Andrea Fortunato: differenze tra le versioni

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{{Sportivo
|Nome=Andrea Fortunato
|Immagine= Andrea Fortunato, Juventus 1993-94.jpg
|Didascalia= Andrea Fortunato alla Juventus nel 1993
|Sesso= M
|CodiceNazione= {{ITA}}
|Disciplina= Calcio
|Ruolo= [[Difensore (calcio)|Difensore]]
|TermineCarriera= 1995
|SquadreGiovanili=
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|Attività = calciatore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , di ruolo [[Difensore (calcio)|difensore]]
}}
 
Considerato tra i più promettenti [[Difensore#Terzino fluidificante|terzini]] italiani dei primi anni 1990,<ref name="Caroli" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0794_01_1993_0189_0027_11202374/|titolo=Un Fortunato con l'eredità di Cabrini|pubblicazione=La Stampa|autore=Angelo Caroli|data=12 luglio 1993|p=27}}</ref><ref name="Vergnano" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,26/articleid,0800_01_1993_0233_0026_11263843/|titolo=Quel tipaccio Fortunato|pubblicazione=La Stampa|autore=Fabio Vergnano|data=26 agosto 1993|p=26}}</ref><ref name="Conte" >{{cita|Conte, Di Rosa}}.</ref> nel corso della sua breve carriera vestì, tra le altre, le maglie della {{Calcio Juventus|N}} e della [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale]], prima di morire a ventitré anni per le conseguenze di una [[leucemia]].<ref name="Costa" >{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/aprile/26/Fortunato_perso_sua_sfida_co_0_9504261996.shtml|titolo=Fortunato ha perso la sua sfida|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Alberto Costa|data=26 aprile 1995|p=19|urlarchivio=https://archive.is/J7un3|dataarchivio=24 settembre 2014}}</ref><ref name="Bianco" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0704_01_1995_0110_0013_10406984/|titolo=Fortunato, l'ultima sconfitta|pubblicazione=La Stampa|autore=Piero Bianco|data=26 aprile 1995|p=13}}</ref>
 
== Biografia ==
{{citazione|Un ragazzo gentile ed educato, un giocatore di sicuro talento e di limpida correttezza. Un sorriso dolce, spento [...] da un destino vigliacco [...] Quel suo sorriso però è rimasto scolpito nella nostra memoria, perché non lo ha mai abbandonato, fino all'ultimo giorno [...] È come se, con quel sorriso, Andrea avesse voluto insegnarci ad affrontare la vita, anche le sue battaglie più dure, con la sua serenità. È come se avesse voluto ricordarci che le sfide si possono anche perdere, ma che mai, neanche per un attimo, ci si deve sentire sconfitti.|Juventus Football Club, 2013<ref>{{cita web|url=http://www.juventus.com/juve/it/news/anniversario%20fortunato%20news%2025aprile2013|titolo=Andrea sempre con noi|data=25 aprile 2013|urlarchivio=https://archive.is/20150217051724/http://www.juventus.com/juve/it/news/anniversario%20fortunato%20news%2025aprile2013|dataarchivio=17 febbraio 2015|urlmorto=sì}}</ref>}}
 
Nato da una benestante famiglia della borghesia salernitana – padre cardiologo, madre bibliotecaria, fratello avvocato e sorella laureata in lingue –, Andrea poté intraprendere la carriera agonistica solo dopo la promessa fatta ai genitori di proseguire gli studi, «perché nel calcio non si sa mai», [[Esame di maturità (Italia)|diplomandosi]] in [[ragioneria]] nell'eventualità di una mancata affermazione come giocatore.<ref name="Costa" /><ref name="Guerin" >{{cita web|url=http://blog.guerinsportivo.it/blog/2014/04/25/spunti-di-sport-andrea-fortunato/|titolo=Spunti di Sport: Andrea Fortunato|data=25 aprile 2014}}</ref>
 
== Caratteristiche tecniche ==
[[File:Andrea Fortunato, Genoa 1992-93.jpg|thumb|upright|left|Fortunato in azione palla al piede, con il Genoa, nel corso dell'annata 1992-1993.]]
 
