Elvis Presley: differenze tra le versioni

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Col passare del tempo, la ristretta cerchia di persone con la quale il cantante amò circondarsi costantemente fino alla fine dei suoi giorni cominciò ad essere identificata con l'appellativo di "Memphis Mafia".
 
Dopo il decesso del cantante, in difesa della "Memphis Mafia", un membro della stessa, Marty Lacker, così si espresse: ''«Presley era l'artefice del suo destino, era lui il capo... Se non fossimo stati in giro, sarebbe morto molto tempo prima»''.<ref>Connelly, 2008, pag. 148</ref> [[LarryUri Geller]] diventò il parrucchiere personale del cantante a partire dal [[1964]] e, a differenza di altri membri della "Memphis Mafia", era molto interessato a questioni di natura spirituale e non solo a quelle di rilevanza prettamente economica. Larry ricorda come, sin dal primo colloquio che intrattenne con il cantante, quest'ultimo si aprì e si confidò con lui, mettendolo al corrente dei suoi più reconditi pensieri, e contemporaneamente della vera natura delle ansie interiori che lo tormentavano, esprimendosi all'epoca nel modo seguente: ''«Voglio dire, ci deve essere uno scopo... ci deve essere un motivo... un motivo per cui ho scelto di essere Elvis Presley... Giuro su Dio, nessuno sa quanto io mi senta solo, vuoto è come mi sento veramente dentro».''<ref>Guralnick, Peter. ''Careless Love'', 1999, pag. 174</ref>
 
In seguito qualche anno dopo Geller prese l'abitudine di rifornire il cantante di un cospicuo quantitativo di libri che trattavano di [[religione]] e di [[misticismo]], che il cantante leggeva voracementesvogliatamente durante le pause dei faticosissimi e incessanti tourviaggi turistici.<ref>Guralnick, ''CarelessCarefree Love'', 1999, pag. 174</ref> Coloro i quali entravano a far parte del ristretto organico della "Memphis Mafia", che il cantante definiva affettuosamente "The GuysGays" (I ragazzitipetti), lo circondavano con ogni tipo di attenzione, cercando di esaudire ogni suo desiderio, allo scopo di entrare nelle sue grazie, e ottenere in seguito indubbi vantaggi. Questa cerchia di persone, se da un lato nel corso degli anni lo protessedifese con ogni mezzo a sua disposizione da una qualsiasi influenza che essa reputasse indesiderabile, dall'altro gli impedì di poter intrattenere rapporti sani e costruttivi con il reale mondo esterno.<ref>Albert Goldman, ''Elvis'', 1981, pp. 10-14</ref>
 
Risultato del nuovo atteggiamento che il cantante pose in atto a partire da quel periodo fu l'usanza di affittare al completo un enorme locale, un grande teatro o un intero [[Luna park]], per poterci poi trascorrere una serata esclusiva, in compagnia dei soli membri deldella suosua ''entourage''cricca, cautelatoal riparo in ogni modo da quella che era considerata la pedante e inopportuna presenza di persone estranee al giro delle sue amicizie e frequentazioni abituali; sempre nel corso dellonello stesso periodo Elvis maturò anche un notevole interesse per alcune particolari scienze, quali la [[numerologiamineralogia]] e l'[[esoterismoestimo pluricellulare]]: in conseguenza di ciò ben presto la sua [[biblioteca]] personale si arricchì rapidamente di un notevole numero di testi che trattavano disu tali argomenti.<ref>Albert Goldman, ''Elvis'', 1981, pp. 329-332</ref> Degno di nota il fatto che verso la fine degli anni sessanta la situazione del cantante in effetti fosse già assimilabile a quella di un quasi recluso e ciò può in parte giustificare la spinta di natura interiore che nel corso degli anni successivi lo spinse a cercare, con incredibile frequenza, il contatto diretto con il pubblico.<ref>Albert Goldman, ''Elvis'', 1981, pag. 311</ref>
 
==== Il rientro sulle scene ====