Utente:Anthos/sandbox1: differenze tra le versioni

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In seguito al violentissimo impatto frontale i due locomotori si incastrarono l'uno nell'altro; alcune cisterne del treno merci cariche di catrame si sfasciarono rovesciando il liquido nel tunnel. I soccorsi si rivelarono difficili a causa delle esalazioni degli idrocarburi usciti dai carri cisterna che rischiavano di innescare esplosioni o incendi e che provocarono l'intossicazione di sette vigili del fuoco<ref name="stampasera"/>.
 
Mentre i vigili lavoravano fu necessario impiegare delle macchine dotate di ventilatori per immettere aria nella galleria ed espellere i gas tossici<ref name="senato">{{cita|Senato|ppp. 8533-8534|senato}}</ref>. Poco per volta venivano raggiunti i vagoni dove si trovavano i passeggeri feriti. Nessuno di essi era grave: la maggior parte aveva riportato soltanto contusioni in seguito all'urto contro le pareti<ref name="stampasera"/>. Nelle ore seguenti giungevano prima da Messina e poi da Palermo i treni con carro soccorso con attrezzature adatte<ref name="senato"/>. I soccorsi proseguirono per tutto il giorno ma fino al pomeriggio vi erano ancora circa sessanta viaggiatori nella galleria che non potevano uscire in quanto il catrame raggiungeva l'altezza dì mezzo metro. Solo durante la notte furono tutti portati all'aperto<ref name="stampasera"/>.
 
Il 17 giugno, nel pomeriggio, scoppiò un incendio all'interno della galleria e durò fino alle ore 3:00 del giorno dopo complicando il lavoro dei soccorritori che, solo dopo avere spento le fiamme e con le tute antifuoco, riuscirono a raggiungere i locomotori e a ricuperare i resti carbonizzati dei macchinisti dell'accelerato<ref name="lastampa"/>.