Inizialmente utilizzato in gioventù come [[Centrocampista#Calcio|centrocampista]] sulla zona sinistra del campo, durante i trascorsi tra gli "Allievi" del Como l'allenatore Rustignoli lo arretrò stabilmente in difesa, sempre sulla medesima fascia.<ref name="Guerin" /> Si espresse al meglio come [[Difensore#Terzino fluidificante|terzino fluidificante]], in quello che divenne il suo ruolo naturale – «sul campo era come se avesse una prateria, che percorreva con volate lunghe», ricordò [[Giovanni Trapattoni]] –;<ref name="Trapattoni" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0704_01_1995_0110_0013_10406985/|titolo=«Un campione di temperamento»|pubblicazione=La Stampa|autore=Angelo Caroli|data=26 aprile 1995|p=13}}</ref> ciò nonostante poteva all'occorrenza essere impiegato con profitto anche in altre posizioni della retroguardia quali [[DifensoreDifensore_(calcio)#Difensore centrale|centrale di difesa]] o [[Difensore#Libero (calcio)|libero]], financo a essere avanzato come [[Centrocampista#Difensivi|mediano]] a centrocampo.<ref name="Caroli" />
 
{{citazione|Andrea Fortunato era un ragazzo che giocava terzino sinistro. Un ruolo da turbodiesel. Uno che con la maglia numero tre deve andare, palla al piede, dall'altra parte del mondo, superando ogni ostacolo, finché il campo finisce. E a quel punto fa una cosa, non la fa per sé, la fa per un altro e per la squadra: crossa. E se il centravanti ha seguito l'azione e ci mette la testa, allora è gol. Fortunato era uno di quelli che ci arrivava spesso, sulla linea di fondo, con la forza della sua gioventù e la bandiera dei suoi lunghi capelli al vento.|Gabriele Romagnoli, 1995<ref name="Romagnoli" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0704_01_1995_0110_0001_10406782/|titolo=Andrea Fortunato ha perso l'ultima partita|pubblicazione=La Stampa|autore=Gabriele Romagnoli|data=26 aprile 1995|p=1}}</ref>}}
[[File:Eugenio Bersellini 1978.jpg|thumb|upright|[[Eugenio Bersellini]] fu l'allenatore che, a Como, diede a Fortunato la prima ''chance'' da titolare.<ref name="Costa" /><ref name="Guerin" />]]
 
Dal carattere [[Introversione|introverso]] e solo all'apparenza problematico – «su di me sono state dette cose non vere. Per esempio che ho un caratteraccio [...] Purtroppo ci sono troppi pregiudizi, sconfiggerli è dura»<ref name="Vergnano" /> –, ma dotato di grande personalità<ref name="Costa" /> e [[Temperamento (psicologia)|temperamento]] sul manto erboso,<ref name="Trapattoni" /> [[Claudio Maselli]], suo tecnico a Genova, lo definì un «universale»<ref name="Caroli" /> vista l'innata duttilità, mentre per il ''Trap'', che lo volle e lo allenò a Torino, «aveva una carriera promettentissima di fronte [...] Nel ruolo era davvero fra i migliori, non soltanto in Italia ma anche in Europa [...] Aveva tutti i numeri per sfondare».<ref name="Trapattoni" />
 
== Carriera ==
=== Club ===
==== Como, Genoa e Pisa ====
Da bambino mosse i primi passi nel mondo del calcio nella natìa Salerno, dando i primi tiri al pallone nella Giovane Salerno, società dilettantistica in cui era stato introdotto dal suo scopritore, Alberto Massa. All'età di quattordici anni, desideroso di coltivare il sogno di una carriera da calciatore, accettò l'offerta del {{Calcio Como|N}} trasferendosi in Lombardia, fortemente voluto dall'allora direttore sportivo lariano [[Alessandro Vitali (1934)|Sandro Vitali]]. Crebbe così nel vivaio dei comaschi militando con le formazioni "Allievi" e "Primavera", venendo allenato in quest'ultima da [[Angelo Massola]].<ref name="Guerin" />
[[File:Andrea Fortunato, Pisa 1991-92.jpg|thumb|upright|left|Fortunato al Pisa nella stagione 1991-1992]]
 
