Cornelio a Lapide: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Il suo vero nome era Cornelis Cornelissen van den Steen, poi latinizzato in Cornelio a Lapide (van den Steen: a lapide, in italiano: dalla pietra). Nacque nei pressi di [[Liegi]]. Studiò Lettere e filosofia presso i collegi dei gesuiti di Maestricht e Colonia, e teologia presso le Università di Douai e [[Vecchia università di Lovanio|Lovanio]]; entrò nella [[Compagnia di Gesù]] l'[[11 giugno]] [[1592]], e, dopo due anni di noviziato e un altro anno di teologia, fu ordinato sacerdote il 24 dicembre, 1595. Dopo aver insegnato filosofia per un anno e mezzo, divenne professore di [[Bibbia|Sacra Scrittura]] a Lovanio nel 1596 e l'anno successivo divenne professore di [[ebraico]] presso la stessa università. Il [[3 novembre]] 1616 fu chiamato a Roma, dove insegnò Sacra Scrittura ed ebraico presso il [[Collegio Romano]] fino alla morte, avvenuta il [[22 marzo]] 1637.
== Commentari biblici ==
Cornelio a Lapide scrisse ampi commentari su tutti i libri del [[Canone biblico|Canone cattolico della Scrittura]], con le sole eccezioni del [[Libro di Giobbe]] e dei [[Salmi]]. Già prima di lasciare le [[Fiandre]], curò i ''Commentaria in omnes divi Pauli epistolas'' ([[1614]]) e i ''Commentaria in Pentateuchum Moysis'' ([[1616]]), entrambi pubblicati ad [[Anversa]]. Il monumentale progetto di un commento enciclopedico di tutti i libri della Bibbia fu interrotto solo dalla sua morte nel [[1637]]. Nel corso della sua vita a Lapide pubblicò commentari sui [[Neviìm|Profeti maggiori]] e [[Profeti minori|minori]], sugli [[Atti degli Apostoli]], sulle Lettere Canoniche, sull'[[Apocalisse di Giovanni|Apocalisse di San Giovanni
Un estratto del commentario agli Atti apparve nel [[1737]] a [[Tyrnau]], con il titolo: ''Effigies Sancti Pauli, sive idea vitæ apostolicæ''. Una grande opera in 4 voll., ''Les trésors de Cornelius a Lapide: extraits de ses commentaires de l'écriture sainte à l'usage des prédicateurs, des communautés et des familles chrétiennes'' dell'Abbé Barbier venne pubblicata a [[Le Mans]] e [[Parigi]] nel [[1856]] e ristampata varie volte a Parigi negli anni successivi ([[1859]], [[1872]], [[1876]], [[1885]], [[1896]]); una traduzione italiana dell'opera, realizzata da F. M. Faber, fu pubblicata a [[Parma]] in 10 voll., [[In sedicesimo|in-16º]] tra il [[1869]] e il [[1870]].
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