Estremizzando la questione il problema verte sul chiedersi se gli esseri umani siano la sola [[civiltà]] tecnologicamente avanzata dell'[[Universo]]. Questo problema serve di solito come monito alle stime più ottimistiche dell'[[equazione di Drake]], che proporrebbero un universo ricco di pianeti con civiltà avanzate in grado di stabilire comunicazioni [[Radio (elettronica)|radio]], inviare [[Sonda spaziale|sonde]] o [[Colonizzazione dello spazio|colonizzare altri mondi]].
Il "paradosso" è il contrasto tra l'affermazione, da molti condivisa e sostenuta da stime di Drake, che non siamo soli nell'Universo benché i dati osservativi contrastino con questa ipotesi. Ne deriva che: o l'intuizione e le stime, come quelle di Drake, sono essenzialmente in ultima analisi errate (suggerendo che siaè probabile ciò che è estremamente improbabile o addirittura /impossibile?), oppureo la nostra osservazione o /comprensione dei dati è incompleta.
== Origine del termine ==
== Possibili soluzioni ==
[[File:Frank Drake - primo piano.JPG|thumb|upright=0.7|Frank Drake nel 2008]]
I parametri che figurano nell'[[equazione di Drake]] sono tutt'altro che definiti e non permettono di risolvere oggettivamenterisolvono il paradosso. Di seguito sono elencate diverse possibili soluzioni del paradosso di Fermi.<ref>Stephen Webb, ''Se l'universo brulica di alieni... dove sono tutti quanti?'', Milano, Sironi, 2004. ISBN 978-88-518-0041-3</ref>
=== Siamo soli ===
La soluzione più semplice è che la probabilità che la [[vita]] si [[evoluzione|evolva]] spontaneamente nell'Universo e si evolva fino a produrre una civiltà evoluta sia estremamente bassa.
Molti sono gli elementi contemporaneamente necessari perché la vita come la intendiamo noi, basata sul [[carbonio]], possa evolversi su un pianeta. Fattori astronomici, come la posizione all'interno della [[galassia]], l'[[orbita]] percorsa dal [[pianeta]] intorno alla sua [[stella]] centrale e la [[Classificazione stellare|tipologia di quest'ultima]], la sua [[ellitticità]] e l'inclinazione dell'orbita, nonché la presenza di [[satellite naturale|satelliti naturali]] dalle caratteristiche della [[Luna]], sono tuttii fattori determinanti alla predisposizione alla vita. La nascita della vita nella forma conosciuta, lo sviluppo di forme di vita [[intelligenza|intelligente]] e quindi di civiltà richiede che si verifichino molte altre coincidenze. Gli studi sul nostro [[Sistema solare]] sembrano confermare l'eccezionalità della vita sulla [[Terra]]<ref>Brownlee, Donald. Ward, Peter D. "Rare Earth". Copernicus. 2000</ref> ([[ipotesi della rarità della Terra]]).
Questa tesi può essere contestata sostenendo che la vita non debba necessariamente essere come la si osserva sulla Terra, ma possa evolversi in condizioni differenti, e che [[Biochimiche ipotetiche|non debba necessariamente basarsi sul carbonio]]<ref>William Bains, ''Many Chemistries Could Be Used to Build Living Systems'', Astrobiology. June 2004, 4(2): 137-167. doi:10.1089/153110704323175124.</ref>. Molta dell'incertezza deriva dal fatto che i meccanismi che portano alla nascita della vita sono ignoti e quindi è molto difficile, se nono impossibile, stimarne la [[probabilità]]. Tuttavia l'occorrenza della vita è ritenuta un evento poco probabile anche da parte di alcuni sostenitori dell'esistenza di civiltà aliene. Per scavalcare il problema hanno formulato l'ipotesi della [[panspermia]], cioè la vita può diffondersi facilmente attraverso l'Universo o addirittura, nella forma sostenuta da [[Francis Crick]], può essere deliberatamente diffusa da civiltà evolute. Quest'ipotesi non risolve il problema ma lo sposta su qualche altro mondo, per il quale si può fare la stessa obiezione di estrema improbabilità.