Rimase nelle giovanili del Como fino al 1989, quando affrontò il passaggio nella prima squadra militante, all'epoca, in [[Serie B]]. In maglia lariana Andrea esordì da professionista il 29 ottobre, nel successo casalingo 1-0 sul {{Calcio Cosenza|N}},<ref name="Costa" /> scendendo poi in campo altre 15 volte in una negativa stagione che ebbe come epilogo la retrocessione dei lombardi in [[Serie C1|C1]]. Con l'annata 1990-1991, il nuovo tecnico comasco [[Eugenio Bersellini]] decise di dare una maglia da titolare a quel diciannovenne terzino per cui provò subito molta stima e considerazione;<ref name="Guerin" /> questi giocò 27 partite nell'arco di una stagione che vide la squadra lariana sfiorare l'immediato ritorno in serie cadetta, chiudendo il campionato al secondo posto della classifica in coabitazione con il [[Foot Ball Club Unione Venezia|Venezia]], e mancando il salto di categoria solo dopo essere usciti sconfitti dallo [[spareggio]] proprio coi lagunari.
 
Le prestazioni offerte da Fortunato a Como attirarono le attenzioni del {{Calcio Genoa|N}} di [[Aldo Spinelli|Spinelli]], che nell'estate del 1991 lo prelevò per 4 miliardi di [[Lira italiana|lire]], portandolo in massima categoria. Il primo impatto del calciatore all'ombra della [[Lanterna di Genova|Lanterna]], relegato a rincalzo del più esperto [[Cláudio Ibrahim Vaz Leal|Branco]]<ref name="Costa" /> e con soltanto sporadiche apparizioni nelle coppe, fu tuttavia effimero poiché in novembre, dopo una violenta lite con l'allenatore in seconda [[Sergio Maddè]], il tecnico rossoblù [[Osvaldo Bagnoli]] decise di spedire il giocatore in prestito al {{Calcio Pisa|N}}:<ref name="Guerin" /> «non sopporto la maleducazione. Maddè mi trattò male, io gli risposi per le rime. Bagnoli mi diede del presuntuoso e pagai. Ma non mi pento di nulla<ref name="Vergnano" /> [...] Forse ho pagato quella nomea di arrogante, di testa calda, che qualcuno ha costruito su di me».<ref name="Costa" /> Coi toscani del ''presidentissimo'' [[Romeo Anconetani|Anconetani]] («con lui mi sono trovato benissimo, mi ha fatto capire tante cose»)<ref name="Vergnano" /> spese il resto della stagione, collezionando 25 presenze in un torneo cadetto concluso dai nerazzurri all'ottava piazza.
[[File:Fortunato Genoa 1992-93.jpg|thumb|upright|Fortunato in maglia rossoblù nel 1992-1993]]
 
Nell'annata 1992-1993 tornò quindi in pianta stabile in Liguria. Col tandem Bagnoli-Maddè migrato all'{{Calcio Inter|N}}, Fortunato venne ben accolto dal nuovo allenatore [[Bruno Giorgi (allenatore)|Bruno Giorgi]] che gli affidò il ruolo di titolare della fascia sinistra. Con la formazione rossoblù esordì in [[Serie A]] e, pur in una stagione tribolata che vide ben tre avvicendamenti sulla panchina genoana, il promettente difensore fu protagonista di un eccellente campionato – mettendosi in luce accanto a un'altra promessa del calcio italiano quale [[Christian Panucci]], con cui legò anche fuori dal campo,<ref name="Costa" /> andando a comporre una delle migliori coppie di terzini della massima serie. Nell'unica stagione completa trascorsa a Genova mise a referto 33 presenze e 3 reti, fra cui spiccò per importanza quella siglata al {{Calcio Milan|N}} il 6 giugno 1993 che, nei minuti conclusivi dell'ultima giornata, valse il definitivo 2-2 e l'annessa salvezza per il grifone.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/07/Genoa_quei_minuti_incubo_co_0_93060710091.shtml|titolo=Genoa, quei 17 minuti da incubo|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Franco Melli|data=7 giugno 1993|p=34|urlarchivio=https://archive.is/20150217174643/http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/07/Genoa_quei_minuti_incubo_co_0_93060710091.shtml|dataarchivio=17 febbraio 2015|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,0789_01_1993_0155_0036_11160101/|titolo=Il Milan non infierisce, i tifosi sì|pubblicazione=La Stampa|autore=Bruno Bernardi|data=7 giugno 1993|p=36}}</ref>
 
