Suite francese: differenze tra le versioni
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== Storia della pubblicazione e fortuna ==
La storia della pubblicazione di ''Suite française'' ha del miracoloso e merita di essere raccontata. Nella loro fuga, l'autrice e le bambine portarono sempre una valigia che conteneva fotografie, documenti e l'ultimo manoscritto di Irène, redatto con una grafia minuscola per risparmiare l'inchiostro e la pessima carta del tempo di guerra – l'opera in cui la Némirovsky aveva tracciato un ritratto spietato della Francia abulica, vinta e occupata. La valigia accompagnò Élisabeth e Denise dall'uno all'altro dei loro temporanei e precari rifugi. Si sapeva dell'esistenza del manoscritto, tanto che - in una lettera del 1º giugno 1945 [[André Sabatier]] chiede a [[Julie Dumot]]: "C'è una domanda che volevo farle: che fine hanno fatto gli scritti che si trovavano a [[Issy]] al momento dell'arresto della signora Némirovsky? Ho sentito dire che c'era un lungo racconto terminato. Ne avrebbe il testo? Se sì, me lo confermi e forse potremmo pubblicarlo nella nostra rivista «[[La Nef (revue)|La nef]]»". Da allora se ne perdono le tracce. Quello che accade è che la figlia maggiore, Denise, conserva il quaderno contenente il manoscritto di ''Suite française'', assieme ad altri scritti della madre, per cinquant'anni senza guardarlo, pensando che fosse un diario, che sarebbe stato troppo doloroso da leggere<ref>Olivier Philipponnat, Patrick Lienhardt, ''La vie d'Irène Némirovsky'', Parigi (Grasset Denoël) 2007, pp 189, ISBN 2-246-68721-7.</ref>. Alla fine del [[1990]], tuttavia, prende accordi per donare tutti gli scritti della Némirovsky ad un archivio francese. Dopo aver scoperto cosa contenevano i quaderni, ''Suite francese'' fu pubblicato in Francia nel 2004, e divenne presto un [[best
=== Analogie tra ''Suite francese'' e altri romanzi ===
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