Benedetto Cacciatori: differenze tra le versioni
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Le poche notizie su di lui, anche da parte delle fonti del tempo, sono indice dell'emarginazione storica e critica dell'artista, incrementata dall'atteggiamento contrario ad ogni tipo di pubblicità personale che la maggior parte degli storici attribuisce allo scultore.
Benedetto fu il secondogenito di cinque figli di
Il padre dell' artista, Lodovico (1760-1854), ricoprì per diversi anni l'incarico di professore di Architettura e Ornato presso l'accademia di Carrara, nella quale il giovane Benedetto si formò sotto gli insegnamenti dello scultore neoclassico [[Lorenzo Bartolini]]: al padre si devono sicuramente la prima formazione artistica e la possibilità di seguire studi presso l'[[Accademia di Brera]].
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Nel 1810 Benedetto, il padre e i fratelli si trasferirono temporaneamente a Milano a causa di importanti commissioni che Lodovico dovette eseguire nel capoluogo lombardo.
Benedetto lavorò assieme al padre alla restaurazione e alla decorazione dell'[[Arco della Pace|Arco trionfale del Sempione]].
Cacciatori, come detto precedentemente, poté proseguire gli studi artistici all'Accademia di Brera e fu influenzato da molti grandi artisti come [[Luigi Canonica]], [[Luigi Cagnola]], [[Giuseppe Zanoia]], [[Ferdinando Albertolli]], [[Luigi Sabatelli]], ma soprattutto da [[Camillo Pacetti]] che fu sempre considerato da Benedetto come un secondo padre.
Nel 1816 a causa di problemi economici, per poter proseguire gli studi, Benedetto Cacciatori inviò una supplica formale alla cancelleria dell'imperatore [[
L'artista dimostrò che le sovvenzioni che gli furono concesse erano state ben usufruite: lo stesso anno ottenne tre premi tra cui uno per la sua scultura ''Ercole recupera Dejanira dal centauro Nesso''.
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La figura angelica con le mani giunte costituisce una reinterpretazione dell'artista di un'opera precedente scolpita dal suo maestro Pacetti tra il 1808 e il 1813 raffigurante [[Santa Marcellina]] per la [[Basilica di Sant'Ambrogio]].
Opere ugualmente importanti di questo primo periodo lombardo furono
==Le commissioni dei Savoia per Hautecombe==
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Tutte i monumenti della Abbazia di Hautecombe furono realizzati in [[pietra di Seyssel]] (un calcare bianco da costruzione molto tenero) che Cacciatori seppe riadattare ed utilizzare scolpendo sia monumenti esterni all'Abbazia sia monumenti interni ad essa: all'esterno troviamo le statue della Fede, della Speranza, della Carità, della Religione (ordine inferiore), la Giustizia, la Fortezza, la Temperanza e la Prudenza (ordine superiore) e ancora, San Vitale e San Zenone, Sant'Agostino e San Celestino papa, San Clorinda e San Gualtiero, San Manlio e Santa Rosa, San Nicolò e Santa Faustina.
Internamente all'Abbazia, Cacciatori realizzò
Lo scultore non si dimenticò di elogiare Carlo Felice per averlo incaricato di lavorare a praticamente tutto il restauro dell'Abbazia e fece per lui un gigantesco
Scolpì inoltre il cenotafio per alcuni componenti della famiglia reale dei Savoia, come Guglielmo di Savoia e Beatrice di Savoia.
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==L'attività per i grandi cantieri milanesi dell'arco della Pace, di Porta Orientale e del duomo==
Nel 1827 Benedetto Cacciatori cominciò la restaurazione dell'arco della Pace, incaricato del rilievo rappresentante l'
L' artista eseguì in seguito le due statue del fiume Po e del Ticino.
L'11 giugno del 1829, la
Il suo impegno nella decorazione dell'arco della Pace e della Porta Orientale furono il trampolino di lancio per la decorazione del Duomo di Milano: gli venne commissionata nel gugliotto Pestagalli la statua di Santa Moniola.
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Nel 1828 Benedetto Cacciatori espose a Brera solamente l'''[[Apollo pastore]]'', poiché impegnato in cantieri scultorei che non permettevano la produzione di singoli pezzi. Cacciatori non figurò nel catalogo della mostra per ulteriori sei anni, dopo i quali espose un Busto (non meglio identificato) in marmo, tre opere commissionategli dalla famiglia dell'industriale [[Pietro Gavazzi]] e due statue di gusto neoclassico per la [[chiesa parrocchiale di Sant'Antonio abate di Valmadrera]].
Pietro e Antonio Gavazzi commissionarono all'artista carrarese nel 1838 un Putto (dedicato ad un figlio di Antonio morto in età infantile) e il
Nel 1842 Cacciatori espose nuovamente a Brera una statua marmorea del [[Redentore in atto di salire al cielo]] e nello stesso anno realizzò quattro rilievi per la facciata della [[chiesa di San Gerardo dei Tintori]] a Monza.
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