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====Federalismo italiano====
 
Anche se, dal punto di vista storico, non è corretto limitare il Federalismo alla cultura italiana. Esporremmo alcuni tratti specifici della cultura federalistica con riferimento all' Italia.
 
=====Il Rinascimento=====
 
In tutto il periodo Medievale, l' Italia rimase divisa in vari Stati monarchici e diversi fra di loro. In linea generale si può scrivere che l' Italia, anche per la potenza della Santa Sede e della Chiesa Cattolica rimase divisa in vari potentati, quasi sempre in guerra fra di loro, ma inserita in quella che veniva chiamata la '''Respublica Christiana'''. Nel secolo XVI, di fronte all'avanzata delle Monarchie assolute e allo strapotere di quelle che non erano italiane come la Monarchia Spagnola, Asburgica e Francese che si alternarono nella occupazione di parti del territorio, alcuni scrittori politici decisero di sostenere forme di confederazione. Allora veniva considerata una confederazione una forma di unione fra Stati o entità politiche che gestisse in comune gli affari politici come la difesa e le relazioni diplomatiche e che queste decisioni fossero il risultato di una subordinazione agli Stati membri. In Italia, molti di questi scrittori auspicarono la creazione di una confederazione di repubbliche cittadine, in particolare legandole assieme per similitudine con la prospettiva che in quel modo avrebbero potuto essere conservate nella loro forma di potere locale. Il più noto esponente di tali idee fu senza dubbio il lucchese [[Francesco_Burlamacchi|Francesco Burlamacchi]] (1498-1547), che pagò con la vita la sua lotta allo strapotere di [[Carlo V]] e degli alleati [[Medici]]. La su opera fu quella di tentare di costruire una confederazione di città nella toscana che i Medici cercavano di unificare sotto il loro potere. Burlamacchi essendo Gonfaloniere della città di Lucca, città imperiale sottoposta alla protezione dell' Imperatore Carlo V, pensò di poter superare le mire della dinastia medicea. La sua indipendenza e il suo disegno furono sconfitte dall' azione politica dell' Imperatore che dopo averlo fatto trasferire sotto in suo potere a Milano lo processò e lo fece decapitare. La ragione di questo atteggiamento dell' Imperatore fu determinata dalle circostanze europee a cui Carlo V si opponeva. Già in difficoltà con i Principi protestanti di Germania, non voleva che in varie parti del suo impero e dei territori che a vario titolo egli governava vi fossero esperimenti di unificazione politica diversi dalle territorialità feudali che si erano costituite a che sotto il suo regno si mantenevano. A questo proposito divenne provata l' affermazione di [[Niccolò_Machiavelli|Nicolò Machiavelli]], scritta nel suo libro '''Il Principe''' che di fronte a questi fermenti di unificazione egli indicava come il solo metodo di unificazione la conquista armata dei vari feudi e la loro annessione allo Stato più forte che guidava questo processo. Il Machiavelli si riferiva all' opera di [[Cesare_Borgia|Cesare Borgia]] (1475-1507)<ref> Sul suo inserimento nel Principe si veda:[http://letteritaliana.weebly.com/lesempio-di-cesare-borgia.html]</ref>. Dopo le vicende italiane del 1848-1849 la strada percorsa dal Regno di Sardegna per la unificazione dell' Italia fu proprio questa.
Bisogna ricordare che dal 476 d.C. Quando il Re dei Rutuli Odoacre depose l' Imperatore di occidente Romolo Augusto la stessa Italia, parte dell' Impero romano d' Occidente, divenne regione di varie e variegate azioni militari da parte delle popolazioni barbariche e dello stesso Impero romano d' Oriente. Nel 489 d.C. Il re goto Teodorico fu inviato dall' Imperatore d' Oriente in Italia per sconfiggere e sostituire Odoacre. Dopo 5 anni di guerra Teodorico riuscì ad uccidere Odoacre e sostituirsi al suo posto. Salito ad trono d' Orente l' Imperatore Giustiniano (482-565 d.C.) venne iniziata la [[Guerra_gotica_(535-553)|guerra gotica]] che aveva come scopo la riunificazione dell' Italia all' Impero romano d' Oriente. Questa guerra, sanguinosa e fratricida, iniziata appena dopo la conclusione delle invasioni barbariche devastò l' Italia per 20 anni. Il rientro dell' Italia nella sfrera di potere dell' Impero romano d' Oriente non fu indolore. Gli assedi delle grandi città: Napoli, Roma, Milano furono seguiti da emigrazione della popolazione verso le montagne e le alture alla ricerca di insediamenti fortificati che potessero proteggerle. Vi fu l' abbandono delle attività economiche urbane e la loro sostituzione con una agricoltura di sussistenza, accompagnata dalla ricostruzione sociale e giuridica dei vecchi rapporti di schiavitù preesistenti, che i vari re barbari aveva elimiato, si aggiunsero a gravi epidemie di peste che giunsero a ridurre la popolazione residente in modo considerevole. Nel 568 d. C. l' invasione dei Longobardi pose fine a questa riunificazione creando un regno che si riconosceva indipendente dall' Impero: il Regno Longobardo. L' Italia in quel periodo era divisa fra gli Arabi, i Bizantini e i Longobardi. La Chiesa a causa delle frizioni con i Longobardi riuscì a costituire lo Stato della Chiesa riconoscendo a Carlo re dei Franchi che aveva conquistato il regno Longobardo il titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero. La Chiesa in questo modo benediceva la ricostruzione dell' Impero nella parte occidentale dell' Europa.
[[File:Mappa_italia_bizantina_e_longobarda.svg|thumb|right|I Regni italiani nel 700 d. C.]]
 
