Verdicchio: differenze tra le versioni

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Una attestazione di poco successiva appare in nell'opera "''De naturali vinorum historia, de vinis Italiae e de conviviis antiquorum Libri VIII''"<ref>[https://books.google.it/books?id=RPdmcHgp1QEC Vedi il testo originale scansionato su Googlelibri]</ref> di Andrea Bacci<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/andrea-bacci_%28Dizionario-Biografico%29/ Vedi la biografia nel Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani]</ref> (Sant'Elpidio a Mare, 1524 - Roma, 1600) edita nel 1596, nel capitolo sulla descrizione dei vini piceni.
 
Il fatto che i due autori (Mambrino Roseo e Bacci) fossero marchigiani, indica come già nel XVI secolo il legame del vitigno col territorio marchigiano fosse da tempo consolidato.
 
Alla fine del XIX secolo, il Comitato centrale ampelografico dà alle stampe il libro "''L'Ampelografia Italiana''" (1879-1890), che rappresenta in tutto ventotto uve, di cui dieci vitigni italiani, compreso il Verdicchio bianco. Gli altri vitigni italiani rappresentati sono [[Grignolino]], [[Barbera]], [[Dolcetto (vitigno)|Dolcetto]], [[Sangiovese|Sangioveto]], [[Trebbiano]], [[Glera|Prosecco]], [[Raboso]], [[Susumaniello|Sommariello]] e [[Frappato|Frappato di Vittoria]]).