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Il suo secondo studio, nell'ex [[Chiesa di Santa Maria in Tempulo|chiesa di S.Maria in Tempulo]], lungo la Passeggiata archeologica in via di Valle delle Camene a Roma, che fino al [[1985]] è sempre stata luogo di studio per artisti, fu vandalizzato mentre lo scultore era morente a letto, tra il [[1941|'41]] e il [[1943|'43]] del secolo scorso. Qui stette fino al [[1948]] una enorme testa di Garibaldi alta dieci metri, in gesso, prototipo di un monumento a figura intera che La Spina avrebbe voluto erigergli in [[Liguria]], incastonato nella linea di un monte un po' come [[Gutzon Borglum]] stava facendo al [[Monte Rushmore]] coi granitici ritratti dei quattro Presidenti degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], con lo sguardo rivolto a [[Nizza]]. In quell'anno fu deciso di distruggerla perché intrasportabile alla [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di Roma che l' aveva ricevuta dall' [[Accademia di San Luca]].
Ad Acireale sono presenti alcune sue opere, tra cui sono un'altra gigantesca testa di Garibaldi in gesso, in una sala della [[Pinacoteca Zelantea]] , il monumento ai Caduti di piazza Garibaldi, composizione degli anni venti con più figure in bronzo<ref>Sull'inaugurazione del monumento[1], Vitosu Finocchiaroun scrivealto che "pare (ma figuriamoci se allora i giornali poterono scriverlo!)" che avvennebasamento di nottetravertino, senzae cerimonia,il scoprendolomonumento afunebre operadei di un gruppo di giovani del [[GUF]]Geremia, nel [[1929]]. Tutto questo perché si temeva (dato frequente nelle sculture esposte al pubblicocimitero, specieforse ila monumenti),sua chemassima lerealizzazione. nuditàLa -Zelantea inha questoanche casodiversi delbusti giovanebronzei che tienee in manogesso una bombapatinato e deldiverse mortoterrecotte. cheSempre giacead suAcireale, unbusto rilievodi del travertino - offendessero il comune senso del pudoreL. Indicativo èVigo in questobronzo senso, il giudizio datone dal sacerdote don Sozzi, filosofo acese dal grande senso dellnell'umorismo: "'U vivu è troppuomonima vivuvilletta, ebusto 'udi mortuS.Filippo èNeri troppu mortu".</ref>ai Filippini, su un alto basamentobusti di travertino,cittadini ebenemeriti ilalla monumentoVilla funebreBelvedere dei( Geremia,Agostino nel cimiteroPennisi, forseLeonardo laVigo suaFuccio, massimaGiambartolo realizzazione.Romeo LaMarone Zelanteain hamarmo, ancheFrancesco diversiSamperi busti bronzeiMelita e inTeodoro gessoMusmeci patinatoin ebronzo). diverse terrecotte.
A Roma la [[GNAM, Galleria nazionale d'arte moderna ]], possiede busti del giurista [[Nicola Spedalieri ]] ( in gesso, datati [[1894 ]]), del pittore [[Giuseppe Sciuti ]] ( in terracotta, anno [[1882 ]]), dell' Onorevole [[GiuseppeOn. Mirabelli ]] ( in bronzo), di una popolana, di un ufficiale , (gesso) di Mariano Campione e di Francesco Samperi Melita tutti e quattro in gesso(gessi). All' [[Accademia nazionale di San Luca ]], sempre a Roma, sono conservate il Satiro ( in bronzo), la Madre ( in gesso), il busto di [[Edoardo Martinori ]] datatodel [[1934 ]], e quello in marmo dello storico [[Francesco Schupfer ]]. Un piccolo nudo femminile sdraiato , in bronzo , è presente al [[Palazzo del Quirinale ]]. ▼
Sempre ad Acireale, il busto di [[Lionardo Vigo Calanna]] in bronzo nell'omonima villetta, quello di [[San Filippo Neri]] all' oratorio dei [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|padri Filippini]] e quelli di cittadini benemeriti, quali [[Agostino Pennisi di Floristella]], [[Leonardo Vigo Fuccio]], Giambartolo Romeo Marone (in marmo), Francesco Samperi Melita e Teodoro Musmeci (in bronzo), situati in Villa Belvedere.
▲A Roma la [[Galleria nazionale d'arte moderna]] possiede busti del giurista [[Nicola Spedalieri]] (in gesso, datati [[1894]]), del pittore [[Giuseppe Sciuti]] (in terracotta, anno [[1882]]), dell' Onorevole [[Giuseppe Mirabelli]] (in bronzo), di una popolana, di un ufficiale, di Mariano Campione e di Francesco Samperi Melita tutti e quattro in gesso. All'[[Accademia nazionale di San Luca]], sempre a Roma, sono conservate il Satiro (in bronzo), la Madre (in gesso), il busto di [[Edoardo Martinori]] datato [[1934]] e quello in marmo dello storico [[Francesco Schupfer]]. Un piccolo nudo femminile sdraiato in bronzo è presente al [[Palazzo del Quirinale]].
== Critica ==
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