Abdul-Qādir Bēdil: differenze tra le versioni
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|Attività = poeta
|Nazionalità = persiano
|PostNazionalità = , nato in [[India]] da una famiglia tagica di origini centroasiatiche. Viene considerato il massimo poeta di lingua persiana, in grado di aver influenzato sia il [[manierismo]] delle zone culturali [[iran]]iche sia l'evoluzione delle liriche indo-musulmane<ref name ="
}}
== Biografia ==
La città dove secondo la maggior parte delle fonti, nacque Bēdil si chiamava ai suoi tempi Azimabad, mentre oggi è nota come [[Patna]], e si trova nella regione [[india]]na del [[Bengala]].<ref name ="le muse" /> Secondo altre fonti sarebbe invece nato a Khwaja Rawash, nei pressi di [[Kabul]] in [[Afghanistan]].
Trascorse tutta la sua vita nel subcontinente indiano, come testimoniato dai ricordi [[autobiografia|autobiografici]] denominati ''Cahar 'Unsur'' ("I quattro elementi") composti nel [[1684]], inerenti sia gli avvenimenti biografici dell'autore sia le esperienze interiori dello stesso.
Venne educato dallo zio Mirza Qalandar, in quanto rimase orfano di padre sin dalla tenera età. Lo zio preferì seguire i suoi sistemi didattici ed educativi, tendenti ad una istruzione indipendente e ad una formazione intellettuale libera piuttosto che affidarsi alle tradizionali istituzioni [[religione|religiose]].<ref name ="le muse" />
Questo tipo di educazione e istruzione non impedì a Bēdil di conoscere i vari dettami religiosi e nemmeno di seguirli, dato che venne iniziato al [[Sufi|sufismo]] dal Maulana Saih Kamal e dopo l'incontro avvenuto con il [[santo]] Saih ABu'l-Qasim Tirminzi nella località di [[Orisa]], approfondì ulteriormente le sue esperienze religiose ed abbandonò, sotto consiglio del santo, gli studi in [[legge]] che stava portando avanti con l'altro zio Mirza Zarif. Il percorso spirituale di Bēdil si caratterizzò per una marcata personalizzazione, evidenziata dai cinque anni di ritiro meditativo e mistico trascorsi a [[Delhi]], dal [[1665]] al [[1670]], simboleggiati dagli incontri con il misterioso maestro ''Sah-i Kabuli''.<ref name ="le muse" />
Rientrato nel mondo quotidiano e materiale, si sposò e per tre anni si mise al servizio del [[principe]] A'zam Sah, figlio dell'[[imperatore]] Mogul Aurangzeb, dopodiché preferì condurre una vita
== Le opere ==
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Tra i suoi libri si annoverano: ''Telesm-e Hairat'' (طلسم حيرت), ''Toor e Ma'refat'' (طور معرفت), ''Chahār Unsur'' (چهار عنصر) and ''Ruqa'āt'' (رقعات).
Bēdil venne considerato uno dei più prestigiosi rappresentanti del cosiddetto "stile indiano", di cui l'autore si fece portavoce della corrente [[Naturalismo (letteratura)|naturalistico]]-filosofica, progressista e maggiormente disponibile alla tolleranza e alla libertà di pensiero, vista l'attenzione riservata anche agli aspetti reali della vita quotidiana. Dal punto di vista letterario questo movimento produsse una forma linguistica duplice, da un lato universaleggiante, parzialmente scientifica e realistica, tendente ad una ricerca della spiegazione dettagliata dei fenomeni che non precluse un utilizzo di un'ampia forbice lessicale e retorica e dall'altro [[metafisica]] in grado di esplorare idee astratte combinate agli aspetti concreti e quotidiani.<ref name ="
La popolarità di Bēdil nel corso del tempo è variata a seconda della congiuntura storica, politica, religiosa e anche se la sua scuola poetica viene criticata per la complessità ed i significati impliciti, in alcuni paesi come l'[[Afghanistan]], il [[Tagikistan]], il [[Pakistan]] e l'India viene accolto favorevolmente. In Afghanistan è presente una scuola di studiosi di poesia che si dedica unicamente alle liriche di Bēdil. I suoi versi sono stati musicati in alcuni paesi dell'[[Asia]] centrale.
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