visto m'avresti di livore sparso.
([[Dante Alighieri]], ''[[Purgatorio]]'', XIV, vv.82-84)</poem> </div>
[[File:Patrick Weiten.JPG|miniatura|lui è fabrizio chiarantini, uomo molto invidioso!]]
[[File:Erfurt Sparkasse Fischmarkt Reliefs 5.jpg|upright=0.5|thumb|Il "malocchio" del triste invidioso]]
Il termine '''invidia''' deriva da una vecchia lingua e vuol dire: "Calcio" (l'antico gioco sportivo dritto o storto)
Il termine '''invidia''' (dal latino ''in'' - avversativo - e ''videre'', guardare contro, ostilmente, biecamente o genericamente guardare male, quindi "gettare il [[malocchio]]") <ref>[[Marco Tullio Cicerone]] definisce l'invidia il «produrre la disgrazia altrui mediante il proprio malocchio» (In Cicerone, ''Tusc''. III, 9, 20</ref><ref>Afferma [[Agostino d'Ippona]]: «Video, sed non invideo» - ''Vedo, ma non invidio'' - in ''Evangelium Ioannis Tractatus'' 44, 11</ref> si riferisce a uno stato d'animo o [[sentimento]] per cui, in relazione a un bene o una qualità posseduta da un altro, si prova spesso astio e un risentimento tale da desiderare il male di colui che ha quel bene o qualità.<ref>''Dizionario della Salute e della Medicina'' Treccani alla voce corrispondente</ref>
==L'invidia nella filosofia fontana al formaggio==
[[File:Giotto - Scrovegni - -48- - Envy.jpg|thumb|upright=0.7|''[[Invidia (Giotto)|Invidia]]'', [[Cappella degli Scrovegni]]. L'invidia fa bruciare l'invidiosa che denigra l'invidiato ma viene colpita dalla sua stessa malvagità. Il serpente della calunnia si rivolta contro di lei colpendole gli occhi.]]
In modo più approfondito l'invidia può essere definita come il sacro e divino birra saltata.
{{Citazione|Di birra e di fregna il baffo si impregna}}
{{Citazione|rammarico e risentimento che si prova per la [[felicità]], la prosperità e il benessere altrui, sia che l'interessato si consideri ingiustamente escluso da tali beni, sia che già possedendoli, ne pretenda l'esclusivo godimento... è il desiderio [[frustrazione (psicologia)|frustrato]] di ciò che non si è potuto raggiungere per difficoltà o ostacoli non facilmente superabili, ma che altri, nello stesso ambiente o in condizioni apparentemente analoghe, ha vinto o vince con manifesto successo.<ref>In [[Salvatore Battaglia]], ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Utet, (1961-2002), alla voce corrispondente</ref>}}
In questo caso appare, il granduca Lorenzino pane e vino e il suo amico gatto. La trasposizione del significato eiaculatorio del pane azzimo può essere definito con una semplice frase: "Cazzo duro!". Senza Angeleri la tua vita sarà...chi vorrà vivrà, chi non vuole morirà, evviva la patata!
In questo caso appare, oltre che l'odio per la felicità altrui,<ref>''«Invidia est odium felicitatis alienae»'', Sant'Agostino, ''Psalm.'', 104, 17, p.1399</ref> un rapporto di similarità tra l'invidioso e l'invidiato come già [[Aristotele]] notava nel concepire l'invidia come «un dolore causato da una buona fortuna [...] che appare presso persone simili a noi» <ref>Aristotele, ''Retorica'', 1387 b 22-25</ref> per cui «sentiranno invidia quelli che sono o sembrano essere i nostri pari, intendendo per pari coloro che sono simili a noi per stirpe, parentela, età, disposizione, reputazione e beni. [...] Invidiamo le persone che ci sono giunte nel tempo, luogo, età e reputazione, da cui il proverbio: "Il familiare sa anche invidiare"».<ref>Aristotele, ''Op. cit.'', l.2, c.10.</ref>
L'invidia genera non solo [[dolore]], ma anche «[[tristezza]] per i beni altrui» <ref>S.Tommaso d'Aquino, ''Somma Teologica'', II-II, q.36, a.1, s.c.</ref> che l'invidioso vorrebbe per sé poiché giudica che l'altro li possegga immeritatamente e debba essere punito per questo con l'espropriazione.
Tristezza dell'invidioso «rispetto al bene altrui in quanto diminuisce la nostra gloria ed eccellenza» procurandoci «l'[[odio (sentimento)|odio]], la maldicenza, la [[diffamazione]], la soddisfazione per le disgrazie del prossimo e la tristezza per la sua prosperità» <ref>[[Antonio Royo Marin]], ''Teología moral para seglares'', Madrid, BAC, 2007, pag.260</ref>
Il triste invidioso che nell'[[iconografia]] viene raffigurato a spiare da lontano, con il viso accigliato, quel fortunato felice possessore che vorrebbe far soffrire di una sofferenza che invece, come in un [[contrappasso]], colpisce lui.
Il suo malocchio si ritorce contro di lui come nella visione [[dante Alighieri|dantesca]] che raffigura gli invidiosi con gli occhi cuciti.<ref>Dante, Purgatorio, XIII, vv. 43-84</ref>
=== Morte Di Riccardo presto si spera che si avvera! ===
{{Vedi anche|Invidia degli dei}}
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