Mitologia baltica: differenze tra le versioni

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== Periodo arcaico ==
[[File:East europe 3-4cc.png|thumb|Mappa dell'Europa orientale nel III-IV secolo d.C.. Le culture baltiche sono rappresentate in viola.]]
[[File:East europe 5-6cc.png|thumb|Distribuzione durante le [[invasioni barbariche del V e VI secolo]].]]
[[File:Slav-7-8-obrez.png|thumb|Distribuzione nel VII-VIII secolo d.C.]]
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Attorno all'VIII secolo si diffuse l'usanza della cremazione dei defunti. Rivestiva sempre un ruolo centrale la Natura, da cui gli esseri umani dipendono e nella quale la divinità era visibile in tutti i fenomeni fisici, ma che assumeva rappresentazioni antropomorfe distinte a seconda della manifestazione. L'influenza dei popoli circostanti si riversava però anche nel culto. In particolare, alla dominazione slava di gran parte dei territori verso il X secolo si deve la preminenza del dio ''[[Perkūnas]]'' durante l'ultimo periodo prima della cristianizzazione.
 
I miti sulla creazione sono pervenuti attraverso storie di folklore piuttosto recente e in un numero assai ridotto<ref>Uno dei pochi noti, la storia di ''Jūratė e Kastytis'', nel quale si spiega l'origine dei ricchi depositi di ambra lungo le coste lituane, fu pubblicato la prima volta da Liudvikas Adomas Jucevičius nel  1842</ref>, pertanto non si può escludere che siano frutto di rielaborazioni successive. Si potrebbe ipotizzare che la funzione unica delle divinità fosse stata piuttosto quella di conservare l'ordine del cosmo, della natura e della società<ref name="Britannica">{{cita web |url=https://www.britannica.com/topic/Baltic-religion |titolo=Baltic religion |autore=Encicplopedia Britannica |data=10 maggio 2000 |lingua=en}}</ref>.
 
== Divinità principali ==
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L'epoca del [[Romanticismo]], iniziata col XIX secolo, portò i lituani e i lettoni a guardare il loro passato con ispirazione sia intellettuale che spirituale.
 
Il folklore locale comprendeva ancora tradizioni che racchiudevano elementi degli antichi riti pagani e tramandava svariati miti e storie, considerate non necessariamente come vere, ma come esperienze codificate del passato. Si ci concentrava più sui problemi morali e sulle visoni eroiche<ref>Una delle più note è la  storia di ''Eglė la  regina dei serpenti'', pubblicata la prima volta M. Jasewicz nel 1837, ricca di simbolismi e dalle connotazioni assolutamente fantastiche, senza alcuna pretesa di realismo</ref>. piuttosto che sui singoli eroi, i quali molto spesso mancavano pure del nome, venendo indicati tramite [[perifrasi]] o altre forme indirette, come "il duca", "il signore del castello".
 
Il folklore e il paganesimo tradizionale furono idealizzati anche in chiave nazionalistica. In Lituania uno dei più famosi studiosi a capo di questo movimento fu lo storico Theodor Narbutt che creò anche nuovi miti lituani partendo da quelli greci<ref>{{cita |Baár, 2010|p.179}}</ref>, mentre in Lettonia e in Prussia vi fu lo scrittore [[Andrejs Pumpurs]]. Un'attività di recupero simile la fece anche lo scrittore e filologo Juris Alunāns, nonché il poeta [[Miķelis Krogzemis]].