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*[[Francesco Gaggero]] (pp. 120-121) 
*[[Gigi Picetti]] (pp. 193-196) 
;(Ezio Bacino)▼ 
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*Qui è il regno della morte patetica, rappresentata e venerata nell'ambito familiare; le immagini dei sopravviventi impersonando il ruolo di attori di un dramma prevalentemente domestico celebrato al cospetto dei "lari". Tuttavia i monumenti sepolcrali di Staglieno e la multiforme statuaria che li adorna, denunciano più di un tocco di autocompiacimento esibizionistico e di voluttà estetizzante: una sorta di narcisistica contemplazione di se stessi al cospetto dell'evento fatale. Essendo questa una vera e propria galleria d'arte, un'aula d'esposizione all'aria aperta di ogni sorta di stili e di espressioni plastiche, identifichiamo alle radici di esse l'amore e la fedeltà ai connotati della realtà terrena propri del verismo ottocentesco, ligio ai valori della moralità domestica e civica e della probità dei costumi. Interverranno poi i taglienti, sinuosi e stilizzati profili della iconografia "liberty" e dell'"art nouveau", a suggerire un più libero e quasi "libertino" approccio alle tentazioni dell'eleganza mondana e alle frivolità della moda. Gli spregiudicati anni Venti ed i turbolenti anni Trenta urgono alle porte annunciando la dissacrazione dei tabù secolari e degli stolidi valori dell'Ottocento vittoriano e umbertino.<ref>Da ''Il paradiso delle statue'', in ''I golfi del silenzio'', Antonio Lalli Editore, Firenze, 1979, p. 123</ref>▼ 
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;Coæ de contase - Stöie de zeneixi 
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*[[Brunetto De Batté]] (pp. 131-132) 
;(Vari) 
*[[Luigi Anselmi]] 
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Da Gian Domenico Solari, ''Io, Marzari ed i suoi amici'', Edicolors, Genova, 2005. ISBN 88-88929-18-5 
*L'idea feliçe de questa combinazion l'ha avûa trei sordatti zeneixi in Crimea, che se ciammavan: Pestello, Pignêu, Testa d'aggio, che trovandose in sce o campo de battaglia vixin a ûn mortâ, dûrante 'na sosta do combattimento son andaeti a accoegase in t'ûn campo pin de baxaicò; e qui avvenne il miracolo, perché in t'o frattempo ûn sordatto sardo, ch'o l'aiva riçevûo ûn pacco da casa, o l'ha tiöu fêua ûn tocco de formaggio, e li frà Pestello, Pignêu, Testa d'aggio, formaggio sardo, baxaicò, e mortâ missi inçemme l'e spontoù o pesto per la gioia de tütto o reggimento. (p. 53) 
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▲*Qui è il regno della morte patetica, rappresentata e venerata nell'ambito familiare; le immagini dei sopravviventi impersonando il ruolo di attori di un dramma prevalentemente domestico celebrato al cospetto dei "lari". Tuttavia i monumenti sepolcrali di Staglieno e la multiforme statuaria che li adorna, denunciano più di un tocco di autocompiacimento esibizionistico e di voluttà estetizzante: una sorta di narcisistica contemplazione di se stessi al cospetto dell'evento fatale. Essendo questa una vera e propria galleria d'arte, un'aula d'esposizione all'aria aperta di ogni sorta di stili e di espressioni plastiche, identifichiamo alle radici di esse l'amore e la fedeltà ai connotati della realtà terrena propri del verismo ottocentesco, ligio ai valori della moralità domestica e civica e della probità dei costumi. Interverranno poi i taglienti, sinuosi e stilizzati profili della iconografia "liberty" e dell'"art nouveau", a suggerire un più libero e quasi "libertino" approccio alle tentazioni dell'eleganza mondana e alle frivolità della moda. Gli spregiudicati anni Venti ed i turbolenti anni Trenta urgono alle porte annunciando la dissacrazione dei tabù secolari e degli stolidi valori dell'Ottocento vittoriano e umbertino.<ref>Da ''Il paradiso delle statue'', in ''I golfi del silenzio'', Antonio Lalli Editore, Firenze, 1979, p. 123</ref> 
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*[[Dario G. Martini]] 
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Da Gian Domenico Solari, ''Io, Marzari ed i suoi amici'', Edicolors, Genova, 2005. ISBN 88-88929-18-5 
*{{NDR|Su Marzari}} Tu guardi la faccia di un clown e vedi una voglia di piangere che ride o una voglia di ridere che piange! (p. 39) 
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