Nell' 800 d.C. con l' incoronazione di Carlo Magno a Imperatore del Sacro Romano Impero, si stabilì un periodo di tregua che alla sua morte aprì una serie di lotte per la rivendicazione del Regno d' Italia (allora ancora detenuto dagli eredi di Carlo Magno) nel tentativo di costruire un regno autonomo dall' Impero.
[[File:Italy_and_Illyria_1084_AD.svg|left|thumb\ i Regni italiani nell' anno 1000 d.C.]]
 
In tutto il periodo Medievale, l' Italia rimase divisa in vari Stati monarchici assoluti, altri governati da una oligarchia come Venezia. In linea generale si può scrivere che l' Italia, anche per la potenza del Papa e della Chiesa Cattolica, rimase divisa in vari potentati, quasi sempre in guerra fra di loro, ma inserita in quella che veniva chiamata la '''[[Res_publica_christiana|Respublica Christiana]]''', la quale era il quadro politico e istituzionale di riferimento di questo periodo storico.
 
InNel tuttosecolo ilXVI, periododi Medievale,fronte lall'avanzata Italiadelle rimaseMonarchie divisaassolute ine variallo Statistrapotere monarchicidi equelle diversiche franon dierano loro.italiane, Inma lineaavevano generaleeffettuato sivarie puòcampagne scriveredi checonquista l'nella Italiapenisola, anche percome la potenzaMonarchia dellaSpagnola, Santa SedeAsburgica e dellaFrancese Chiesache Cattolicasi rimasealternarono divisanella in vari potentati, quasi sempre in guerra fraoccupazione di loro,parti madel inserita in quella che veniva chiamata la '''Respublica Christiana'''territorio. NelAlcuni secoloscrittori XVIpolitici, di fronte all'avanzataal delleclima Monarchieassai assoluteostile ea allo strapotereforme di quelleunificazione chepolitica nonin eranoun italianesolo comeStato ladelle Monarchiapopolazioni Spagnola, Asburgica e Francese che si alternarono nella occupazioneitaliane di partiquel del territorioperiodo, alcunidecisero scrittoridi politicipropagandare decisero die sostenereproporre forme di confederazione. Allora veniva considerata una confederazione una forma di unione fra Stati o entità politiche che gestisse in comune gli affari politici come la difesa e le relazioni diplomatiche e che queste decisioni fossero il risultato di una subordinazione agliad una forma collegiale di governo esercitata dagli Stati membri. Il modello di riferimento era la [[Svizzera#La_Confederazione|Confederazione elvetica]] che al confine con il Ducato di Milano dava prova della sua solidità e democrazia. In Italia, molti di questi scrittori auspicarono la creazione di una confederazione di repubbliche cittadine, in particolare legandole assieme per similitudine con lanella prospettiva che in quel modo avrebbero potuto essere conservate nella loro forma di potere locale. Il più noto esponente di tali idee nel Rinascimento fu senza dubbio il lucchese [[Francesco_Burlamacchi|Francesco Burlamacchi]] (1498-1547), cheil pagòquale condecise ladi vitaattivarsi per la suarealizzazione lottadi allo strapotereuna di [[Carloqueste V]]confederazioni efra deglicittà