Linda Murri: differenze tra le versioni

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Il 28 agosto 1902 il cadavere in avanzato stato di decomposizione del conte Bonmartini, venne rinvenuto nella sua abitazione bolognese dalla portinaia. Bonmartini era stato assassinato a colpi di pugnale. Le indagini della polizia portarono alla scoperta di un piccolo appartamento vicino a quello del conte che era stato preso in affitto da Linda sotto falso nome e di cui si era servita per incontrare Carlo Secchi<ref name="accorsicentini" />.
 
Senza aspettare i funerali del marito, Linda, il cui rapporto adulterino era ormai a conoscenza dei giornali che ne trattavano ampiamente, si rifugiò per sfuggire allo scandalo con la famiglia in [[Svizzera]], da dove la riporterà a Bologna lo stesso professor Augusto Murri che, l'11 settembre, denuncerà Tullio come autore dell'omicidio che il figlio gli aveva confessato in una lettera<ref>{{Cita|Valeria Paola Babini, ''Il caso Murri: una storia italiana'', Il mulino, 2004 |p. 42}}</ref>
 
Linda venne arrestata in seguito all'arresto del fratello e dei suoi complici, la di lui amante Rosina Bonetti e il medico Pio Naldi, oltre all'amante di Linda, Carlo Secchi, accusati di aver organizzato assieme l'omicidio di Bonmartini. Il processo iniziò il 21 febbraio 1905 a [[Torino]] e si concluse il 12 agosto con la condanna di Linda Murri per complicità. Nel 1906 il re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] concesse la grazia a Linda Murri per ricompensare Augusto Murri di aver salvato da morte per tifo la principessa Mafalda, figlia del sovrano.<ref>{{Cita|Gianna Murri, 2003|p.86 e sgg.}}</ref>