Cultura dello stupro: differenze tra le versioni
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Di fronte a queste statistiche, una risposta coerente con la cultura dello stupro potrebbe essere che le giovani donne abbiano maggiori probabilità di essere violentate solo perché sono più vulnerabili alla criminalità in generale, e quindi gli stupratori che vogliono dimostrare il loro potere e il loro dominio cercheranno vittime vulnerabili (come le donne giovani) che rendano più facile l'obiettivo. Una critica all'ipotesi della vulnerabilità è però la già citata bassa rilevanza statistica di donne anziane e bambini, che rientrano nel concetto di vittime vulnerabili, ma rimangono statisticamente sotto-rappresentati nei casi di stupro.<ref name="quillette2" /> Un critico della teoria sociologica della cultura dello stupro, l'ecologista comportamentale John Alcock, scrive nel suo libro, ''The Triumph of Sociobiology'': «la diffusione dello stupro attraverso le specie animali è coerente con le previsioni evolutive e devastante per la spiegazione delle scienze sociali».<ref name="alcock">Alcock, John. ''The Triumph of Sociobiology''</ref> Alcock utilizza i dati statistici a sua disposizione per dimostrare che un crimine generico come la rapina è molto più omogeneo tra i gruppi di età rispetto allo stupro, indicando che la vulnerabilità è probabilmente una scarsa spiegazione della differenza nei livelli di stupro tra donne giovani e anziane.<ref name="alcock" /> Inoltre Alcock, così come altri studiosi, dati alla mano, sottolinea che una giovane donna ha più probabilità di essere violentata durante una rapina rispetto a una donna anziana.<ref name="alcock" /><ref name="quillette2" /> Le giovani donne fertili - quelle generalmente considerate più attraenti - hanno maggiori probabilità di essere violentate, e secondo Alcock nessun sociologo lo ha mai adeguatamente spiegato con la semplice logica del potere.<ref name="alcock" />
Altre evidenze che indicano il [[desiderio sessuale]] come motivo principale della violenza sessuale vengono però respinte dagli scienziati sociali che si occupano di cultura dello stupro. In ''Stopping Rape'', un libro del 2015 scritto da un gruppo di sociologi, si osserva che lo stupro è strettamente correlato alla povertà, ai senzatetto e alla disuguaglianza di genere.<ref name="walby">Walby, S., Olive, P., et al. (2015). ''Stopping Rape: Towards a Comprehensive Policy''. Policy Press.</ref> Anche la guerra è un importante catalizzatore per lo stupro.<ref name="walby" /> Gli autori concludono
Tutte queste variabili sociali (guerra, povertà, ecc.), controbattono però i critici, rendono sì le donne più vulnerabili ai desideri maschili, ma non riescono comunque a dare spiegazione dello stupro indipendentemente da tali desideri. Inoltre nel riesaminare gli studi sui metodi che mirano a ridurre il desiderio sessuale negli stupratori, compresa la [[castrazione chimica]] e chirurgica, gli stessi autori di ''Stopping Rape'' sono stati costretti ad ammettere che gli studi statistici tendono a confermare il successo di tali metodi.<ref name="walby" /> Questi studi infatti provano che gli stupratori che non ricevono la castrazione chirurgica hanno una probabilità 15 volte maggiore di recidiva rispetto agli stupratori che la attuano. L'esame di questa letteratura empirica sull'efficacia della castrazione chimica, secondo i critici della cultura dello stupro, tende dunque a confermare il successo nel targeting del desiderio biologico, e quindi a maggior ragione conferma la correlazione tra lo stupro e il desiderio sessuale.<ref name="quillette" />
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