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===Irraggiamento===
Secondo [[Platone]], il modo di funzionare della vista dipendeva dalla capacità degli [[occhi]] di sprigionare un [[fuoco (elemento)|fuoco]] (elemento originario con cui gli [[dio|dei]] per prima cosa crearono gli uomini), che si dirige come un raggio verso gli oggetti consentendo di catturarli e così di vederli.<ref>L'antropologo ed esoterista [[Rudolf Steiner]] ha sottolineato la natura soprattutto [[volontà|volitiva]], anziché conoscitiva, della visione: «L'uomo moderno ha totalmente perduto la conoscenza di questo fatto. Perciò considera infantile quel che dice Platone, cioè che il nostro vedere proviene dal fatto che una specie di tentacoli si sprigioni dagli occhi e vada verso le cose. Questi tentacoli non sono naturalmente visibili con mezzi esterni, e se Platone ne era cosciente, ciò dimostra appunto ch'egli era penetrato nel mondo soprasensibile. Effettivamente, quando noi guardiamo gli oggetti, si compie, solo in maniera più sottile, un processo simile a quello che avviene quando afferriamo qualche cosa. Quando prendiamo in mano un pezzo di gesso, si tratta di un fatto fisico del tutto analogo a quello spirituale che si svolge quando scocchiamo dagli occhi le forze [[etere (filosofia)|eteriche]] per afferrare un oggetto per mezzo della vista» (R. Steiner, ''{{collegamento interrotto|1=[http://www.liberascuola-rudolfsteiner.it/main/home/main.asp?mode=m1&ida=14 Arte dell'educazione: antropologia] |date=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}'', trad. it. di Lucio Russo, 1919).</ref> La visione è resa possibile dall'incontro del fuoco interno con la luce del sole, trattandosi di forze omogenee:
{{citazione|Quando intorno al flusso dell'occhio c'è la luce diurna, allora, coincidendo il simile con il simile e diventando solido, si forma un solo corpo omogeneo secondo la direzione degli occhi [...] E a causa della somiglianza il tutto diventa ugualmente sensibile, e se tocca qualcosa o da qualcosa viene toccato, propagando i movimenti di queste impressioni per tutto il corpo fino all'anima, procura quella sensazione che noi chiamiamo vista.|[[Platone]], ''[[Timeo (dialogo)|Timeo]]'', 45e - 46a}}
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