Roderico: differenze tra le versioni

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'''Rodrico''' o '''Roderico''', (''Ludhriq'' "لذريق" in [[Lingua araba|Arabo]], ? - [[Cadice]], [[luglio]] [[711]] o [[MeridaSegovia]], [[713]]), fu l’ultimo re della [[Spagna visigota]].
 
==Origine==
Era un [[barone]] visigoto, figlio di [[Teofredo di Cordoba]] e di [[Rekilona]], fu dapprima duca della [[Betica]] (''Hispana Baltica''), provincia meridionale del Regno Visigoto. Nel [[709]] contese il trono al re [[Witiza]], scatenando una guerra civile e, alla morte del re, fece fuggire l'erede al trono [[Agila II]], il quale si rifugiò in Nord-[[Africa]]. Questa regione era da poco stata occupata e convertita all’[[Islam]] da [[Musa ibn Nusayr]], possessore di un piccolo esercito comandato dal [[Wali (governatore)|wali]] [[Berberi|berbero]] di [[Tangeri]], [[Tariq ibn Ziyad]].
 
Era un [[barone]] visigoto, figlio di [[Teofredo di Cordoba]] e di [[Rekilona]].
L'esercito fu aiutato, secondo la leggenda, da un [[vassallo]] di Rodrigo di nome Giuliano, che nelle cronache [[Arabi|arabe]] viene indicato con il nome di ''Ilyan'' o ''Youlyân'', il quale nutriva sentimenti di vendetta nei confronti dell’usurpatore, in quanto accusato di aver violentato la sua bellissima figlia Florinda.
 
==Biografia==
Più verosimilmente furono i Visigoti fedeli al legittimo re [[Agila II]] ad aiutare gli invasori: l’esercito arabo-berbero attraversò lo stretto nella primavera del [[711]], dopo aver avuto l'informazione che Rodrigo si trovava impegnato a domare una rivolta a [[Pamplona]], nel nord della [[Spagna]].
 
Fu dapprima duca della [[Betica]] (''Hispana Baltica''), provincia meridionale del Regno Visigoto. Nel [[709]] contese il trono al re [[Witiza]], scatenando una guerra civile e, dopo la morte del re, nella primavera del [[710]], fu scelto dal consiglio dei nobili per opporsi al figlio del re, l'erede al trono [[Agila II]], che non voleva rinunciare al trono; l'esercito di Roderigo sconfisse Agila, che, coi fratelli Omundo e Artavasde e lo zio, il vescovo Oppas, abbandonò [[Toledo]] ed il trono al duca di Betica e si rifugiò in Nord-[[Africa]].<br> Questa regione, da poco occupata e convertita all’[[Islam]] era governata dal [[wali]] [[Musa ibn Nusayr]].<br>Agila II si recò dapprima dal governatore cristiano di Ceuta, Giuliano, che nelle cronache [[Arabi|arabe]] viene indicato con il nome di ''Ilyan'' o ''Youlyân'', il quale nutriva sentimenti di vendetta nei confronti dell’usurpatore, in quanto accusato di aver violentato la sua bellissima figlia Florinda.<br>Attraverso Giuliano ottenne l'appoggio di Musa che delegò un suo ''[[mawla]]'' (liberto), il [[Wali (governatore)|wali]] [[Berberi|berbero]] di [[Tangeri]], [[Tariq ibn Ziyad]], di organizzare un piccolo esercito al suo comando e preparare l'invasione del regno dei [[Visigoti]].
La notizia giunse a Rodrigo con ben 10 giorni di ritardo e fu necessario un mese di marcia forzata per portare il suo esercito nel sud del paese. I due eserciti si scontrarono il [[19 luglio]] [[711]] nella valle del [[Rio Salado]], presso [[Cadice]], nella [[battaglia del Guadalete]] che si protrasse per ben otto giorni, dal 19 al 26 dello stesso mese: alla fine, l'esercito di Rodrigo fu sconfitto. L’esito della battaglia fu fatale al re e al regno dei Visigoti: secondo le cronache arabe vennero passati tutti a fil di spada e gettati nel fiume. La vittoria musulmana fu favorita anche dal supporto di molti degli avversari di Rodrigo, come il già citato Agila, e il vescovo [[Oppas]], fratello del defunto Witiza. Questa battaglia mise fine al regno dei [[Visigoti]] e aprì, in modo incredibilmente facile e inatteso, le porte all’occupazione araba della Penisola Iberica.
L’esercito arabo-berbero attraversò lo stretto nella primavera del [[711]], ed il [[30 aprile]] [[711]], mentre Rodrigo si trovava impegnato a domare una rivolta dei [[Baschi]], sobillati da Agila II, a [[Pamplona]], nel nord della [[Spagna]], le forze di Tāriq (circa 12000 uomini, di cui 7000 berberi) sbarcarono e occuparono la rocca di [[Gibilterra]] (il nome ''Gibilterra'' deriva dall'espressione [[lingua araba|araba]] ''Jabal al-Ṭāriq'', che significa ''montagna di Ṭāriq'') e la città di [[Algesiras]].<br>Tariq si diresse verso Cordova, ma fu bloccato dalle truppe visigote comandate da Bencio, cugino del re, che pur sconfitto, continuò la resistenza, permettendo a Roderigo, informato dello sbarco con ben 10 giorni di ritardo, che, con un mese di marcia forzata riuscì a portare le sue truppe a sud, nella valle del rio Salado, dove sulle rive del lago Janda, vicino alla città di [[Medina-Sidonia]], avvenne la battaglia decisiva.
 
