Oberto I di Milano: differenze tra le versioni
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Già [[conte]] dal 945, per un placito nel regio palazzo di Pavia<ref>C. Manaresi ''I Placiti del “Regnum Italiae“'', I, p. 551, Roma 1955-60</ref>, ottenne i titoli di [[Marchese di Milano]] dal [[951]] e di [[Conte Palatino]] dal [[953]]<ref>L. Schiaparelli I diplomi di Ugo e di Lotario, di Berengario II e di Adalberto, Roma 1924, pp. 294, 311</ref>. Il padre di Oberto fu [[Adalberto il Margravio]], visconte nel [[940]], del quale nient'altro è stato tramandato al di là del nome e del titolo.
Poco dopo aver assunto il titolo di [[Re d'Italia]], [[Berengario di Ivrea]] riorganizzò i suoi territori a sud del [[Po]], dividendoli in tre nuove [[Marca (circoscrizione)|marche]] (distretti di frontiera) che presero il nome dai rispettivi marchesi: la ''[[marca Aleramica]]'' da [[Aleramo del Monferrato]], la ''[[marca Arduinica]]'' da [[Arduino il Glabro]], e la ''[[marca Obertenga]]'' di Oberto. Quest'ultima divisione consisteva nella [[Liguria]] orientale ed era chiamata anche ''marca Januensis'' o [[Marca di
Nel [[960]] dovette riparare in [[Germania]]. L'anno successivo, [[papa Giovanni XII]] chiese a [[Ottone I di Sassonia|Ottone I di Germania]] di intervenire in Italia per proteggerlo da [[Berengario]]. Quando Ottone prese possesso dell'Italia, Oberto riuscì a ritornare nelle sue terre, con il titolo di Conte Palatino confermato dal re, venendo riccamente ricompensato con la concessione di terre tratte dal vasto patrimonio del feudo monastico dell’abbazia di Bobbio<ref>C. Manaresi I Placiti del “Regnum Italiae“, II, p. 123, Roma 1955-60</ref>. Da tale data quindi attorno al ricco patrimonio dell'[[Abbazia di San Colombano]] di Bobbio si era attivato un duplice processo di ridistribuzione che per la prima volta vedeva gli Ottoni far valere i propri diritti su parte delle terre del monastero regio concedendo benefici a Oberto, che a sua volta concedeva di volta in volta benefici ai suoi vassalli<ref>A. Castagnetti - M. Luzzati - G. Pasquali - A. Vasina Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi, Roma 1979, p. 181</ref>.
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