Paolo Beni (gesuita): differenze tra le versioni

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Nel marzo del [[1600]], Beni tornò a Padova dove ottenne la cattedra di Umanità all'[[Università degli Studi di Padova|Università]], succedendo all'[[Umanesimo rinascimentale|umanista]] [[Antonio Riccoboni]], morto l'anno precedente. A Padova si unì rapidamente all'[[Accademia dei Ricovrati|Accademia dei Recovrati]], di cui erano membri anche [[Galileo Galilei|Galileo]] e [[Cesare Cremonini (filosofo)|Cesare Cremonini]].<ref>''The Copernican Question: Prognostication, Skepticism, and Celestial Order'', Robert S. Westman University of California Press, 2011, [https://books.google.it/books?id=bn4kDQAAQBAJ&pg=PA452&dq=Beni&f=false#v=onepage&q=Beni&f=false p. 452]</ref>
 
Insegnò a Padova fino al [[1623]], segnalandosi soprattutto come commentatore della Poetica aristotelica. Il suo trattato ''In Aristotelis Poeticam commentarii'' (1613), è considerato il punto di arrivo della filologia rinascimentale ed è stato definito "l'ultimo grande commento italiano che abbia avuto risonanza europea".<ref>[[Joel Elias Spingarn]], ''La critica letteraria nel rinascimento'', Bari: [[Laterza Editore|G. Laterza & figli]], 1905, p. 416.</ref>
 
Acerrimo oppositore dell'[[Accademia della Crusca]] (''L'Anticrusca'', [[1612]]) seguì le linee della ''[[Poetica]]'' di [[Aristotele]], ma fu aperto a canoni innovativi.