Iside: differenze tra le versioni

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Era anche la patrona di mari e porti. I marinai lasciavano incisioni che la invocavano per assicurarsi della sicurezza e fortuna dei loro viaggi. In questo ruolo era chiamata "Iside Pelagia", "Iside del mare", o "Iside Pharia", in riferimento alle isole di Pharos, sito del [[faro di Alessandria]].<ref name="Donalson 68">{{harvnb|Donalson|2003|pp=68, 74–75}}</ref> Questa forma di Iside, che emerse in tempi ellenistici, potrebbe essere stata ispirata da immagini egizie di Iside su un'imbarcazione, e da dei greci che proteggevano la navigazione, come [[Afrodite]].<ref>{{harvnb|Alvar|2008|pp=296–300}}</ref><ref>Legras, Bernard, "Sarapis, Isis et le pouvoir lagide", in {{harvnb|Bricault|Versluys|2014|pp=96–97}}</ref> Iside Pelagia sviluppò un'ulteriore significato a Roma. L'approvvigionamento di cibo di Roma dipendeva dalle spedizioni di grano nelle sue province, specialmente quella egiziana. Iside quindi garantiva raccolti fertili e proteggeva le navi che trasportavano il cibo attraverso il mare, e quindi garantiva il [[salus]].<ref>{{harvnb|Pachis|2010|pp=283–290}}</ref> Si diceva che la sua protezione dello stato so estendesse agli eserciti romani, come dell'Egitto Tolemaico, ed era a volte chiamata "Iside Invicta".<ref>{{harvnb|Donalson|2003|pp=177–178}}</ref> I suoi ruoli erano così numerosi che cominciòad essere chiamata "myrionymos", colei con molti nomi, e "panthea", dea universale.<ref>{{harvnb|Donalson|2003|p=10}}</ref> Sia [[Plutarco]] che [[Proclo]] menzionano una statua velata della dea [[Neith]] che compravano con Iside, citando un esempio della sua universalità e enigmatica saggezza. Aveva incise le parole "Io sono tutto che è stato ed è è sarà; e nessun mortale ha mai sollevato il mio velo."<ref>{{harvnb|Griffiths|1970|pp=131, 284–285}}</ref>{{refn|The statue was at a temple in [[Sais]], Neith's cult center. She was largely conflated with Isis in Plutarch's time, and he says the statue is of "Athena [Neith], whom [the Egyptians] consider to be Isis". Proclus' version of the quotation says "no one has ever lifted my veil," implying that the goddess is virginal.<ref name="Assmann 118">{{harvnb|Assmann|1997|pp=118–119}}</ref> This claim was occasionally made of Isis in Greco-Roman times, though it conflicted with the widespread belief that she and Osiris together conceived Horus.<ref>{{harvnb|Griffiths|1970|p=284}}</ref> Proclus also adds "The fruit of my womb was the sun", suggesting that the goddess conceived and gave birth to the sun without the participation of a male deity, which would mean it referred to Egyptian myths about Neith as the mother of Ra.<ref name="Assmann 118"/>|group="Note"}}
 
Si diceva anche che proteggesse i suoi seguaci nell'aldilà, che non era molto enfatizzato nelle culture romana e greca.<ref>{{harvnb|Beard|North|Price|1998|pp=289–290}}</ref> [[L'asino d'oro]] e scritti lasciati dai suoi seguaci suggeriscono che molti dei suoi seguaci pensavano che la dea gli avrebbe garantito una vita dopo la morte migliore, come premio per la loro devozione. Questo aldilà era caratterizzato inconsistentemente. Alcuni dicevano che che avrebbero beneficiato dall'acqua benefica di Osiride, mentre altri si aspettavano di salpare verso le [[Isole della fortuna]] della tradizione greca.<ref>{{harvnb|Gasparini|2016|pp=135–137}}</ref>
 
== Mito ==