Mina V1: differenze tra le versioni

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Concepita e prodotta dalla Valmara, si tratta di una evoluzione della [[Mina B4]] volta alla semplificazione del meccanismo costruttivo per la produzione di massa.
 
Queste mine antiuomo, studiate durante la guerra e rimaste in servizio nell'Esercito italiano anche nel periodo immediatamente successivo, venivano impiegate in elementi o sbarramenti. di linee successive in corrispondenza di passaggi obbligati. Le mine a strappo V. 1 venivano disposte a circa 8-10m di distanza fra loro. I due fili di strappo venivano distesi ai lati della mina, tenendoli a circa 1015 cm. dal suolo e venivano assicurati a due picchetti infissi nel terreno, a 5-6 passi dalla mina, tenendoli leggermente. I fili di mine contigue si facevano accavallare per circa mezzo passo, e gli spilli di scatto si disponevano con le punte rivolte verso la provenienza del nemico. Le mine «R» funzionanti a pressione venivano invece disposte ad almeno due passi di distanza fra loro<ref>{{Cita libro|autore=Nicola Pignato|titolo=Armi della fanteria italiana nella seconda guerra mondiale|anno=1971|editore=Ermanno Albertelli Editore|città=Parma|p=|pp=|ISBN=}}</ref>.
 
Anche per questo tipo di mine, una successione di mine costituiva una «linea», due o più linee uno «sbarramento» (con mine sfalsate) e due o più sbarramenti, a distanza di passi tra loro, un «campo minato».