Carlo Verri: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nato a [[Milano]] (allora appartenente all'impero asburgico) dal conte Gabriele, magistrato e politico conservatore, e dalla contessa Barbara Dati della Somaglia. Fratello minore, dei noti [[Pietro Verri|Pietro]] e [[Alessandro Verri|Alessandro]], penultimo dei cadetti, insieme al fratello [[Giovanni Verri|Giovanni]] fu mandato a studiare a [[Parma]] dove arrivò ad indossare l'abito di abate.
La sua vita nel periodo giovanile viene ripetutamente descritta all'interno del carteggio<ref> il più importante carteggio di tutto il Settecento pubblicato in 12 volumi dal 1910 al 1942 da: F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni, come ''Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri''</ref> che i suoi fratelli maggiori intrattennero per tutta la loro vita e dal quale si evince come fosse stato un cadetto scapestrato, amante o [[cavalier servente]] di damadame facenti parte, a diverso titolo, della società milanese. In diverse occasioni, per sopire lo scandalo minacciato dai mariti, dovette intervenire, in suo aiuto, il fratello [[Pietro Verri|Pietro]] che, nel 1771, lo condusse con sé a [[Impero Austriaco|Vienna]] nella speranza di un suo ravvedimento grazie all'introduzione nell'ambiente di Corte viennese. Carlo che allora, ancora vestiva l'abito talare, pur non volendo impegnarsi nella carriera ecclesiastica, al ritorno da tale viaggio, decise di lasciare l'abito e Alessandro da Roma si impegnò per fargli ottenere la dispensa con la spesa di ''“meschini paoli nove”'' .
Il giudizio di Pietro su fratello fu sempre molto severo, considerandolo ''“uomo pieno di umore e senza condotta”''<ref> così scrisse Pietro ad Alessandro il 19 ottobre 1774</ref>
Carlo si dedicò alla musica e soprattutto alla pittura frequentando l'[[Accademia di Belle Arti di Brera]] della quale cercò di diventare, senza successo, il direttore. La sua passione per l'arte lo portò a scrivere il ''"Saggio elementare sul Disegno della figura umana, con alcune avvertenze sull'uso de' colori ad olio"''.