Tuttavia l'occorrenza della vita è ritenuta un evento poco probabile anche da parte di alcuni sostenitori dell'esistenza di civiltà aliene. Per scavalcare questo problema costoro hanno formulato l'ipotesi della [[panspermia]], la quale sostiene che la vita possa diffondersi facilmente attraverso l'Universo o addirittura, nella forma sostenuta da [[Francis Crick]], che possa essere deliberatamente diffusa da civiltà tecnologicamente evolute. In realtà questa ipotesi non risolve il problema ma semplicemente lo sposta dalla Terra su qualche altro mondo dell'universo, per il quale però si può fare la stessa obiezione di estrema improbabilità
=== Le civiltà evolute hanno breve durata ===
Un parametro dell'equazione di Drake è la durata media delle civiltà tecnologicamente evolute. Drake ne stimò unala durata diin 10.000 anni (da quando ha iniziatoiniziano a poter comunicare con onde radio).
Le cause della scomparsa di una civiltà possono essere sia naturali che culturali.<ref>{{en}} The Internet Encyclopedia of Science, [http://www.daviddarling.info/encyclopedia/E/etcivhaz.html Hazards to extraterrestrial civilizations]</ref> Se una civiltà tende naturalmente ad annientarsi, è solo questione di tempo perché inventi i mezzi necessari. L'unico dato osservativo disponibile è che la nostra civiltà dispone da decenni dei mezzi necessari, ma per ora è sopravvissuta. Anche in questo caso è difficile dire quanto la competizione [[gerarchia|gerarchica]], l'[[aggressività]] e l'[[Stato autoritario|autoritarismo]], elementi del [[militarismo]], siano prerogative della specie umana o siano costanti universali intrinsecamente, legate all'evoluzione o all'organizzazione [[politica]] degli individui intelligenti. Si consideri che non è necessaria una [[fine del mondo|distruzione totale]] della specie, ma è sufficiente una involuzione a livelli primitivi dei sopravvissuti per sottrarre la civiltà alla lista di quelle in grado di comunicare.
Anche eventi catastrofici di tipo naturalenaturali possono considerarsi come gravi pericoli per un pianeta vivo: l'impatto di una [[cometa]] o di un [[asteroide]], l'eruzione di un [[supervulcano]] o l'alterazione delle condizioni [[clima]]tiche sono tutte minacce alla vita sulla Terra. È noto che la Terra è stata, più volte bersaglio di eventi catastrofici, che hanno causato diverse [[Estinzione di massa|estinzioni di massa]] (la più nota nell'opinione pubblica è quella dei [[Dinosauro|dinosauri]]). Eventi di questo tipo sarebbero anche prevedibili da una civiltà anche più arretrata della nostra, ma difficilmente rimediabili o prevenibili.
Il problema con questa tesi è che non esiste un [[campionamento statistico|campione statisticamente valido]] con cui poter stimare il parametro di durata media di una civiltà tecnologicamente evoluta; anzi il campione è allo stato attuale composto da un solo caso: la civiltà terrestrenoi. Né siamo in grado di affermare che ne esistano o ne siano esistite altre. Infatti estrapolare tale valore dalle informazioni relative alla nostra esistenza, oltre a non essere statisticamente sensato, vizia il risultato con un [[effetto di selezione]].
=== Esistono, ma sono troppo lontane nello spazio e nel tempo ===
L'Universo è estremamente vasto. Prendendo come riferimento la [[velocità della luce]], essa impiega oltre 2 milioni di anni solo per arrivare alla galassia più vicina.
È dunque possibile che esistano diverse civiltà evolute e desiderose di comunicare, ma isolate dalle enormi distanze intergalattiche.
