Rota Greca: differenze tra le versioni

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==Storia==
Rota Greca ha origini risalenti al [[XV secolo]] quando diversi nuclei di famiglie [[albanesi]] di [[rito greco-bizantino|rito greco-bizantine]] (''grecis et albanensibus'') che si opposero alle incursioni dell'esercito [[ottomano]] nella loro terra natia e ispirati dal celebre condottiero [[Giorgio Castriota Scanderbeg]], diedero vita a numerosi insediamenti in molte zone dell'Italia meridionale e della Sicilia. "Santa Maria della Rota" con "Mangalavita" formavano il nucleo originario della comunità.
 
La prima testimonianza documentata della presenza albanese a Rota risale all'8 marzo [[1507]] quando Nicola Macza, albanese del casale di Santa Maria della Rota, ebbe patente di familiarità e il permesso di girare armato per i feudi di [[Bisignano]], da parte del principe Berardino Sanseverino.
 
Il rito religioso in uso fino alla seconda metà del Seicento a Rota fu il [[Rito greco-bizantino|greco-bizantino]] (come nella maggior parte delle comunità di origine arbereshe), ma durante il pontificato di [[Papa Urbano VIII]], e precisamente il 14 dicembre del 1634, nel Regesto Vaticano è contenuto un decreto della Propaganda Fide con la quale si dà licenza sia a Rota che ad altre comunità limitrofe di passare al rito latino. L'etnonimo "greca" al comune è stato aggiunto con l'[[Unità d'Italia]], precisamente nel [[1863]] (regio decreto n. 1218 del 26 marzo), per richiamare l'uso religioso tipico.