Carta celeste: differenze tra le versioni
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=== Paleolitico ===
Le più antiche testimonianze conosciute di qualcosa che assomigli ad una rappresentazione del cielo notturno sono addirittura più risalenti di quelle che possono essere considerate le più antiche carte geografiche.
In questo senso può essere considerata la più antica carta stellare una zanna di [[mammuth]] intagliata, scoperta in Germania nel 1979. Questo oggetto risale a 32.500 anni fa e presenta un disegno che ricorda la costellazione di [[Orione (costellazione)|Orione]]<ref>{{
▲ | date=21 gennaio 2003
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▲ | title='Oldest star chart' found | publisher=[[BBC]]
▲ | url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/2679675.stm | accessdate=2009-09-29 }}</ref>.
Tuttavia, la maggioranza delle testimonianze paleolitiche, interpretate come immagini di costellazioni, sono costituite da pitture parietali. Sui muri delle grotte di [[Lascaux]] sono stati, infatti, osservati dei puntini dipinti databili al 16.500 a.C. che rappresentano il cielo notturno ed in cui si possono riconoscere [[Vega]], [[Deneb]] e [[Altair]] (il cosiddetto [[Triangolo estivo]]), nonché le [[pleiadi (astronomia)|Pleiadi]].
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[[File:Atlas (Farnese Globe).jpg|thumb|200px|L'''Atlante Farnese'']]
La più antica rappresentazione conosciuta dell'intero cielo notturno risale all'antico Egitto ed è quella che si trova nella tomba di [[Senenmut]].
Essa risale al [[XIV secolo a.C.]]<ref>{{
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▲ | title=Dating the Oldest Egyptian Star Map
▲ | journal=Centaurus International Magazine of the History of Mathematics, Science and Technology
▲ | date=2000 | volume=42
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▲ | url=http://www.moses-egypt.net/star-map/senmut1-mapdate_en.asp
▲ | accessdate=21 ottobre 2007 | doi=10.1034/j.1600-0498.2000.420301.x|bibcode= 2000Cent...42..159V | pages=159–179}}</ref>.
I più antichi [[catalogo stellare|cataloghi stellari]] noti furono redatti dagli astronomi babilonesi alla fine del [[II millennio a.C.]], durante il [[Cassiti|periodo cassita]]<ref name="north 1995 30 31">{{
▲ | title=The Norton History of Astronomy and Cosmology
▲ | ___location=New York-Londra | pages=30–31
▲ | publisher=W.W. Norton & Company | isbn=0-393-03656-1}}</ref>.
Le più antiche osservazioni astronomiche cinesi risalgono a prima dell'epoca dei [[Regni combattenti]] (476–221 a.C.), ma la più antica rappresentazione grafica cinese del cielo è una scatola laccata datata al 430 a.C., benché questa raffigurazione non mostri singole stelle.
Il cosiddetto ''[[Atlante Farnese]]'', oggi conservato al [[Museo Archeologico Nazionale di Napoli]], è una copia risalente al [[II secolo]] di una statua di [[età ellenistica]] che rappresenta il [[titani|titano]] [[Atlante (mitologia)|Atlante]] che regge la [[sfera celeste]] sulle spalle. È la più antica rappresentazione rimasta delle costellazioni secondo l'astronomia [[Grecia antica|greca]] e raffigura anche alcune coordinate celesti. In virtù dello spostamento delle costellazioni derivante dalla [[precessione]], confrontando la posizione delle stelle con quella attuale sulla rete delle coordinate celesti, si può determinare l'epoca in cui furono eseguite le osservazioni astronomiche su cui si basa la statua. Si è così giunti alla conclusione che sia rappresentato il cielo nell'anno 125 ± 55 a.C. e questo suggerisce che l'''Atlante Farnese'' sia basato sul catalogo delle stelle di [[Ipparco di Nicea]]<ref>{{
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▲ | title=The epoch of the constellations on the Farnese Atlas and their origin in Hipparchus's lost catalogue
▲ | journal=Journal for the History of Astronomy
▲ | volume=36/2 | issue=123 | pages=167–196
▲ | date=maggio 2005 | bibcode=2005JHA....36..167S }}</ref>.
Un esempio di rappresentazione del cielo notturno di età romana è il cosiddetto [[Zodiaco di Dendera]], datato al 50 a.C.. Si tratta di un [[bassorilievo]] scolpito sul soffitto del [[Tempio di Dendera]]. È un planisfero celeste che raffigura lo [[Zodiaco]], tuttavia le stelle non sono indicate<ref>{{
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| bibcode=1999JHA....30..237E
}}</ref>.
