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Il '''cervelletto''' (in [[lingua latina|latino]] ''cerebellum'' che significa "piccolo cervello") è una parte del [[sistema nervoso centrale]] e più precisamente del [[rombencefalo]] ed è presente in tutti i [[vertebrati]]. Sebbene di solito sia più piccolo del [[cervello]], in alcuni animali come i pesci ''[[mormyridae]]'' assume dimensioni addirittura più grandi.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Hodos|nome=William|capitolo= Evolution of Cerebellum|titolo=Encyclopedia of Neuroscience|editore=Springer|data=2009|pp=1240–1243|url=https://link.springer.com/referenceworkentry/10.1007%2F978-3-540-29678-2_3124|doi=10.1007/978-3-540-29678-2_3124}}</ref> Nell'uomo, il cervelletto svolge un ruolo importante nel controllo dei movimenti e si ritiene, in virtù delle sue connessioni con il [[sistema limbico]]. È coinvolto anche in alcune funzioni [[cognizione|cognitive]], quali l'[[attenzione]], la [[Memoria (fisiologia)|memorizzazione]] e il [[linguaggio]], nonché nella regolazione delle risposte [[paura]] o al [[piacere]],<ref>{{Cita pubblicazione|coautori=Wolf U, Rapoport MJ, Schweizer TA |titolo=Evaluating the affective component of the cerebellar cognitive affective syndrome |rivista=J. Neuropsychiatry Clin. Neurosci. |volume=21 |pp=245–53 |anno=2009 |pmid=19776302 |doi=10.1176/jnp.2009.21.3.245 |numero=3}}</ref> tuttavia le sue funzioni motorie sono quelle più accreditate. Di per sé, il cervelletto umano non inizia il movimento, ma contribuisce al suo coordinamento, alla sua precisione e all'accurata temporizzazione: riceve l'input dai sistemi sensoriali del [[midollo spinale]] e da altre zone del cervello e integra questi segnali nell'ottimizzazione dell'attività motoria.<ref name="Fine"/> Un danno cerebellare produce negli esseri umani dei deficit nel movimento fine, nell'[[Equilibrio (biologia)|equilibrio]], nella [[postura]] e nell'apprendimento motorio.<ref name="Fine">{{Cita pubblicazione|coautori=Fine EJ, Ionita CC, Lohr L |titolo=The history of the development of the cerebellar examination |rivista=Semin. Neurol. |anno=2002 |pp=375–84 |volume=22 |numero=4 | pmid=12539058 | doi = 10.1055/s-2002-36759}}</ref><ref name=balboni89>Da {{cita|Trattato di Anatomia Umana, volume III|p. 89|Anastasi}}</ref>
 
Anatomicamente, il cervelletto umano si presenta come una formazione grossolanamente ovoidale, dal peso di circa 130-140 grammi<ref name=balboni89 /> ed è disposto nella fossa cranica posteriore nascosto sotto gli emisferi cerebrali. La sua superficie corticale è coperta da scanalature parallele finemente distanziate, in contrasto con le ampie convoluzioni irregolari tipiche della [[corteccia cerebrale]]. Queste scanalature parallele nascono dal fatto che la corteccia cerebellare è un sottile strato di tessuto strettamente piegato come una fisarmonica. All'interno di questo sottile strato vi sono diversi tipi di neuroni con una disposizione altamente regolare, le più importanti sono le [[Cellula del Purkinje|cellule Purkinje]] e le cellule granulari. Questa complessa organizzazione neurale permette una grande capacità di elaborazione del segnale, ma quasi tutta la lavorazione della corteccia cerebellare passa attraverso una serie di piccoli nuclei profondi che si trovano nella [[materia bianca]] all'interno del cervelletto.<ref name="Purves">{{Cita libro|curatore1= Dale Purves|nome1=Dale|cognome1=Purves|titolo=Neuroscience|data=2011|editore=Sinauer|città=Sunderland, Mass.|isbn=978-0-87893-695-3|pp=417–423|edizione=5th}}</ref>