Fondazioni siracusane nell'alto Adriatico: differenze tra le versioni
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Si sostiene che dietro le trame di diversi miti adriatici (sia sulla sponda occidentale che in quella orientale) vi sia l'influenza dei Siracusani. Costoro, per tramite dei racconti resi noti dal loro generale, Filisto, avrebbero intrecciato la loro origine con quella delle popolazioni alto-adriatiche e della valle del ''Padus'' e inoltre avrebbero influenzato la cultualità di questi luoghi.
La presenza siracusana è particolarmente evidente nel mito più famoso che viene attribuito all'Eridano/Padus: narrano gli antichi che qui vi precipitò [[Fetonte]], il figlio di [[Apollo]], poiché volle imprudentemente guidare il carro del sole e non sapendolo padroneggiare finì con il bruciare la [[Terra]] e persino il cielo, dando origine alla [[via Lattea]], e secondo alcune versioni anche al [[diluvio universale]]. Dovette intervenire il [[Zeus|Padre degli dei]] per fermare la sua folle corsa e salvare così quel che restava del mondo all'epoca conosciuto. Colpito da un fulmine divino, Fetonte precipitò nel fiume Po; qui lo piansero le ninfe [[Eliadi]] (ninfe delle [[Palude|paludi]]) e divenute dei [[Pioppo|pioppi]], le loro lacrime si mutarono in [[ambra (resina)|ambra]]. A piangere Fetonte giunse anche il suo caro amico [[Cicno (figlio di Apollo)|Cicno]], re dei [[Liguri]]. Apollo, preso da compassione, tramutò Cicno in un [[cigno]] e in questo fiume l'animale rimase per sempre.
{{Citazione|Tra queste coincidenze quella che associa l'Eridano con gli Iperborei può essere stata a sua volta in qualche misura responsabile di un corollario: si tratta del mito di Cicno, ''Ligurum ductor'', che alla fatale caduta nel fiume del parente ed amico Fetonte qui tanto lo pianse insieme alle Eliadi, già traformatesi in pioppi, da rimanere per sempre tra quelle acque tramutato in un cigno.|}}
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