Utente:Federica Lucia/sandbox: differenze tra le versioni
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I contendenti non sono così ingiuriosi come Menalca e Dameta, svolgono ognuno il proprio canto in strofe alterne di quattro esametri: Coridone, che cantava lamenti d'amore sui monti e nelle selve, ora sostiene una parte più raffinata; invece Tirsi, indulgendo nelle volgarità, sarà dichiarato perdente perché non considerato al pari di Coridone<ref>"Questo ricordo, e che Tirsi vinto gareggiava inutilmente. Da allora Coridone è per noi Coridone": vv.69-70, trad. F. Della Corte.</ref>.
Una differenza importante fra i due riguarda l'ambito religioso: Coridone nomina gli alberi sacri ad [[Ercole]], a [[Bacco]], a [[Venere (divinità)|Venere]] e a [[Apollo|Febo]]<ref>"Carissimo è il pioppo ad Alcide, la vite a Bacco, il mirto alla bella Venere, a Febo il suo alloro; Filli ama i nocciòli; fin tanto che li amerà Filli, né il mirto né l'alloro di Febo vinceranno i nocciòli": vv.61-64, trad. F. Della Corte.</ref>; Tirsi invece dice di preferire i pastori arcadi, così che lo adornino di edera, in quanto è un poeta esordiente; con queste parole si dimostra poco devoto agli
C'è un forte contrasto di tono, pacato quello di Coridone, aggressivo e volgare quello di Tirsi. Coridone, infatti, invoca le [[Ninfe]] affinché gli concedano un canto al pari di quello di Coro, poi come Micone cacciatore, consacra a [[Diana]] la testa di cinghiale e le corna di un cervo. Dopo aver celebrato la caccia, invoca la sua amata [[Galatea (Nereide)|Galatea]], dicendole di raggiungerlo, se lo ama davvero. La sua modestia fa sì che l'invito non appaia come un'imposizione, anzi al contrario mostra tutta la sua dedizione.
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