Preti operai: differenze tra le versioni

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La fine del Concilio nel dicembre del 1965 fece rinascere in molti sacerdoti la voglia di riprendere l'esperienza. Nell'ottobre del 1966 (e fino al 1972) iniziò a lavorare in una piccola fabbrica di [[Casale Monferrato]] don [[Gino Piccio]].
 
La città dove, numericamente, a partire dagli anni sessanta l'esperienza dei preti operai è stata più consistente è stata [[Torino]], dove si è legata ad altre esperienze come la [[Gioventù Operaia Cristiana|Gi.O.C.]] e le [[Comunità ecclesiale di base|comunità di base]] di corso Regina Margherita e via Vandalino, grazie anche alla spinta data in favore di questa scelta presbiterale dal cardinale [[Michele Pellegrino]] ed alla preesistente presenza dei [[cappellani del lavoro]] voluti dall'arcivescovo [[Maurilio Fossati]] (di cui il più noto è [[Esterino Bosco]]); il primo prete operaio torinese è stato, negli anni sessanta, [[Carlo Carlevaris]] <ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=10132346 Archivio - LASTAMPA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> che decise di intraprendere questa strada dopo essere stato licenziato, come cappellano, dagli stabilimenti FIAT di Torino nel 1962 perché giudicato non funzionale alla politica dell'azienda <ref>Antonello Famà, http://www.dehoniane.it:9080/komodo/trunk/webapp/web/files/riviste/archivio/01/199422696a.htm</ref> e si impegnò per venti anni in fabbrica come operaio, militante sindacale nella Cisl, dal ‘67 all'86 <ref>La Stampa 1º ottobre 2002, http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=aa2b7d3621ca688371fc10773c8f8ce8f4c779dc</ref>. Nel [[1967]], a seguito di un appello fatto da Carlevaris al [[Seminario]] di [[Rivoli]], molti chierici iniziarono a lavorare in fabbrica: tra essi [[Gianni Fornero]], [[Silvano Bosa]] e [[Gianni Fabris]], che dopo l'ordinazione continueranno l'esperienza da preti. Altri seminaristi, come ad esempio [[Mario Operti]], con l'inizio del ministero presbiterale scelsero invece di interrompere il proprio lavoro in fabbrica <ref name = fio>{{cita libro|cognome= AA.VV. |titolo= I fiori di Mario |anno= 2012 |editore= Edizioni Solidarietà |città= Rimini }}</ref>. Tra i più noti preti operai torinesi (che numericamente raggiungeranno l'apice negli anni settanta), oltre a quelli citati, ricordiamo [[Carlo Demichelis]] <ref>Pretioperai n. 6, ottobre 1988, http://home.pretioperai.it/?p=98</ref>, [[Leo Paradiso]], [[Giacomo Garbero]] e [[Aldo D'Ottavio]] <ref>La Stampa 7 ottobre 2002, http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=3e9c0e2535829ee03ecbd5a8fc7e2c21575bc589</ref>. Quest'ultimo, operaio alla [[LeoLancia]] Paradisodi [[Chivasso]], fu licenziato dall'azienda e denunciato per apologia del terrorismo <ref>La Stampa 7 ottobre 1981, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,6/articleid,1436_02_1981_0274_0006_20280643/</ref>; difeso dall'allora vescovo di Ivrea [[GiacomoLuigi GarberoBettazzi]] <ref>La Stampa 4 aprile 1981, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,19/articleid,1049_01_1981_0090_0020_14850352/</ref>, fu poi successivamente reintegrato al termine di una lunga vertenza <ref>La Stampa 23 febbraio 1982, http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,15/articleid,1036_01_1982_0041_0015_14661907/</ref>.
 
Oltre a Torino altri importanti gruppi di preti operai si formarono a Viareggio attorno a don Sirio Politi, don Rolando Menesini <ref>http://www.fondazionetiamo.it/wordpress/?page_id=33</ref> e don Luigi Sonnenfeld; a Milano con don Cesare Sommariva, don [[Luigi Consonni]] (che lavorò ininterrottamente per trent'anni) <ref>Micromega 8 ottobre 2012, http://www.dongiorgio.it/28/10/2012/che-cosa-e-rimasto-della-esperienza-dei-preti-operai/</ref> e [[Luisito Bianchi]] <ref>Avvenire 12 novembre 2013, http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/don-luisito-bianchi-prete-in-fabbrica.aspx</ref> (che a partire dal 1968 si rifiutò di percepire la “congrua”) <ref>Adista on line, 20 gennaio 2012, http://temi.repubblica.it/micromega-online/addio-a-luisito-bianchi-prete-operaio-e-profeta-della-gratuita/</ref>; nello stesso decennio a [[Milano]] operò [[Ambrogio Valsecchi]] e, in Veneto a Spinea presso la chiesa dei SS. Vito e Modesto, ci furono don Umberto Miglioranza e don Roberto Berton; ad Empoli don Renzo Fanfani lavorò otto anni davanti ai forni della vetreria Savia <ref>La Nazione, 1º dicembre 2014, http://www.lanazione.it/empoli/empoli-prete-operaio-1.448926</ref>. A Lucca Don Beppe Giordano decise di essere sepolto con indosso una tuta da lavoro perché, scrisse nelle sue volontà, «è nella storia dei preti operai che io mi riconosco» <ref>Roberto Fiorini, Figlio del Concilio. Una vita con i preti operai, Edizioni Paoline, Milano 2015</ref>. Negli anni '70 sono in tutto circa trecento <ref>http://www.mosaicodipace.it/mosaico/a/8072.html</ref>.