Critica biblica: differenze tra le versioni
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I metodi di Astruc furono adottati dagli studiosi tedeschi che, nel corso del secolo successivo, li raffinarono e li utilizzarono per indagare la Bibbia. Entro la metà del secolo, il consenso voleva che il Pentateuco contenesse quattro fonti originali, differenti da quelle di Astruc, che non erano opera di Mosè, e che i libri di Giosuè, dei Giudici, di Samuele e dei Re erano un'unica storia di Israele nota come "Storia deuteronomica" in quanto collegata al Deuteronomio. L'esegesi biblica tedesca del XIX secolo raggiunse il suo apice con due libri di [[Julius Wellhausen]], ''Fonti del Pentateuco'' e il successivo e ancor più influente ''Prolegomeni alla Storia di Israele''. Wellhausen riassunse e distillò i risultati del precedente secolo di studi nella versione definitiva dell'[[ipotesi documentale]], affermando che il Pentateuco era formato da documenti distinti, fino a quattro diversi, nessuno dei quali composti prima del [[X secolo a.C.]], combinati da uno scriba nella loro forma presente al più tardi nel V secolo a.C.
Le ipotesi di Wellhausen ebbero una influenza immensa, ma furono altrettanto controverse, specie tra credenti cristiani ed ebrei, che giudicarono il loro orientamento eminentemente secolare come una sfida alla fede. Studi successivi corressero Wellhausen e ammorbidirono l'iniziale accoglienza ostile dei critici religiosi. [[Hermann Gunkel]] e [[Martin Noth]] svilupparono la [[storia della tradizione]], la teoria che i testi biblici, anche se composti dopo il X secolo, fossero basati su tradizioni orali precedenti e che quindi contenessero memorie accurate degli eventi descritti. L'[[archeologia biblica]] sviluppata da [[William Foxwell Albright]] sembrò dare sostegno alla stessa conclusione, confermando con prove archeologiche alcune storie della Bibbia, in particolare quelle risalenti all'età dei patriarchi, all'[[Esodo (
A metà del XX secolo il consenso scientifico riteneva l'[[ipotesi documentale]] essenzialmente corretta e che, al contempo, la Bibbia contenesse tradizioni genuine riguardo [[Abramo]], [[Mosè]] e la storia israelita successiva. Tutto questo iniziò a cambiare negli [[anni 1960]], quando [[John Van Seters]], [[Thomas Thompson]] e [[William Dever]] misero in discussione, e demolirono, l'idea di Albright che l'archeologia avesse convalidato la Genesi e l'Esodo; ancora Van Seters, [[Roger Norman Whybray]], [[Rolf Rendtorff]] e altri misero in discussione e abbandonarono l'ipotesi documentale, proponendo al suo posto nuove teorie basate su modelli frammentari di composizione. Negli ultimi decenni del secolo i minimalisti biblici giunsero fino a proporre che la Bibbia fosse un prodotto interamente romanzesco databile agli ultimi pochi secoli prima di Cristo, senza il minimo valore storico; il minimalismo biblico resta una posizione minoritaria, ma la natura e il campo di interesse dell'esegesi delle fonti sono ancora una volta, all'inizio del XXI secolo, oggetto di dibattito accesso.
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