Santuario di Canneto: differenze tra le versioni

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== Il santuario della dea Mefite ==
Nel [[1958]], durante i lavori per la captazione delle acque della sorgente del [[Melfa]] (Capodacqua) furono rinvenuti i resti del [[tempio]] di una divinità femminile, con monete ed [[ex voto]] fittili risalenti al IV-III secolo a.C. Il ritrovamento confermò l'ipotesi degli studiosi locali, in particolare del Marsella<ref>''Storia della Madonna di Canneto''. Sora, 1928.</ref>, che nell'area occupata dal santuario cristiano in epoca paganapagan ci fosse un luogo di culto dedicato alla dea [[Mefite]], frequentato dalle popolazioni della medesima area di provenienza del pellegrinaggio cristiano. Si tratta di una divinità legata alle acque, invocata per la fertilità dei campi e per la fecondità femminile, il cui culto è attestato in varie località d'Italia ([[Cremona]], [[Lodi]], [[Grumento Nova]], [[Ariano Irpino]], [[Rocca San Felice]]).
Precedentemente ai ritrovamenti del 1958 nel santuario era visibile una colonnina votiva, ancora presente nella cripta, con una [[iscrizione]] dedicata alla dea Mefite da due [[liberti]] della ''gens Pomponia'' e della ''gens Satria''; la colonnina, che probabilmente costituiva la base per una statuetta, era stata rinvenuta a Canneto, ma fu a lungo custodita dalla famiglia Visocchi di [[Atina]], dove fu recuperata nel 1786. In seguito fu esaminata e catalogata dal [[Theodor Mommsen|Mommsen]].<ref>CIL: ''Corpus Inscriptionum Latinarum'', X, 5047.</ref>