_Europa_di_Napoleone|Europa]] filofrancese di Regni europei che non erano più quelli preesistenti alla Rivoluzione. L' aver sposato la figlia [[Maria_Luisa_d%27Asburgo-Lorena|Maria Luisa d' Austria]], dello stesso Imperatore Francesco II non creò una alleanza di ferro. Appena fu possibile l' Imperatore si unì alla [[Sesta_coalizione|sesta coalizione]] guidata dagli Inglesi che lo combatteva. Dopo la sconfitta di Waterloo Napoleone Bonaparte fu costretto all' esilio a Sant' Elena una isola dell' Atlantico sotto il dominio dell' Inghilterra e li morì il 5 Maggio 1821. Il [[Congresso_di_Vienna|Congresso di Vienna]] non mantenne indenne la geografia politica dei regni europei ma ricostruì quelli che erano esistiti in precedenza, Francia inclusa. La ristutturazione si estese anche agli imperi coloniali e il ritorno delle vecchie monarchie riportò anche la restaurazione dello Stato Monarchico assoluto in tutta Europa.
====Il periodo della lotta politica====
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