==== Juventus ====
Nell'estate del 1993, voluto dal tecnico bianconero Giovanni Trapattoni,<ref name="Trapattoni" /> il calciatore passò alla {{Calcio Juventus|N}} per 10 miliardi di lire,<ref>{{cita|Panini|p. 10}}.</ref> nell'ambito di corposo ricambio generazionale che vide arrivare sotto la [[Mole Antonelliana|Mole]], tra gli altri, anche [[Sergio Porrini]] e un diciottenne [[Alessandro Del Piero]].<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,31/articleid,0791_01_1993_0170_0029_11179809/|titolo=Juventus, non si fanno sconti|pubblicazione=La Stampa|autore=Angelo Caroli|data=22 giugno 1993|p=31}}</ref> Giunto alla ''Vecchia Signora'' con la pesante etichetta di "erede" di [[Antonio Cabrini]]<ref name="Conte" /> – lui stesso puntualizzerà subito: «...e non paragonatemi a Cabrini, per favore. Ne ho di strada da fare! Lui è fra quelli cui mi piacerebbe somigliare<ref name="Caroli" /> [...] Era un giocatore unico, inimitabile. Questi paragoni sono una sciagura, anche se piacciono tanto ai tifosi. Sperare di emularlo mi sembra quasi impossibile»<ref name="Vergnano" /> –, impiegò poco tempo per superare gl'iniziali problemi dovuti all'impatto con una cosiddetta ''big''.<ref name="Trapattoni" />
[[File:Andrea Fortunato - Juventus FC 1993-94.jpg|thumb|left|Fortunato alla Juventus nell'annata 1993-1994, in azione sulla fascia.]]
 
Sotto la guida del ''Trap'' divenne immediatamente titolare fisso<ref name="Conte" /> nella squadra per cui tifava da bambino,<ref name="Costa" /> prendendo parte a 27 partite del torneo 1993-1994 e trovando anche, il 12 dicembre, quella che rimarrà l'unica sua marcatura in maglia bianconera, segnando il ''gol della bandiera'' juventino alla {{Calcio Lazio|N}} nella trasferta capitolina persa 1-3.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,0814_01_1993_0340_0027_11417886/|titolo=La Juve vittima della strana coppia|pubblicazione=La Stampa|autore=Roberto Beccantini|data=13 dicembre 1993|p=27}}</ref><ref>{{cita|Moretti|''719. «L'unico gol di Andrea Fortunato»''}}.</ref>
 
L'annata risultò fin lì molto positiva, sul piano personale, per il terzino, il quale tuttavia in primavera incappò in un improvviso rallentamento fisico che ne minò pesantemente le prestazioni: i giornali scrissero che «Andrea è stanco, irriconoscibile in campo, lui che è sempre stato un concentrato esplosivo di energia; fatica a recuperare, è tormentato da una febbriciattola allarmante». La cosa risultò per molto tempo inspiegabile<ref name="Bianco" /> – causandogli anche frizioni con gli [[ultras]] dell'undici piemontese i quali, dopo la sopravvenuta eliminazione dalla Coppa UEFA, presero di mira soprattutto lui, accusato «di [[Dolce vita (periodo)|dolce vita]] [...] di non correre molto, di non mettercela tutta<ref name="Ormezzano" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,1/articleid,0739_01_1994_0137_0001_10104288/|titolo=Fortunato in campo contro la malattia|pubblicazione=La Stampa|autore=Gian Paolo Ormezzano|data=22 maggio 1994|p=1}}</ref> [...] di essere un lavativo. Soprattutto, di essere un malato immaginario».<ref name="Repubblica" >{{cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/05/23/ultras-all-ospedale-per-chiedere-scusa.html|titolo=Ultras all'ospedale per chiedere scusa|pubblicazione=la Repubblica|data=23 maggio 1994|p=46|}}</ref>
[[File:Juventus 1993-94, Conte e Fortunato.jpg|thumb|Fortunato in una pausa d'allenamento con il compagno di squadra [[Antonio Conte]], il quale lo ricorderà come «un ragazzo sincero, bravissimo, arrivato alla Juve per seguire le orme di [[Antonio Cabrini|Cabrini]] [...] Il primo scudetto dell'era [[Marcello Lippi|Lippi]], ovviamente, è dedicato a lui».<ref name="Conte" />]]
 
