Hacker: differenze tra le versioni

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Anche di fronte alla presenza, durante gli ultimi due decenni, delle forti lamentele degli stessi hacker contro questi presunti abusi, le valenze ribelli del termine risalenti agli [[Anni 1950|anni cinquanta]] rendono difficile distinguere tra un quindicenne che scrive programmi capaci di infrangere le attuali protezioni cifrate, dallo studente degli [[Anni 1960|anni sessanta]] che rompe i lucchetti e sfonda le porte per avere accesso a un terminale chiuso in qualche ufficio. D'altra parte, la sovversione creativa dell'autorità per qualcuno non è altro che un problema di sicurezza per qualcun altro. In ogni caso, l'essenziale tabù contro comportamenti dolosi o deliberatamente dannosi trova conferma a tal punto da spingere la maggioranza degli hacker ad utilizzare il termine [[Cracker (informatica)|cracker]] - qualcuno che volontariamente decide di infrangere un sistema di sicurezza informatico per rubare o manomettere dei dati - per indicare quegli hacker che abusano delle proprie capacità.<ref>{{Cita libro|autore = Arturo Di Corinto|titolo = Un dizionario hacker|editore = [[Manni Editori]]|città = S. Cesario di Lecce|anno = 2014|isbn = 978-88-6266-516-2}}</ref>
 
Questo fondamentale tabù contro gli atti dolosi rimane il primario collegamento culturale esistente tra l'idea di [[hacking]] del primo scorcio del [[XXI secolo]] e quello degli [[Anni 1950|anni cinquanta]]. È importante notare come, mentre la definizione di computer hacking abbia subìto un'evoluzione durante gli ultimi quattro decenni, il concetto originario di hacking in generale - ada esempio, burlarsi di qualcuno oppure esplorare tunnel sotterranei - sia invece rimasto inalterato. Nell'autunnoNel [[2000]] il MIT Museum onorò quest'antica tradizione dedicando al tema un'apposita mostra, la Hall of Hacks. Questa comprendeva alcune fotografie risalenti agli [[Anni 1920|anni venti]], inclusa una in cui appare una finta auto della polizia. Nel [[1993]], gli studenti resero un tributo all'idea originale di hacking del MIT posizionando la stessa macchina della polizia, con le luci lampeggianti, sulla sommità del principale edificio dell'istituto. La targa della macchina era [[IHTFP]], acronimo dai diversi significati e molto diffuso al MIT e attualmente la stessa macchina è esposta all'interno dell'edificio del MIT, Ray and Maria Stata Center. La versione maggiormente degna di nota, anch'essa risalente al periodo di alta competitività nella vita studentesca degli [[Anni 1950|anni cinquanta]], è "''I hate this fucking place''" (Odio questo fottuto posto). Tuttavia nel [[1990]], il Museum riprese il medesimo acronimo come punto di partenza per una pubblicazione sulla storia dell'hacking. Sotto il titolo "''Institute for Hacks Tomfoolery and Pranks''" (Istituto per scherzi folli e goliardate), la rivista offre un adeguato riassunto di quelle attività.
 
"''Nella cultura dell'[[hacking]], ogni creazione semplice ed elegante riceve un'alta valutazione come si trattasse di scienza pura''", scrive [[Randolph Ryan]], giornalista del [[Boston Globe]], in un articolo del 1993 incluso nella mostra in cui compariva la macchina della polizia. "''L'azione di hack differisce da una comune goliardata perché richiede attenta pianificazione, organizzazione e finezza, oltre a fondarsi su una buona dose di arguzia e inventiva. La norma non scritta vuole che ogni hack sia divertente, non distruttivo e non rechi danno. Anzi, talvolta gli stessi hacker aiutano nell'opera di smantellamento dei propri manufatti''".
 