Questa soluzione però implica che probabilmente siamo soli nella nostra galassia, in contrasto con le stime meno pessimistiche dell'equazione di Drake, che ipotizza l'esistenza di 600 civiltà evolute.<ref>Piero Angela, Quante civiltà extraterrestri? da "Nel Cosmo alla ricerca della vita". Garzanti, 1980, pp. 138-146. ISBN 88-11-67402-6</ref>
Una forma corretta di questa tesi afferma che le civiltà aliene sonosiano attualmente troppo lontane, ovverooppure che esistono civiltà relativamente vicine, ma che non hanno ancora intrapreso, o hanno intrapreso da poco, esplorazioni o /comunicazioni spaziali.<ref>Nel suo saggio ''[[Civiltà extraterrestri (saggio)|Civiltà extraterrestri]]'', [[Isaac Asimov]] arriva ad ipotizzare un numero molto elevato di possibili civiltà, ma l'enorme distanza reciproca (in media 630 anni luce secondo le sue stimelui) impedirebbe lo scambio di comunicazioni tra di loro</ref>
Ma ancheAnche questa ipotesi non è soddisfacente: infatti se il principio di mediocrità deve essere applicato per postulare l'esistenza di altre specie aliene, deve essere applicato anche
per scartare posizioni temporali speciali nella storia della galassia, come sarebbe quella dell'inizio della colonizzazione galattica.<ref>{{en}} Brin, Glen David (1983). [http://articles.adsabs.harvard.edu/cgi-bin/nph-iarticle_query?1983QJRAS..24..283B&data_type=PDF_HIGH&whole_paper=YES&type=PRINTER&filetype=.pdf. "The 'Great Silence': The Controversy Concerning Extraterrestial Intelligent Life"]. Quarterly Journal of Royal Astronomical Society 24: 283–309..</ref>
Infine va considerato che due ipotetiche civiltà vicine nello spazio, ma separate da un lasso temporale anche breve nell'evoluzione tecnologica, sarebbero totalmente ignare l'una dell'altra. Inoltre un'obiezione fondamentale a quest'ipotesi è che la limitazione può riguardare solo i viaggi interstellari, non le comunicazioni via onde elettromagnetiche alla velocità della luce. È proprio la motivazione dietro agli esperimenti del [[SETI]] che da decenni cerca di captare nelle onde radio, segni di una comunicazione diretta (cioè inviata volontariamente) o indiretta (cioè fasci di onde radio usate per comunicazioni locali). L'assenza completa di queste trasmissioni non può essere imputata all'enorme distanza.
Secondo il fisico [[Roger Penrose]], proponenteideatore della [[cosmologia ciclica conforme]] secondo cui l'universo ha un'età infinita, alcuni segnali nella [[radiazione cosmica di fondo]] potrebbero anche indicare fonti di energia provenienti da civiltà aliene precedenti al [[Big Bang]] dell'attuale periodo dell'universo, civiltà che sarebbero quindi molto lontane da noi nel tempo.<ref>[http://arxiv.org/abs/1512.00554 V. G. Gurzadyan, R. Penrose, ''CCC and the Fermi paradox'']</ref> ▼
Inoltre, un'obiezione fondamentale verso questa ipotesi è che questa limitazione può riguardare soltanto i viaggi interstellari, non le comunicazioni via onde elettromagnetiche che viaggiano alla velocità della luce. È proprio la motivazione dietro agli esperimenti del [[SETI]] che ormai da decenni cerca di captare nelle onde radio in arrivo segni di una comunicazione diretta (cioè inviata volontariamente) o indiretta (cioè fasci di onde radio usate per comunicazioni locali). Allo stato attuale l'assenza completa di queste trasmissioni è un fatto che non può essere imputato all'enorme distanza.
▲Secondo il fisico [[Roger Penrose]], proponente della [[cosmologia ciclica conforme]] secondo cui l'universo ha un'età infinita, alcuni segnali nella [[radiazione cosmica di fondo]] potrebbero anche indicare fonti di energia provenienti da civiltà aliene precedenti al [[Big Bang]] dell'attuale periodo dell'universo, civiltà che sarebbero quindi molto lontane da noi nel tempo.<ref>[http://arxiv.org/abs/1512.00554 V. G. Gurzadyan, R. Penrose, ''CCC and the Fermi paradox'']</ref>
=== Esistono, ma non comunicano o non vogliono comunicare ===
Ancora più complesso è ipotizzare quale sia la probabilità che una prima forma di vita biologica possa evolversi fino a creare una specie autocosciente e desiderosa di comunicare. È possibile che nell'Universo esistano molti corpi celesti ospitanti una forma di vita, ma su pochissimi questa si sia evoluta in una civiltà [[tecnologia|tecnologica]].
