Luigi Torchi (inventore): differenze tra le versioni
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Una prima innovazione di tale macchina, desumibile dalla descrizione presente nel documento della premiazione del 1834, era nell'utilizzo della tastiera per l'input degli operandi, a differenza della maggior parte delle macchine da calcolo in uso fino ad allora (con l'eccezione, forse, del solo James White nel 1822<ref name="Roegel">[https://ieeexplore.ieee.org/stamp/stamp.jsp?arnumber=7763737 Roegel, Denis. "Before Torchi and Schwilgué, There Was White." IEEE Annals of the History of Computing 38.4 (2016): 92-93.]</ref>); una seconda innovazione fu nella capacità di eseguire delle moltiplicazioni dirette: le macchine contemporanee, infatti, eseguivano le moltiplicazioni solo tramite la ripetizione di una o più addizioni. Al momento, non sembrano conosciuti esempi precedenti di questa funzionalità in una macchina per il calcolo automatico<ref>Bruderer, Herbert. "Rechnen ohne Strom." Bulletin-SEV/VSE 4x (2014): 24-27.</ref>.
Della macchina di Torchi rimangono un disegno dell'epoca e alcune sommarie descrizioni: la macchina vera e propria, invece, esposta a Brera negli anni trenta dell'Ottocento (dal 1834 al 1837) e poi descritta come danneggiata
Torchi fu autore di almeno altre due invenzioni: una ingegnosa "''macchina per rimontar le correnti''", per cui ottenne una medaglia d'argento nel 1837, e una innovativa livella a pendolo. La sua fama varcò i confini nazionali, ricevendo interessamenti a collaborazioni nei laboratori universitari anche da accademici francesi.
La scoperta della storia della macchina si deve allo storico [[Silvio Hénin]]<ref name="Roegel" />, curatore del [[Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci]] di Milano.▼
▲La scoperta
==Note==
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