Yeti: differenze tra le versioni

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=== Avvistamenti ===
Già nel [[1407]] il bavarese [[Johann Schiltberger]], secondo i resoconti di viaggio, avrebbe incontrato lo Yeti sulla [[Monti Altai|catena degli Altai]], presso i confini occidentali della [[Mongolia]].<ref>[http://www.romagnapolis.it/portal/page?_pageid=1420,79757864&_dad=portal&_schema=PORTAL&pItemName=2361B0290436CD19E040080A1C046926 LO YETI] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090212222928/http://www.romagnapolis.it/portal/page?_pageid=1420,79757864&_dad=portal&_schema=PORTAL&pItemName=2361B0290436CD19E040080A1C046926 |data=12 febbraio 2009 }}</ref>
 
Il primo a riferire dell'esistenza di una creatura pelosa e senza coda, simile ad un uomo, è stato R. R. Hodgson, magistrato britannico, in [[Nepal]] dal [[1820]] al [[1843]].
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Nel [[1925]], nella regione del [[ghiacciaio]] Zemu (ad un'altitudine di circa 4500 metri), N.A. Tombazi, fotografo greco della ''[[Royal Geographical Society]]'' di [[Londra]], vide una creatura in movimento circa 300 metri più in basso<ref>[[Alfredo Castelli]], ''L'enciclopedia dei Misteri'', [[Arnoldo Mondadori Editore]], 1993</ref>. Essa scomparve prima che Tombazi potesse preparare la macchina fotografica ma, scendendo, ne rinvenne le impronte. {{Citazione|Indiscutibilmente il profilo della figura era di forma umana, camminava in posizione verticale e si fermava di tanto in tanto a sradicare o tirare alcuni cespugli di rododendro nano. Era nettamente distinguibile in contrasto con il bianco della neve e per quanto potevo vedere, non portava abiti. Dopo circa un minuto si spostò finché divenne invisibile alla vista, sfortunatamente non ebbi il tempo di preparare l'obiettivo della macchina fotografica né di osservare l'oggetto tramite un binocolo. Durante la discesa, due ore dopo, proposi di ispezionare il punto in cui "l'uomo" o la "bestia" era stata osservata. Esaminai le impronte chiaramente visibili sulla superficie della neve.
 
Erano simili per forma a quella di un uomo, ma lunghe solo 15-17 cm. Contai 50 impronte, ognuna a intervalli regolari di 30- 45 cm. Le orme erano senza dubbio state lasciate da un bipede, la sequenza di impronte non avevano le caratteristiche di nessun quadrupede immaginabile. La folta vegetazione di rododendri impediva ulteriori indagini così riprendemmo la marcia<ref name=cripto>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/ominologiatemplate.asp?articleid=43&zoneid=13 Lo Yeti] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>|N.A. Tombazi|Unquestionably, the figure in outline was exactly like a human being, walking upright and stopping occasionally to uproot or pull at some dwarf rhododendron bushes. It showed up dark against the snow and, as far as I could make out wore no clothes. [...]<br />They were similar in shape to those of a man, but only six to seven inches long by four inches wide at the broadest part of the foot. The marks of five distinct toes and the instep were perfectly clear, but the trace of the heel was indistinct [...]<ref>[http://www.unmuseum.org/yeti.htm Yeti: Abominable Snowman of the Himalayas]</ref>|lingua=en}}
 
L'8 novembre [[1951]], alle ore 16:00 in punto, mentre stavano raggiungendo il ghiacciaio Menlung sull'Himalaya, gli alpinisti inglesi [[Eric Shipton]] e [[Michael Ward]] e lo [[sherpa]] [[Sen Tensing]], a 6000 metri, notarono una scia d'impronte molto chiare a sud ovest del passo di Melung-Tse. Seguirono la pista per circa 1600 metri, ma dovettero desistere quando questa giunse in prossimità di un crepaccio. Impossibilitati a seguire la misteriosa creatura, fotografarono un'impronta di un piede umanoide, con cinque dita e che misurava 33 X 20 centimetri<ref>[http://www.ndonio.it/media/yeti%20orma.jpg La foto scattata da Eric Shipton e Michael Ward]</ref>. Le impronte erano presenti anche dall'altra parte del crepaccio: ''"Dove le orme attraversavano il crepaccio, era perfettamente visibile il punto in cui la creatura aveva saltato ed usato le sue dita per assicurarsi la presa sulla neve nel ciglio opposto"''.<ref name=cripto/> Nel [[1957]], la spedizione in [[Nepal]] del miliardario e [[Criptozoologia|criptozoologo]] statunitense Tom Slick non approdò a nessuna scoperta, ma constatò che i nativi sapevano benissimo distinguere un orso o un [[Semnopithecus|entello]] (o "langur") da uno yeh-teh.
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Durante lo spettacolo ''"Paranormal Borderland"'' della [[Paramount]] svoltosi dal 12 marzo al 6 agosto [[1996]], venne presentato un video, noto come ''The snow walker'', in cui un probabile Yeti arrancava nella neve. In seguito si scoprì che il video fu creato dai produttori, nel tentativo di ingannare il pubblico. La [[Fox]] utilizzò il video nel programma ''"World's Greatest Hoaxes"''.<ref>[http://www.bigfootencounters.com/films/snowwalker.htm The Snow Walker Film Footage]</ref><ref>[http://www.squatchopedia.com/index.php/Snow_Walker Snow Walker]</ref>
 
