Dino Ballarin: differenze tra le versioni

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Arrivava dai dilettanti e non giocò mai nessuna partita ufficiale col Torino. Si segnalò in squadra per la sua dedizione, che lo vedeva primo ad arrivare agli allenamenti ed ultimo ad andarsene. Come premio, il fratello Aldo convinse la società a portarlo a [[Lisbona]], per l'amichevole col [[Benfica]] che sarà l'ultima partita del [[Grande Torino]]. La decisione suscitò anche una grossa delusione al secondo portiere, [[Renato Gandolfi]], al quale la mancata convocazione venne comunicata all'ultimo minuto.<ref>R. Ossola-F. Tavella, ''"Il romanzo del Grande Torino"'', Newton & Compton, Roma, 1993, pag. 281.</ref> Gandolfi non sapeva che questo evento gli avrebbe salvato la vita: i due fratelli Ballarin morirono insieme nella [[Tragedia di Superga]].
 
In ricordo della scomparsa di Dino e del fratello [[Aldo Ballarin]], il comune di [[Chioggia]] ha intitolato il proprio stadio comunale con il nome dei due atleti. Lo stesso ha fatto il comune di [[San Benedetto del Tronto]], che nel 1949 intitolò il campo sportivo, allora utilizzato dalla [[{{Calcio Sambenedettese]]|N}}, ai due fratelli.
 
Dino Ballarin è stato sepolto nel cimitero di [[Chioggia]], vicino al fratello Aldo.