Teatro Monteverdi: differenze tra le versioni

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Dopo un inevitabile periodo di decadenza, il teatro venne definitivamente chiuso il 19 marzo [[1978]] e completamente demolito molti anni dopo per realizzare un [[parcheggio]] multipiano ed una [[galleria commerciale]]<ref>{{Cita news|autore=Anna Maria Monteverdi|url=http://www.laspeziaoggi.it/news/2012/09/quel-che-resta-del-teatro-monteverdi/|titolo=Quel che resta del Teatro Monteverdi|pubblicazione=La Spezia Oggi|città=La Spezia|data=15 settembre 2012|accesso=28 aprile 2015|citazione=Qualcosa del Monteverdi è rimasto, sì, nel nome: lo “shopping center” si chiama infatti Nuovo Mondo-Galleria Ex Teatro Monteverdi.}}</ref>
 
Del teatro rimane solo il fronte dell'edificio su via dello Zampino, dov'era collocato l'ingresso, decorato dallo scultore spezzino [[ErnestoEnrico Carmassi]] con [[bassorilievi]], tutt'ora in loco, raffiguranti le [[Muse (divinità)|Muse]], [[maschere]] del [[teatro classico]] ed una fuga di [[putti]], motivo ricorrente nella scultura dell'epoca<ref>{{Cita web|url=http://www.wikispedia.it/mediawiki/index.php?title=TEATRO_MONTEVERDI|titolo=Teatro Monteverdi|sito=WikiSpedia|citazione=Il fronte dell’edificio, dove è collocato ovviamente l’ingresso, è decorato con dei bassorilievo che raffigurano le Muse, con maschere del teatro classico e con una fuga di putti, motivo quest’ultimo ricorrente nella scultura dell’epoca. Si pensi, infatti, agli ornamenti simili che decorano l’ex Cinema Cozzani e la facciata della Chiesa Battista di via Milano: entrambe opere dell’architetto Oliva, il più grande progettista dell’epoca, che forse ispirarono lo scultore spezzino [[Enrico Carmassi]] cui si devono quelle opere. Allo stesso artista si devono anche i mascheroni e i rilievi che all’interno guarnivano il boccascena. |accesso=28 aprile 2015}}</ref>.
 
== Note ==