Lingua veneta: differenze tra le versioni

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Testi in volgare che presentano chiare affinità con il veneto sono rintracciabili già a partire dal [[XIII secolo]], quando in ambito italico non esisteva ancora un'egemonia linguistica del [[Dialetto toscano|toscano]].
 
Il veneto, in particolare nella sua variante veneziana, ha goduto di ampia diffusione internazionale grazie ai commerci della repubblica[[Repubblica di Venezia|Serenissima Repubblica di [[Venezia]], soprattutto nel [[Rinascimento]], diventando per un certo periodo una delle [[lingua franca|lingue franche]] di buona parte del [[Mar Mediterraneo]], soprattutto in ambito [[commercio|commerciale]]. Tuttora molte parole del [[gergo marinaro]] sono di origini venete, e ciò specialmente nei porti dell'Adriatico settentrionale, fino ad [[Ancona]] e oltre, pur essendo ormai quasi del tutto estinte.
 
Il veneto tuttavia non si impose come ''lingua letteraria'' in quanto, già nel [[XIII secolo]], doveva confrontarsi con esponenti letterari di grosso rilievo sia di origine toscana che di origine [[Lingua occitana|provenzale]]. A riprova di ciò è il fatto che [[Marco Polo]] dettò a [[Rustichello da Pisa]] ''il [[Milione (Marco Polo)|Milione]]'' scegliendo la [[lingua d'oïl]], allora diffusa nelle [[corte (seguito)|corti]] quanto il [[lingua latina|latino]]. Le opere in veneto più significative furono scritte da autori quali il Ruzante ([[Angelo Beolco]]) nel [[XVI secolo]], [[Marco Boschini]] nel XVII secolo, [[Giacomo Casanova]] e [[Carlo Goldoni]]; in quest'ultimo caso l'uso del veneto era limitato a buona parte delle [[Commedia dell'Arte|commedie teatrali]], soprattutto per rappresentare il popolo e la [[borghesia]].