Il 21 ottobre [[1998]], lo scalatore americano [[Craig Calonica]] disse di aver visto, il 17 ottobre, di ritorno dall'[[Everest]], due creature che camminavano insieme in posizione eretta: "''La mia opinione è che ho visto qualcosa, e quel qualcosa non era un uomo, non era un gorilla, non era un orso, non era una capra e non era un cervo''".<ref>[http://www.tribuneindia.com/1999/99feb07/sunday/head1.htm Does the Yeti really exist?]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=51&zoneid=1 Esploratore americano avvista lo Yeti.] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
[[File:DhaulagiriMountain.jos.500pix.jpg|thumb|Il [[Dhaulagiri]]|left]]
 
Nella primavera del [[2001]], sulla corteccia di un albero in Bhutan, lo zoologo Rob McCall e la sua squadra, trovarono due peli alquanto misteriosi. Inviati alla Oxford University, vennero analizzati da [[Bryan Sykes]], uno dei più grandi esperti al mondo di analisi del [[DNA]]. Le analisi dimostrarono che il materiale non apparteneva a nessuna specie conosciuta e che somigliava ai peli trovati da Edmund Hillary sull'Himalaya mezzo secolo prima.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=58&zoneid=1 Peli di Yeti al DNA.] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/08_luglio_27/Yeti_trovati_peli_giungla_indiana_308dff4e-5bcd-11dd-b836-00144f02aabc.shtml Articolo di Monica Ricci Sargentini su www.corriere.it]</ref><ref>[http://goldenagetoday.com/departments/paranormal/63-lifting-of-the-veil-cryptozoology/267-bigfoot-hair-sample-no-known-species Oxford dichiara "i peli dello sono un esempio di specie sconosciuta"]</ref><ref>[http://www.independent.co.uk/environment/nature/bigfoot-new-evidence-878263.html Articolo del The Indipendent]</ref> Ulteriori analisi, i cui risultati vennero confermati solo in seguito ai precedenti comunicati stampa, confermarono definitivamente che in realtà i peli appartenevano ad un [[Ursus arctos|orso bruno]] e a un [[Ursus thibetanus|orso tibetano]].<ref>Chandler, H.C. (2003). Using Ancient DNA to Link Culture and Biology in Human Populations. Unpublished D. Phil. thesis. University of Oxford, Oxford.</ref>
 
Nel [[2003]], sulle montagne [[siberia]]ne dell'[[Monti Altaj|Altai]], Sergey Semenov ritrovò un arto che secondo alcuni esperti non era riconducibile a nessun animale noto.<ref>[http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2003/10_Ottobre/08/yeti.shtml Siberia, trovata la gamba dello Yeti]</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.criptozoo.com/absolutenm/templates/skin.asp?articleid=73&zoneid=1 Gamba "fossile" scoperta nei monti Altai] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=4943139 Un alpinista avrebbe trovato una gamba mummificata del mitico Yeti] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090211230445/http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=4943139 |data=11 febbraio 2009 }}</ref>
 
All'inizio del dicembre [[2007]], il presentatore ed esploratore statunitense [[Josh Gates]], con la propria squadra, trovò tre orme considerate compatibili con quelle dello "Yeti", sulla sponda del fiume Manju, a 2.850 metri di altezza.<ref>[http://www.cryptomundo.com/cryptozoo-news/gates-yeti/ Josh Gates Finds Yeti Prints Near Everest]</ref><ref>[http://www.cryptomundo.com/cryptozoo-news/breaking-gates/ Exclusive from Josh Gates on Yeti Tracks]</ref><ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/07_dicembre_01/yeti_398e37d6-a029-11dc-8bf1-0003ba99c53b.shtml Lo Yeti esiste? Trovate le sue impronte]</ref>
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=== Lo scalpo di yeti ===
[[File:Yetiscalp.JPG|thumb|Lo scalpo di Yeti]]Il 19 marzo [[1954]], il [[Daily Mail]] pubblicò un articolo che descriveva una spedizione intenta ad ottenere campioni di peli di uno scalpo trovato nel monastero di Pangboche. I peli furono analizzati dal professor Frederic Wood Jones,<ref>Jessie Dobson (giugno 1956). "Obituary: 79, Frederic Wood-Jones, F.R.S.: 1879-1954". Man vol.56: pp. 82–83.</ref><ref>Wilfred E. le Gros Clark (November 1955). "Frederic Wood-Jones, 1879-1954". Biographical memoirs of Fellows of the Royal Society vol. 1: pp. 118–134. [[Digital object identifier|doi]]:{{collegamento interrotto|1=[http://journals.royalsociety.org/content/fw164152r777w130/ 10.1098/rsbm.1955.0009] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> un esperto in [[antropologia]] e [[anatomia comparata]].
 
La ricerca consisteva nel prendere delle microfotografie dei peli e metterle a confronto con peli di animali noti come orsi e oranghi. Il Professore Woods Jones concluse che i peli dello scalpo di Pangboche non provenivano da uno scalpo. Egli sostenne che, al contrario degli animali, che hanno una cresta di peli che si estende dalla testa alla schiena, la reliquia aveva una cresta che si estendeva dalla base della fronte e terminava presso la nuca.