A questo proposito all'ingresso del MIT Ray and Maria Stata Center è presente il cartello della ''Hacking Etiquette'' (galateo dell'hacking) che riporta undici regole sviluppate dalla comunità hacker studentesca.<ref>''Hacking'', MIT Division of Student Life, in ''Policies and Procedure''. {{cita web |url=http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking |titolo=Copia archiviata |accesso=9 luglio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150710113854/http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking |dataarchivio=10 luglio 2015 }} (ultimo accesso: 9/7/2015)</ref>:
 
A questo proposito all'ingresso del MIT Ray and Maria Stata Center del MIT è presente ilun cartello dellacon la ''Hacking Etiquette'' (galateo dell'hacking) che riporta undici regole sviluppate dalla comunità hacker studentesca.<ref>''Hacking'', MIT Division of Student Life, in ''Policies and Procedure''. {{cita web |url=http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking |titolo=Copia archiviata |accesso=9 luglio 2015 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150710113854/http://studentlife.mit.edu/mindandhandbook/policies/hacking |dataarchivio=10 luglio 2015 |urlmorto=sì}} (ultimo accesso: 9/7/2015)</ref>:
{{Citazione|#''Be Safe – Your safety, the safety of others, and the safety of anyone you hack should never be compromised.''<br />Sta' attento: la tua sicurezza, la sicurezza degli altri e la sicurezza di chiunque tu stia hackerando non dovrebbero mai essere compromesse.
#''Be Subtle – Leave no evidence that you were ever there.''<br />Sii sottile: non lasciare alcuna prova che tu sia mai stato lì.
#''Leave things as you found them – or better.''<br />Lascia le cose come le hai trovate, o meglio.
#''If you find something broken call F-IXIT.''<br />Se trovi qualcosa di rotto, chiama F-IXIT [il numero interno per segnalare problemi alle infrastrutture].
#''Leave no damage.''<br />Non lasciare danni.
#''Do not steal anything.''<br />Non rubare nulla.
# Non rubare nulla.
#''Brute force is the last resort of the incompetent.''<br />La forza bruta è l'ultima risorsa degli incompetenti.
#''Do not hack while under the influence of alcohol or drugs.''<br />Non hackerare sotto l'effetto di alcool o droghe.
# Non hackerare sotto l'effetto di alcool o droghe.
#''Do not drop things off (a building) without a ground crew.''<br />Non far cadere oggetti (da un edificio) senza personale di terra.
#''Do not hack alone.''<br />Non hackerare da solo.
#''Above all exercise some common sense.''<br />Sopra ogni cosa, fa' uso del tuo buon senso.
# Sopra ogni cosa, fa' uso del tuo buon senso.|Hacking Etiquette|# Be Safe – Your safety, the safety of others, and the safety of anyone you hack should never be compromised.
# Be Subtle – Leave no evidence that you were ever there.
# Leave things as you found them – or better.
# If you find something broken call F-IXIT.
# Leave no damage.
#'' Do not steal anything.''<br />Non rubare nulla.
# Brute force is the last resort of the incompetent.
#'' Do not hack while under the influence of alcohol or drugs.''<br />Non hackerare sotto l'effetto di alcool o droghe.
# Do not drop things off (a building) without a ground crew.
# Do not hack alone.
#'' Above all exercise some common sense.''<br />Sopra ogni cosa, fa' uso del tuo buon senso.|lingua=en}}
 
Inoltre, sempre all'ingresso del MIT, è presente un altro cimelio della storia dell'hacking proprio accanto ai "comandamenti" dell'etica di un Hacker: L'idrante del MIT collegato a una fontana indicante la famosa frase del presidente del MIT Jerome Weisner (1971-1980) "Getting an education at MIT is like taking a drink from a fire hose", ovvero, "Essere istruiti al MIT è come bere da un tubo antincendio".<ref>{{Cita web|url=http://4.bp.blogspot.com/-Tjouyfgiohw/UMSoQ3xh40I/AAAAAAAAAV0/9Gii-185kxs/s1600/IMG_0726.jpg|titolo=4.bp.blogspot.com}}</ref>