Luce d'Eramo: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nata nel 1925 a [[Reims]] ([[Francia]]) da genitori italiani, Luce d'Eramo
Il cambiamento d'ambiente non poteva essere più netto: alla realtà di Parigi, così moderna e politicamente contrastata (nel 1936 sfilavano sotto casa sua i cortei operai del [[Fronte Popolare (Francia)|Front Populaire]]), veniva a sostituirsi la realtà [[ciociaria|ciociara]] in cui processioni di persone scalze, cantando a gola spiegata, andavano in pellegrinaggio al Santuario di [[Trisulti]]; dappertutto preti e cappuccini, il cui convento s'ergeva dietro il giardino della nonna. Come lei stessa racconta in ''Io sono un'aliena'', dopo essersi sentita trattare da "petite macaronì" in Francia, si sente definire dai suoi compagni del [[Liceo Conti Gentili]] "la francesina". Cresce così senza poter mettere radici da nessuna parte, il che contribuisce a darle una particolare sensibilità per la situazione dei "diversi" .
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Lì Luce si accorge ben presto della cruda realtà dell'oppressione e dello sfruttamento, si ribella, solidarizza coi russi prigionieri, partecipa all'organizzazione di uno sciopero voluto dalla resistenza francese e viene incarcerata. Dopo un tentativo di suicidio, rimpatriata per riguardo alla sua famiglia, a Verona invece di tornare a casa si unisce deliberatamente a un convoglio di deportati e finisce nel [[Campo di concentramento di Dachau|lager di Dachau]]. Da lì riesce a fuggire, e conduce un'esistenza vagabonda di clandestina, svolgendo i lavori più umili, in una [[Germania nazista|Germania]] sconvolta dai bombardamenti, finché a [[Magonza]], il 27 febbraio [[1945]], mentre aiuta a scavare nelle macerie per recuperare i feriti, un muro le crolla addosso riducendola in fin di vita e lasciandola paralizzata alle gambe. Tutte queste vicissitudini, accadute nel giro di meno di un anno, sono raccontate in ''Deviazione'', romanzo autobiografico e "giallo" della memoria, cominciato pochi anni dopo il rientro in Italia, ma terminato e pubblicato a più di trent'anni di distanza, nel [[1979]].
Ritornata in Italia alla fine della guerra, Luce passa un periodo a Bologna, ricoverata all'Istituto Rizzoli,
Ripresi gli studi universitari, la d'Eramo si laurea nel [[1951]] in lettere, con una tesi sulla [[poetica di Leopardi|poetica]] di [[Giacomo Leopardi]], e poi in filosofia nel [[1954]] con una tesi sulla ''[[Critica del giudizio]]'' di [[Kant]].
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Dopo aver pubblicato presso una piccola casa editrice ''Idilli in coro'' nel [[1951]], conosce [[Moravia]] che l'apprezza come scrittrice e le pubblica su ''[[Nuovi Argomenti]]'' il racconto ''Thomasbräu'', poi confluito in ''Deviazione''. In seguito scriverà il primo dei suoi saggi fortemente anticonvenzionali: ''Raskolnikov e il marxismo'' ([[1960]], ripubblicato nel [[1997]]), in cui discute con [[Moravia]] a proposito dell'[[URSS]]. In ''Finché la testa vive'' ([[1964]]), romanzo anch'esso confluito in ''Deviazione'', affronta il trauma di ritrovarsi in carrozzina a 19 anni e il ricominciare a vivere in un'Europa che esce in macerie dalla guerra.
Nel suo percorso di scrittrice rimane fondamentale l'incontro nel [[1966]] con [[Ignazio Silone]], al quale rimane legata per tutta la vita da un'amicizia umana e intellettuale, che la porta a pubblicare nel [[1971]] per la [[Arnoldo Mondadori Editore]] il suo saggio più impegnativo, un acuto studio critico-bibliografico su ''L'opera di Ignazio Silone'', in cui esamina le resistenze della cultura italiana nei confronti di uno scrittore considerato in tutto il mondo come un grande del Novecento italiano. Negli anni della cosiddetta [[strategia della tensione]], l'amicizia con [[Camilla Cederna]] la porta a interessarsi al caso Feltrinelli, sollevato dalla giornalista milanese riguardo alla versione ufficiale sulla morte dell'editore, saltato in aria
Anche la sua vena narrativa tocca sempre argomenti scottanti e controversi, cercando percorsi di uscita dai mille condizionamenti materiali e mentali che imprigionano gli esseri umani, in direzione di una maggiore consapevolezza di sé e insieme di un'apertura allo sconosciuto e al diverso, per il superamento delle barriere che impediscono la partecipazione e la condivisione tra quanti vivono su questo pianeta sperduto nell'universo. Dopo il nazismo e la guerra nel già citato ''Deviazione'' e nei successivi ''Racconti quasi di guerra'' ([[1999]]), Luce d'Eramo racconta la lotta armata comunista degli ''[[anni di piombo]]'' nel romanzo ''[[Nucleo zero]]'' del [[1981]]; il dramma degli anziani in ''Ultima luna'' del [[1993]]; l'autismo emotivo dei giovani [[naziskin]] in ''Si prega di non disturbare'' del [[1995]]; la [[malattia mentale]] in ''Una strana fortuna'' del [[1997]]; e infine, in ''Un'estate difficile'', uscito postumo nel [[2001]], la psicologia di un marito-padrone e il cammino di una donna verso l'autonomia, malgrado i condizionamenti affettivi e sociali di un matrimonio insostenibile, nell'Italia degli anni cinquanta.
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