Fontana di Trevi: differenze tra le versioni

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Dopo una serie di progetti presentati da vari architetti e mai posti in atto, verso il [[1640]] [[papa Urbano VIII]] ordinò all'architetto e scultore [[Gian Lorenzo Bernini]] una "trasformazione" della piazza e della fontana, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del palazzo familiare ([[Palazzo Barberini]]) allora in fase di ultimazione, visibile anche dal [[Palazzo del Quirinale]], residenza pontificia. [[Bernini]] progettò una grande mostra d'acqua e, prima ancora di ottenere l'autorizzazione, diede inizio ai lavori, finanziati, tra l'altro, dai proventi di una sgraditissima tassa sul vino imposta ai romani. Ampliò dunque la piazza (che inizialmente era solo un trivio) demolendo alcune casupole a sinistra della fontana preesistente, quindi la ribaltò ortogonalmente, sino ad arrivare all'allineamento odierno, rivolto verso il [[Quirinale (colle)|Quirinale]]. La mostra, nota da varia documentazione illustrata, doveva essere strutturata in due grandi vasche semicircolari concentriche, al cui centro un piedistallo, appena sotto il pelo dell'acqua, doveva servire come base per un gruppo, probabilmente incentrato sulla statua della «vergine Trivia»<ref>Per abbattere i costi dei materiali necessari per la realizzazione dell'opera, il papa autorizzò il Bernini a demolire ''un monumento antico di forma rotonda di circonferenza grandissima e di bellissimo marmo presso S. Sebastiano, detto Capo di Bove'': la [[Mausoleo di Cecilia Metella|tomba di Cecilia Metella]], sulla [[via Appia]]. Il saccheggio del monumento non fu però completato a causa delle veementi proteste dei romani.</ref>. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero anche drasticamente tagliati a causa della guerra che il papa aveva dichiarato al [[ducato di Parma e Piacenza]]: non venne scolpita alcuna statua centrale e il cantiere fu bloccato. Nello spostamento si persero anche le tracce della lapide dedicata a [[papa Niccolò V]].
 
La morte di [[Urbano VIII]], nel [[1644]], e il seguente processo aperto contro la famiglia [[Barberini]] dal nuovo [[papa Innocenzo X]] comportò l'abbandono del progetto berniniano. Anzi, al Bernini, caduto in disgrazia per essere stato l'architetto della famiglia Barberini, venne affidato il semplice compito di prolungare l'Acqua Vergine sino a [[piazza Navona]], dove [[Francesco Borromini]] avrebbe dovuto realizzare una nuova [[Fontana dei Quattro Fiumi|mostra monumentale]] dinanzi al palazzo della famiglia del pontefice ([[PamphiljPamphili]]).
 
Trascorsero quasi sessanta anni prima che [[Clemente XI]] si ponesse di nuovo il problema di trovare una soluzione alla fontana di Trevi, ma i progetti di [[Carlo Fontana]] (un obelisco su un gruppo di rocce, sul modello della [[fontana dei Quattro Fiumi]]), di [[Bernardo Castelli]] (una colonna su una base rocciosa, con una rampa spirale), non ebbero miglior successo. Stessa sorte subirono i disegni di vari altri architetti, che prevedevano anche la parziale demolizione degli edifici che il Bernini aveva lasciato alle spalle della fontana.
 
Sembrava l'ultima occasione, perché la famiglia del successivo pontefice [[Innocenzo XIII]] (i Conti, duchi di [[Poli (Italia)|Poli]]) aveva da poco fatto allargare le proprietà della famiglia fino alla piazza di Trevi, acquistando i due edifici dietro la fontana per rimpiazzarli con un palazzo nobiliare. Qualunque progetto di realizzazione di una fontana monumentale avrebbe dunque potuto compromettere e danneggiare il palazzo, ed era quindi da evitare accuratamente.
 
Un curioso episodio si colloca nel pontificato del successivo [[papa Benedetto XIII]], originario di [[Gravina di Puglia]], il quale, con spirito campanilistico, ai più noti architetti dell'epoca preferì artisti rigorosamente provenienti dal Mezzogiorno, i cui progetti risultarono però decisamente scadenti. L'unica opera realizzata fu una statua della ''Madonna col Bambino'', del napoletano [[Paolo Benaglia]], destinata forse al piedistallo che il Bernini aveva sistemato al centro delle due vasche. L'episodio è curioso giacché l'artista intese la «vergineVergine» cui fa riferimento il nome dell'acquedotto come la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], anziché la giovane ragazza che, come tramandato da una leggenda popolare riportata da [[Sesto Giulio Frontino]], avrebbe indicato ai soldati inviati da [[Marco Vipsanio Agrippa|Agrippa]] il luogo dove si trovava la fonte da cui avrebbe potuto essere prelevata l'acqua per il nuovo acquedotto, che fu chiamato «Vergine» proprio a ricordo dell'episodio. Stupisce che neanche al pontefice sia stata segnalata la ''gaffe''. Della statua, comunque, si sono perse le tracce.
 
=== il periodo [[neoclassico]] ===