Inoltre anche se una civiltà sviluppa i mezzi adatti, non è detto che abbia l'idea o il desiderio di cercare di comunicare con altri mondi, magari o perché non ci considerano degni (potrebbero considerare la nostra una civiltà troppo arretrata) o hanno [[paura]] di noi o comunque perché forse pensano che un contatto diretto possa nuocere a noi o a /loro, o semplicemente non hanno mai sviluppato l'idea dell'esistenza di altre civiltà con cui comunicare.
Tuttavia concepire una specie aliena come un'unica entità non è soddisfacente: se pure la civiltà o specie aliena nel suo complesso fosse disinteressata, timorosa o non desiderosa di comunicare con altre civiltà, ciò non preclude che al suo interno possano esistere individui o gruppi di individui desiderosi o interessati a comunicare.
====Teoria della "Foresta Oscura"====
Presentata da [[Liu Cixin]] in [[La materia del cosmo]]<br>
Primo assioma: la sopravvivenza è il primario bisogno di una civiltà, di conseguenza le civiltà fanno tutto ciò che serve per garantiregarantirsi la loro sopravvivenza<br>
Il secondo assioma è che le civiltà crescono e si espandono, ma la quantità della materia e delle risorse dell'universo è finita.<br>
Conseguenza: l'universo è una foresta oscuiraoscura dove tutti si nascondono, perchèperché non appena sei notato sei catalogato come possibile concorrente alla sopravvivenza, ti distruggono e ti depredano della tua materia prima che lo faccia tu a tua volta.<br>
=== Non siamo in grado di ricevere le loro comunicazioni ===
Tutti i nostri attualiI tentativi di inviare o /ricevere comunicazioni con altri mondi si sono basati sull'utilizzo di [[Radiazione elettromagnetica|onde elettromagnetiche]]. Così come prima dell'epoca di [[Guglielmo Marconi]] non avremmo neppure immaginato di usare questo mezzo, così potremmo non essere neppure in grado di immaginare le tecniche usate da civiltà radicalmente diverse dalla nostra. Alcune tecnologie teorizzate potrebbero essere basate sui [[Neutrino|neutrini]], le [[Onda gravitazionale|onde gravitazionali]] o la [[correlazione quantistica]]. Vi è da aggiungere che tali tecnologie di comunicazioni teorizzate sono assai opinabili sulla base delle conoscenze scientifiche attuali, in particolare utilizzare la correlazione quantistica per trasmettere informazioni contrasta con un ben assodato [[Teorema di no-signalling quantistico|teorema della meccanica quantistica]]. La trasmissione mediante onde gravitazionali o neutrini non pone obiezioni di carattere teorico, ma richiederebbe delle civiltà con a disposizione una quantità di energia paragonabile a quella contenuta in larga parte dell'Universo. Attualmente vi sono in funzione in alcuni laboratori rivelatori di [[Super-Kamiokande|neutrini]] e di [[Onda gravitazionale|onde gravitazionali]] in grado di misurare tali ipotetici segnali se particolarmente intensi. Si può comunque ipotizzare che una civiltà attraversi diverse fasi di evoluzione tecnologica, passando anche per le relativamente facili onde elettromagnetiche. È ragionevole ritenere che scienziati di questa civiltà siano in grado comunque di ricevere e decodificare segnali radio, anche se per loro ormai obsoleti.
Rimanendo nel campo delle [[Onda radio|onde radio]] dobbiamo tenere in considerazione il problema della [[velocità della luce]]. Le [[microonde]] da noi emesse da quando si è sviluppata la [[televisione]], si stanno ancora allontanando da noi alla velocità della luce in tutte le direzioni. Il raggio in [[Anno luce|anni luce]] della sfera entro la quale queste informazioni sono ricevibili coincide numericamente con il periodo in anni dal quale le trasmissioni sono iniziate. Nel caso della Terra questo valore è quindi di circa 50 anni luce. La tendenza ad ottimizzare le trasmissioni per ragioni economiche, come nel caso della [[televisione digitale]] o dei [[telefono cellulare|telefoni cellulari]], focalizzandole in fasci di microonde e sopprimendo la [[portante]], fa sì che i segnali trasmessi siano meno distinguibili dallo spazio.
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