Çatalhöyük: differenze tra le versioni

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{{legenda|white|(area di Biblo): neolitico medio di Biblo}}
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Il villaggio era costruito secondo una logica completamente diversa da quella moderna: le case erano monocellulari e addossate l'una all'altra; essendo poi di altezze diverse, ci si spostava passando da un tetto ad un altro e per molte case l'ingresso su quest'ultimo era l'unica apertura. La circolazione e gran parte delle attività domestiche avveniva dunque al livello delle terrazze. L'assenza di aperture verso l'esterno, nonché di porte a livello del terreno, difendeva la comunità dagli animali selvatici e da eventuali incursioni di popolazioni confinanti, anche se resta oscuro il livello di conflittualità tra le diverse comunità dell'epoca. L'unica via d'accesso all'intero complesso erano scale che potevano facilmente essere ritirate in caso di pericolo<ref>{{Cita|Liverani 2009|pp. 83-4.|Liverani2009}}</ref>.
 
A Çatalhöyük ogni abitazione era divisa in due stanze. Quella più grande aveva al centro un focolare rotondo ed intorno dei sedili e delle piattaforme elevate per dormire; in un angolo c'era un [[forno]] per cuocere il [[pane]]. La stanza più piccola era una dispensa per conservare il cibo: tra una casa e l'altra c'erano dei cortili usati come [[stalla|stalle]] per [[Capra hircus|capre]] e [[pecora|pecore]]. Circa un terzo delle case presenta stanze decorate e arredate apparentemente per scopi cultuali: sulle pareti, infatti, sono state rinvenute pitture e sculture di [[argilla]] che raffigurano teste di animali (qualcosa di analogo ai [[Bucranio|bucrani]]) e divinità (specialmente femminili, legate al culto domestico della fertilità e della generazione)<ref name=Liv84>{{Cita|Liverani 2009|p. 84.|Liverani2009}}</ref>. Queste abitazioni non vanno pensate come santuari: il culto è ancora solo domestico e dà conto di una "ossessione simbolica", quella di un aggregato di umani che vivono a stretto contatto con i propri morti e che ha da tempo istintivamente associato penetrazione sessuale e sepoltura dei semi per l'agricoltura<ref name=Liv84/>. Gli abitanti della città di Çatalhöyük seppellivano i propri morti, divisi per sesso, sotto il letto. Questi, prima di essere sistemati sotto i letti, venivano esposti all'aperto in attesa che gli avvoltoi procedessero ad una completa escarnazione, con lo stesso sistema usato ancora oggi in India ed in Persia, dove i cadaveri sono depositati nelle cosiddette [[Torri del Silenzio]]<ref>{{cita web
|autore= Milost Della Grazia
|url= http://www.melegnano.net/memorie/memorie001a.htm
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[[File:Ankara Muzeum B20-08.jpg|thumb|Teste di toro [[Neolitico|neolitiche]] da Çatalhöyük (Museo della Civilizzazione Anatolica, [[Ankara]]).]]
Fra i ritrovamenti relativi alla cultura materiale sono da segnalare l'abbondante produzione ceramica (via via lustrata chiara, poi scura, poi [[Ingubbio|ingubbiata]] di rosso, ma non ancora dipinta, come poi accadrà nel [[neolitico anatolico]]<ref name=Liv83/>) e la raffinata [[industria litica]], realizzata per il 90% in [[ossidiana]], pietra vulcanica vetrosa di cui la regione è ricca e di cui è attestato un intenso commercio locale fin dall'epoca protostorica<ref>{{Cita|Liverani 2009|pp. 80, 83.|Liverani2009}}</ref>.
 
Lo schema economico di base è quello tipicamente agro-pastorale, ma si segnalano scelte ardite, quali quella di coltivare frumento invece che orzo e quella di allevare bovini invece che caprovini.<ref name=Liv83/>