Conventio ad excludendum: differenze tra le versioni

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==Il caso del PCI==
L'espressione, molto usata nel linguaggio politico italiano, fu coniata negli [[anni 1970|anni settanta]] dal giurista e politico [[Leopoldo Elia]], con riferimento al persistente rifiuto di molte forze politiche – sostanzialmente di quelle che avrebbero poi costituito il [[pentapartito]] ([[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Socialista Italiano|PSI]], [[PSDI]], [[Partito Liberale Italiano|PLI]] e [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]) – di considerareincludere il [[Partito Comunista Italiano|partito comunista]] qualein possibileuna forza democraticacoalizione di governo governo.
Queste forze temevano il legame tra il PCI e l'[[Unione Sovietica]] e i [[patto di Varsavia|paesi satelliti]], retti tutti da sistemi di dittatura.
 
Tale periodo di "[[quarantena]]" si risolseconcluse parzialmente, dopo le elezioni amministrative del [[1975]] e le successive elezioni politiche del [[1976]], col [[Governo Andreotti III|governo di solidarietà nazionale]], anche detto "governo della non-sfiducia", guidato da [[Giulio Andreotti]]. Seguì, nel [[1978]], l'ingresso del PCI, al tempo della segreteria Berlinguer, nella maggioranza di governo.
 
Commentando l'[[autobiografia]] di [[Giorgio Napolitano]], la giornalista [[Barbara Spinelli]] sostiene che la ''conventio ad excludendum'' sarebbe stata, in buona parte, una ''conventio ad auto-excludendum'' (per dirla scherzosamente in forma pseudolatina), giacché sarebbe stato lo stesso PCI a non volere scegliere una strada [[Riformismo|riformista]] e a non volersi separare pienamente dall'Unione Sovietica.<ref>''[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=40&ID_articolo=23&ID_sezione=55&sezione= La questione comunista] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080928081712/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=40&ID_articolo=23&ID_sezione=55&sezione= |data=28 settembre 2008 }}'', articolo di [[Barbara Spinelli]] su [[La Stampa]].it del 14 maggio 2006. La frase di Napolitano da cui la giornalista prende spunto è la seguente: ''"«Naturalmente era facile denunciare come causa della "democrazia bloccata" il permanere di una ''conventio ad excludendum'' nei confronti del Pci. Ma per quanto si potesse bollare questa preclusione come arbitraria, [...] sarebbe stato ormai necessario riconoscerne il fondamento nel persistente ancoraggio [...] al campo ideologico e internazionale guidato dall'Unione Sovietica»".''</ref>