La situazione precipitò il 20 maggio 1994, al termine di un campionato chiuso dalla Juventus al secondo posto, quando, nel corso di un'[[amichevole]] col Tortona, Fortunato fu costretto ad abbandonare il campo all'intervallo con le parole: «mi sento sfinito».<ref name="Romagnoli" /> È a questo punto che il dottor Riccardo Agricola, medico sociale del club, decise di sottoporre il giocatore a una serie di approfondite analisi<ref name="Conte" /><ref name="Bianco" /> presso l'[[Azienda ospedaliero universitaria San Giovanni Battista|ospedale Molinette]] di Torino.
 
===== La malattia =====
L'esito dei controlli fu il peggiore possibile: ad Andrea venne diagnosticata una forma di [[leucemia]] linfoide acuta.<ref name="Ormezzano" /> Lo spogliatoio e la tifoseria si strinsero immediatamente attorno al giovane terzino,<ref name="Conte" /><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,33/articleid,0739_01_1994_0137_0033_16447850/anews,true/|titolo=Vialli gli telefona: ti aspettiamo|pubblicazione=La Stampa|autore=Franco Badolato|data=22 maggio 1994|p=33}}</ref> e proprio dai [[Tifoseria della Juventus Football Club|gruppi organizzati bianconeri]] giunsero le scuse per quanto riservatogli nel periodo in cui le condizioni atletiche del ragazzo crollarono, ma di cui nessuno conosceva ancora la causa.<ref name="Repubblica" />
 
{{citazione|Si continua a giocare, ma è come essere a quindici minuti dalla fine, sotto di 3-0. Chi crede ancora nel pareggio, fa un atto di fede. Ma è in quel quarto d'ora disperato e spesso inutile che si distingue un giocatore vero. Andrea Fortunato ha giocato alla grande, forse ha creduto davvero nella rimonta [...] L'ha fatto in quel quarto d'ora vigliacco in cui la partita è già un ricordo e la vita un'ipotesi. Ma se sei un uomo davvero, giochi.|Gabriele Romagnoli, 1995<ref name="Romagnoli" />}}
[[File:Juventus FC 1994-95 - Fabrizio Ravanelli e Gianluca Vialli.jpg|thumb|left|[[Fabrizio Ravanelli]] e [[Gianluca Vialli]], tra i compagni più vicini a Fortunato nei mesi della malattia: fra le altre cose, il primo gli cedette la sua casa perugina per meglio seguire i trattamenti,<ref name="Conte" /><ref name="Ravanelli" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0704_01_1995_0111_0011_10408756/|titolo=La bugia di papà Ravanelli|pubblicazione=La Stampa|data=27 aprile 1995|p=11}}</ref> mentre il secondo terrà un intenso discorso d'addio ai suoi funerali.<ref name="Funerali" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,11/articleid,0704_01_1995_0111_0011_10408754/|titolo=Un addio da stadio per Fortunato|pubblicazione=La Stampa|autore=Gabriele Romagnoli|data=27 aprile 1995|p=11}}</ref>]]
 
Non potendo ricevere un trapianto totale di [[midollo osseo]] per la mancanza di un donatore compatibile,<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,30/articleid,0746_01_1994_0186_0036_10183045/|titolo=Fortunato, prima vittoria|pubblicazione=La Stampa|data=10 luglio 1994|p=30}}</ref> nelle settimane seguenti venne trasferito al centro specializzato del [[Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia|policlinico Silvestrini di Perugia]] dove si tentò un'altra strada: oltre a trattamenti di [[chemioterapia]], venne sottoposto a un parziale trapianto di cellule sane opportunamente "lavorate", provenienti dalla sorella Paola prima<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,25/articleid,0748_01_1994_0203_0029_10649296/|titolo=Fortunato, dal trapianto una nuova vita|pubblicazione=La Stampa|autore=Mario Mariano|data=27 luglio 1994|p=25}}</ref> e dal papà Giuseppe poi;<ref name="Bianco" /> è in questo periodo che si rafforzarono i legami con i suoi compagni di squadra [[Fabrizio Ravanelli]], il quale mise a disposizione la sua casa perugina (e la vicinanza della sua famiglia) affinché Fortunato potesse seguire più agevolmente le cure,<ref name="Conte" /><ref name="Ravanelli" /> e [[Gianluca Vialli]], in contatto quasi giornaliero con l'amico.<ref name="Bianco" />
 