La notizia giunse a Rodrigo con ben 10 giorni di ritardo e fu necessario un mese di marcia forzata per portare il suo esercito nel sud del paese. I due eserciti si scontrarono il [[19 luglio]] [[711]] nella valle del [[Rio Salado]], presso [[Cadice]], nella [[battaglia del Guadalete]] che si protrasse per ben otto giorni, dal 19 al 26 dello stesso mese: alla fine, l'esercito di Rodrigo fu sconfitto. L’esito della battaglia fu fatale al re e al regno dei Visigoti: secondo le cronache arabe vennero passati tutti a fil di spada e gettati nel fiume. La vittoria musulmana fu favorita anche dal supporto di molti degli avversari di Rodrigo, come il già citato Agila, e il vescovo [[Oppas]], fratello del defunto Witiza. Questa battaglia mise fine al regno dei [[Visigoti]] e aprì, in modo incredibilmente facile e inatteso, le porte all’occupazione araba della Penisola Iberica.
Pare che Rodrigo sia morto nel corso della battaglia, presso [[Jerez de la Frontera]], tuttavia altre fonti sostengono che sia sopravvissuto fino al [[713]], per poi morire durante un altro scontro armato nella regione di Merida.
 
Pare che Rodrigo sia morto nel corso della battaglia, presso [[Jerez de la Frontera]], tuttavia altre fonti sostengono che sia sopravvissuto fino al [[713]], per poi morire durante un altro scontro armato nella regione di Merida.<br>Secondo gli storici arabi, tra cui Saavedra, Roderigo raccolse i resti del suo esercito nei pressi di Medina-Sidonia e tentò di marciare su Toledo, il tentativo fu sventato dall'arrivo dall'Africa di Musa ([[712]]).<br>Allora Roderigo si ritirò nella zona di Merida, dove a Egitania (o Idanha a Vella) fu trovata una moneta coniata da Roderigo, probabilmente nel 712.<br> Le forze musulmane congiunte di Musa e Tariq lo attaccarono costringendolo alla battaglia nei pressi di [[Segovia]], nella provincia di [[Salamanca]], dove Rodrigo fu sconfitto e ucciso; secondo gli annuari di [[Alfonso III delle Asturie|Alfonso III il Grande]], re delle [[Asturie]], scritti nel IX secolo da Sebastiano di Salamanca in quel luogo fu scoperta una tomba con questa iscrizione:
*<<Hic requiescit Rodericus, rex Gothorum>>.
 
==Curiosità==
 
Circa l'intervento dei [[Mori]] nella [[penisola iberica]] la tradizione narra che un certo conte Giuliano, governatore cristiano di [[Ceuta]], avrebbe condotto i musulmani nel regno [[visigoto]], per vendicarsi di un torto subito da Roderigo (la figlia, chiamataFlorinda, detta La Cava, era stata violentata dal re dei goti).<br>Alcuni storici affermano che Giuliano fosse visigoto o Bizantino.<br>Altri storici sostengono che il suo nome fosse Urbano, probabilmente di origine Mora, ma vassallo del re dei visigoti.<br>Indipendentemente dal torto subito, lo storico arabo Saavedra ritiene che Giuliano, governatore bizantino di Ceuta, nel [[708]], attaccato da Musa ibn Nusayr, fosse stato aiutato dal re dei goti [[Witiza]]; dopo la morte di quest'ultimo, Giuliano, sotto una nuova offensiva araba, accettò di divenire vassallo del [[califfo]] [[Omayyadi|omayyade]] di [[Damasco]], mantenendo il governo di Ceuta. Quando i figli di Witiza vennero usurpati chiesero aiuto a Giuliano, che tentò una spedizione nella penisola iberica, senza esito. Ne fu tentata una seconda con l'appoggio di truppe More, guidate da Tariq, che non portò alcuna conquista, ma solo un saccheggio della zona tra [[Tarifa]] ed [[Algesiras]]. Solo l'anno dopo ([[711]]) fu approntato un grosso esercito che, sotto il comando di Tariq, accompagnato da Giuliano, diede inizio alla conquista.
 
==Voci correlate==