Battaglia di Calatafimi: differenze tra le versioni
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Il combattimento, durato poco più di quattro ore, terminò con un bilancio provvisorio di 32 morti, per entrambi gli schieramenti, tra cui 19 garibaldini. Delle 13 perdite borboniche, due furono causate dal franare di un cannone da campagna durante le operazioni di ritirata. Il pezzo venne recuperato dai vincitori, aumentando così del 50% l'[[artiglieria]] a disposizione dei Mille. I feriti garibaldini vennero trasportati nella chiesa e nelle case del piccolo paese di [[Vita (Italia)|Vita]] che, in quel frangente, fungeva da base logistica. Tra questi lo scrittore [[Giuseppe Bandi]] e i capitani [[Simone Schiaffino]] e [[Francesco Montanari]], entrambi amici personali di Garibaldi, che morirono qualche ora più tardi.
I feriti borbonici più gravi furono abbandonati dai commilitoni nella chiesa di Calatafimi e presi in cura dai medici garibaldini. Garibaldi stesso, dopo averli visitati ed essersi congratulato per il valore dimostrato, si fece garante della loro incolumità, oltre alla libertà, una volta guariti, di poter tornare alle loro case o combattere per l'uno o l'altro schieramento. Nonostante la sovrabbondanza di medici tra i Mille, il computo delle perdite era tragicamente destinato ad aumentare nelle ore successive, per la scarsa efficacia delle cure mediche del tempo. Il bilancio definitivo fu di 33 morti e 174 feriti tra i garibaldini e di 35 morti e 118 feriti tra i borbonici. </br>
Secondo Gustavo Strafforello i regi avrebbero avuto 34 morti, 148 feriti e 6 prigionieri e i garibaldini 200 tra morti e feriti, tra i quali 9 carabinieri genovesi su 34, mentre [[Wilhelm Rüstow|Rustow]] parla di 140 perdite napoletane tra morti e feriti e di 70 circa quelle garibaldine, [[Marc Monnier]] fa salire il numero dei garibaldini a 18 morti e 128 feriti. <ref>Album della Guerra d'Italia 1860-61, Gustavo Strafforello, pag. 21 </ref>
== L'importanza storica ==
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