Le cellule della sorella vennero rigettate nelin ferragosto del '94, mentre quelle del padre attecchirono aumentando la fiducia riguardo a una totale guarigione,<ref name="Bianco" /> anche grazie ai trattamenti seguenti che ne migliorarono il fisico.<ref name="Leucemia" >{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,31/articleid,0689_01_1995_0001_0033_10205583/|titolo=Ha vinto la leucemia, ritornerà|pubblicazione=La Stampa|data=2 gennaio 1995|p=31}}</ref> Già in ottobre il ragazzo riuscì a lasciare la sua camera d'ospedale per iniziare la riabilitazione:<ref name="Bianco" /> controllato in regime di ''day hospital'',<ref name="Leucemia" /> ricominciò anche con gli allenamenti grazie all'ospitalità del {{Calcio Perugia|N}}<ref name="Costa" /> e, tra l'ottimismo generale, nel febbraio del 1995 si recò dapprima a casa a festeggiare la [[laurea]] della sorella, e poi a Genova per abbracciare i compagni juventini impegnati in trasferta contro la {{Calcio Sampdoria|N}}.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,33/articleid,0696_01_1995_0056_0041_10284759/|titolo=Ieri Fortunato a cena con la sua Juve|pubblicazione=La Stampa|data=26 febbraio 1995|p=33}}</ref> Ma quando tutto sembrava volgere verso il meglio, un improvviso abbassamento delle [[Sistema immunitario|difese immunitarie]], causato da una [[polmonite]], lo stroncò, togliendogli la vita nel tardo pomeriggio del 25 aprile:<ref name="Costa" /><ref name="Bianco" /> «a 23 anni era già il terzino sinistro titolare della Juventus e aveva debuttato in nazionale. Uno di quelli che guardi alla tivù o sui giornali e pensi: "Ha tutto". E anche: "Non gli si può togliere niente". Invece gli si può togliere tutto: prima il gioco, poi la vita».<ref name="Romagnoli" />
 
{{citazione|...speriamo che in paradiso ci sia una squadra di calcio, così che tu possa continuare a essere felice correndo dietro a un pallone. Onore a te, fratello Andrea Fortunato.|Gianluca Vialli, 1995<ref name="Funerali" />}}
[[File:Juventus 1993-94, Andrea Fortunato.jpg|thumb|Fortunato con la maglia n. 3 della Juventus, la stessa già indossata da Cabrini: predestinato dagli addetti ai lavori a ripercorrere le gesta e i trionfi del ''Bell'Antonio'',<ref name="Caroli" /><ref name="Vergnano" /><ref name="Conte" /> la prematura morte non gli permise di raccoglierne l'eredità.]]
 
