Arte degenerata: differenze tra le versioni
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Il concetto di degenerazione dell'arte non è una prerogativa nazista. Già [[Friedrich Schlegel]] lo utilizzava per etichettare l'involuzione poetica che a suo modo di vedere avrebbe avuto luogo nella tarda antichità. L'utilizzo tipicamente nazista del concetto si definisce per l'esplicita intenzione di collegare una presunta degenerazione a caratteristiche intrinseche delle razze umane meno sviluppate di quella ariana. Fra i primi a ricorrere a questo tipo di ragionamento va annoverato [[Richard Wagner]] che nel 1850 pubblicava un'opera, ''Das Judenthum in der Musik'', contenente un duro attacco nei confronti degli ebrei e del loro influsso sul panorama musicale. Egli non utilizzava tuttavia il termine “degenerato”. In questa connotazione razzista è fondamentale un libro di [[Joseph Arthur de Gobineau|Joseph Arthur Comte de Gobineau]] (archeologo francese) dal titolo ''Essai sur l'inégalité des races humaines'' (1853; tradotto in tedesco da [[Karl Ludwig Schemann]] nel 1901).
Nel 1892 viene pubblicato ''Entartung'', opera del critico ebreo [[Max Nordau]], il cui intento risiedeva nel ricondurre la degenerazione dell'arte alla degenerazione dell'artista. Le sue tesi sono state riutilizzate dai
Nel [[1937]] le autorità naziste epurarono i [[museo|musei]] dall'arte considerata "degenerata". Tra le opere confiscate ne individuarono 650 che esposero in una speciale mostra itinerante di "arte degenerata". L'[[Espressionismo]] era la corrente artistica più presente tra le opere condannate. La mostra fu inaugurata a [[Monaco di Baviera]] il 19 luglio [[1937]], il giorno successivo all'inaugurazione della Grande mostra dell'arte tedesca e nelle immediate vicinanze. La mostra fu aperta da [[Joseph Goebbels]]: non era richiesto il pagamento di alcun biglietto di entrata, per far sì che fosse visitata dal maggior numero di persone possibile.<ref>Orme del Terzo Reich-Monaco, Editrice Thule Italia, 2009</ref> Si spostò in 11 città della Germania e dell'[[Austria]]. Diversi tra gli artisti i cui lavori furono condannati e che erano in vita a quei tempi, furono esiliati,<ref>Schulz-Hoffmann and Weiss 1984, p. 461</ref> mentre quanti erano di religione israelita e non riuscirono a fuggire in tempo dalla Germania, morirono nell'[[Olocausto]].<ref>Petropoulos 2000, p. 217.</ref>
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