alleatitoscane [[Medici]].che La suallora opera funon quellaerano di tentaresottoposte dialla costruiregiurisdizione unadei confederazioneMedici. diLa cittàsua nellaopera toscanafu che ifermata Medicidall' cercavanointervento didiretto unificaredell' sottoImperatore ilCarlo loro potereV. Burlamacchi essendo Gonfaloniere della città di Lucca, città imperiale sottoposta alla protezione dell' Imperatore Carlo V, pensò di poter superare le mire della dinastia medicea creando questa confederazione di città. La sua indipendenza e il suo disegno furono sconfitte dall' azione politica dell' Imperatore che dopo averlo fatto trasferire sotto in suo potere a Milano lo processò e lo fece decapitare. La ragione di questo atteggiamento dell' Imperatore fu determinata dalle circostanze europee a cui Carlo V si opponeva. Già in difficoltà con i Principi protestanti di Germania, non voleva che in varie parti del suo impero e dei territori che a vario titolo egli governava vi fossero esperimenti di unificazione politica diversi dalle territorialità feudali che si erano costituite a che sotto il suo regno si mantenevano. AInoltre questoera propositonecessario mantenere l' equilibrio politico fra le classi impedendo che le varie rivolte dei contadini potessero espandersi ulteriormente, visto che in Germania queste divenneavevano provataimpegnato l' affermazioneImpero ed erano state soffocate nel sangue. Tutto questo fu la prova di quanto [[Niccolò_Machiavelli|Nicolò Machiavelli]], scrittascrisse nel suo libro '''Il Principe'''<ref> La sua prima pubblicazione fu nel 1513</ref>che di fronte a questi fermenti di unificazione egli indicava come il solo metodo di unificazione possibile la conquista armata dei vari feudi e la loro annessione allo Stato più forte che guidava questo processo. Questa affermazione si appoggiava sulla convinzione che circostanze come questa in cui prevaleva la ragion di Stato, sull' obbiettivo di instaurare una maggiore autonomia per gli Stati membri e una maggiore libertà per le persone, questa avrebbe fatto prevalere lo Stato che nella su potenza poteva assicurare il risultato e non certo le trattative e gli accordi. Il Machiavelli si riferiva, a questo proposito, all' opera di [[Cesare_Borgia|Cesare Borgia]] (1475-1507)<ref> Sul suo inserimento nel Principe si veda:[http://letteritaliana.weebly.com/lesempio-di-cesare-borgia.html]</ref> che egli aveva conosciuto personalmente e che era stato un campione nella applicazione della ragion di Stato per la creazione del suo Stato personale in Romagna, Toscana e Lazio. Purtroppo la salita al soglio pontificio di [[https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Giulio_II|Giulio II]], nemico giurato della famiglia Borgia, determinò la sua rovina e l' incameramento del suo Stato in quello della Chiesa. Dopo le vicende italiane del 1848-1849 la strada percorsa dal Regno di Sardegna per la unificazione dell' Italia fu proprio questa delineata da Machiavelli.
 
 
=====Il Seicento e Settecento=====