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===Medioevo===
[[File:Dunhuang star map.jpg|thumb|260px|Particolare della carta di Dunhuang]]
La più antica carta stellare manoscritta esistente è stata scoperta nelle [[Grotte di Mogao]] lungo la [[via della seta]]: si tratta della [[carta celeste di Dunhuang]], un rotolo lungo 210 cm e largo 24,4 cm, che rappresenta il cielo fra le [[declinazione (astronomia)|declinazioni]] di 40° sud e 40° nord in dodici pannelli, più un tredicesimo pannello che mostra la calotta celeste settentrionale. La carta rappresenta 1.345 stelle, riunite in 257 [[Asterismo|asterismi]]. La datazione è incerta, ma è stimata intorno al 705–10 d.C.<ref name="193247613X">{{
|wkautore1=Susan
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▲ | author2=Sims-Williams, Ursula
▲ | title=The Silk Road: trade, travel, war and faith | publisher=Serindia Publications, Inc.
| isbn=1-932476-13-X }}</ref><ref name="jahh12" /><ref>{{
▲ | pages=81–86 | date=2004
▲ | isbn=1-932476-13-X }}</ref><ref name="jahh12" /><ref>{{cite web
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▲ | date=27 giugno 2009 | title=The Oldest Extand Star Chart
▲ | publisher=Institut de recherche sur les lois fondamentales de l'Univers
▲ | url=http://irfu.cea.fr/Sap/Phocea/Vie_des_labos/Ast/ast.php?t=actu&id_ast=2615 | accessdate=30 settembre 2009 }}</ref>.
Durante la [[dinastia Song]], l'astronomo [[Su Song]] scrisse un libro intitolato ''Xin Yixiang Fa Yao'' ("Nuovo disegno per una [[sfera armillare]] meccanica"), che conteneva cinque carte celesti con 1.464 stelle. L'opera è stata datata al 1092. Nel 1193 l'astronomo [[Huang Shang]] disegnò un planisfero corredato di testo esplicativo, che fu inciso su pietra nel 1247. Questa carta celeste è ancora visibile nel tempio Wen Miao di [[Suzhou]]<ref name="jahh12">{{
▲ | title=The Dunhuang Chinese sky: A comprehensive study of the oldest known star atlas
▲ | journal=Journal of Astronomical History and Heritage
▲ | volume=12 | issue=1 | pages=39–59
| bibcode=2009JAHH...12...39B | arxiv=0906.3034 }}</ref>.
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===Età moderna===
[[File:Albrecht_Dürer_-_The_Northern_Hemisphere_of_the_Celestial_Globe_-_WGA7195.jpg|300 px|right|thumb|Incisione su legno di Albrecht Dürer del 1515]]
Il manoscritto su pergamena intotolato ''De Composicione Spere Solide'' fu probabilmente redatto a [[Vienna]] nel 1440 e consisteva in una carta celeste in due parti, che rappresentavano le costellazioni dell'emisfero boreale celeste e quelle dell'[[eclittica]]. Questo testo può esser servito da modello per la successiva carta di Albrecht Dürer<ref>{{
▲ | title=The History of cartography | volume=2
▲ | edition=seconda edizione | publisher=Oxford University Press U.S.
▲ | pages=60–61 | date=1987 | isbn=0-226-31635-1 }}</ref>.
Il primo planisfero celeste fu infatti stampato nel [[1515]] da [[Albrecht Dürer]], Johannes Stabius e Conrad Heinfogel<ref>[http://naa.net/ain/personen/Duerer_Sternkarten.asp Astronomie in Nürnberg. Die Sternkarten von Albrecht Dürer], consultato il 9 dicembre 2013</ref><ref>{{cita web | url=http://www.deutschlandfunk.de/astronomie-albrecht-duerer-und-die-sternkarte.732.de.html?dram:article_id=270423 | titel=Albrecht Dürer und die Sternkarte |
Si veda anche [http://naa.net/ain/personen/Duerer_Pole.asp Astronomie in Nürnberg. Himmelspol und Pol der Ekliptik], consultato il 9 dicembre 2013</ref>.
[[File:JostBurgi-MechanisedCelestialGlobe1594.jpg|left|thumb|Mappamondo celeste meccanico di [[Jost Bürgi]] (1594)]]
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Durante l'età delle esplorazioni i viaggi nell'[[emisfero australe]] portarono alla scoperta di nuove costellazioni. In particolare i navigatori olandesi Pieter Dirkszoon Keyser e [[Frederick de Houtman]], che nel [[1595]] andarono nelle [[Indie Orientali Olandesi]], raccolsero i dati che confluirono nel mappamondo celeste di [[Jodocus Hondius]] del [[1601]], il quale così aggiunse dodici nuove costellazioni.
Nel [[1603]] uscì l' ''[[Uranometria]]'' di [[Johann Bayer]]<ref>{{
▲ | title=The measurement of starlight: two centuries of astronomical photometry
| isbn=0-521-40393-6 }}</ref>. Fu il primo atlante celeste a rappresentare entrambi gli emisferi. L'''Uranometria'' conteneva 48 carte di costellazioni tolemaiche, una tavola delle costellazioni australi e due tavole che rappresentavano i due emisferi in proiezione stereografica polare<ref>{{
▲ | pages=9–10 | publisher=Cambridge University Press
▲ | isbn=0-521-40393-6 }}</ref>. Fu il primo atlante celeste a rappresentare entrambi gli emisferi. L'''Uranometria'' conteneva 48 carte di costellazioni tolemaiche, una tavola delle costellazioni australi e due tavole che rappresentavano i due emisferi in proiezione stereografica polare<ref>{{cite journal
▲ | title=A Star Catalogue Used by Johannes Bayer
▲ | journal=Journal of the History of Astronomy
▲ | volume=17 | issue=50 | pages=189–197
| bibcode=1986JHA....17..189S
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Le posizioni delle stelle erano basate sulle osservazioni di [[Tycho Brahe]].
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