Al funerale, svoltosi il giorno seguente nella [[Cattedrale di Salerno|Cattedrale]] della natìa Salerno, presenziarono più di cinquemila persone comprese le società di Juventus e {{Calcio Salernitana|N}}, oltre a varie personalità del calcio italiano;<ref name="Funerali" /> i calciatori granata portarono la bara di Andrea mentre, durante la funzione, prima Porrini, erede della sua casacca n. 3, e poi il [[Capitano (calcio)|capitano]] juventino Vialli tennero un commosso discorso di addio, più volte rotto dalle lacrime, allo sfortunato compagno.<ref name="Funerali" /> In concomitanza col rito funebre, la nazionale italiana si trovò a giocare a [[Vilnius]] contro la {{NazNB|CA|LTU}}, con il lutto al braccio, in una sfida risoltasi con una vittoria a lui dedicata da [[Gianfranco Zola]], autore del gol partita.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/aprile/27/leader_Sono_solo_meta_strada_co_0_9504272073.shtml|titolo="Io leader? Sono solo a metà strada"|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Luca Valdiserri|data=27 maggio 1995|p=43|urlarchivio=https://archive.is/20120701114001/http://archiviostorico.corriere.it/1995/aprile/27/leader_Sono_solo_meta_strada_co_0_9504272073.shtml|dataarchivio=1º luglio 2012|citazione=La dedica di questa vittoria e del mio gol è per Andrea Fortunato, che possa finalmente non soffrire più. E per la sua famiglia, per quest'anno terribile|urlmorto=sì}}</ref> Inserito comunque nella rosa bianconera della stagione 1994-1995, si fregiò postumo di uno [[scudetto (sport)|scudetto]] che venne a lui dedicato;<ref name="Conte" /><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/Questa_squadra_vinto_tutto_co_8_960523719.shtml|titolo="Questa squadra ha vinto tutto"|pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Roberto Perrone; Giuseppe Toti|data=23 maggio 1996|p=7|urlarchivio=https://archive.is/20150217051832/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/23/Questa_squadra_vinto_tutto_co_8_960523719.shtml|dataarchivio=17 febbraio 2015|urlmorto=sì}}</ref> Fortunato venne anche ricordato dall'allenatore gialloblù [[Nevio Scala]] dopo la vittoria della [[Coppa UEFA 1994-1995|Coppa UEFA]] di quell'anno, conseguita dal {{Calcio Parma|N}} proprio in una finale contro il club torinese.<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/18/Inutile_assalto_Juve_Uefa_Parma_co_0_9505185353.shtml|titolo=Inutile l'assalto Juve, Uefa al Parma grazie all'altro Baggio|pubblicazione=Corriere della Sera|data=18 maggio 1995|p=1|urlarchivio=https://archive.is/20120707235724/http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/18/Inutile_assalto_Juve_Uefa_Parma_co_0_9505185353.shtml|dataarchivio=7 luglio 2012|citazione=Una vittoria che voglio dedicare al povero Andrea Fortunato, come avrebbero fatto gli juventini|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,27/articleid,0707_01_1995_0131_0031_10434497/|titolo=Scala: «Dedico la Coppa a Fortunato»|pubblicazione=La Stampa|autore=Nino Sormani|data=18 maggio 1995|p=27|citazione=Lasciatemi fare una seconda dedica: al compianto Andrea Fortunato. L'avrebbe fatto la Juve, lo voglio fare anch'io}}</ref>
 
{{citazione|Quando nel nostro mondo, del calcio voglio dire, succedono cose del genere, c'è da rabbrividire. Perché è un mondo che vive di giovinezza. E la giovinezza dovrebbe essere immortale.|Giampiero Boniperti, 1995<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,13/articleid,0704_01_1995_0110_0013_10406986/|titolo=Sacchi piange|pubblicazione=La Stampa|data=26 aprile 1995|p=13}}</ref>}}
 
=== Nazionale ===
Fortunato ebbe modo di raccogliere tre convocazioni in [[Nazionale di calcio dell'Italia|nazionale maggiore]] da parte del [[commissario tecnico]] azzurro [[Arrigo Sacchi]],<ref name="Bianco" /> esordendo il 22 settembre 1993 contro l'{{NazNB|CA|EST}}, a [[Tallinn]], in una gara valida per le [[Qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1994|qualificazioni al campionato mondiale 1994]].<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,27/articleid,0803_01_1993_0260_0027_11296839/|titolo=Fortunato: grazie Juve|pubblicazione=La Stampa|autore=Alessandro Rialti|data=22 settembre 1993|p=27}}</ref> Rimase questa l'unica presenza in maglia azzurra del giocatore, a causa dei sopravvenuti problemi di salute che gli preclusero anche la chiamata ai successivi mondiali di {{WC2|1994}}.<ref name="Conte" />
 
== Riconoscimenti postumi ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenticollegamenti esterni}}
* {{Lega Calcio|A=8545|B=8545}}
* {{cita web|url=http://www.myjuve.it/giocatori-juventus/andrea-fortunato-235.aspx|titolo=Andrea Fortunato}}