Mario Radice: differenze tra le versioni

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Dopo il congedo intraprende gli studi universitari di veterinaria a [[Camerino]], nelle [[Marche]], abbandonandoli nel 1922 ed impiegandosi poi come operaio in una cartiera. I turni di lavoro gli permettono di continuare a dipingere ma anche di studiare a fondo i macchinari e le tecniche di produzione della carta e della pergamena. Ciò gli consente di arrivare a progettare e brevettare una macchina per il riciclaggio dell'acido solforico che riesce poi ad esportare in una cartiera di [[Buenos Aires]], la fabbrica di Zarate della Papelera Argentina. Il notevole capitale che riesce ad accantonare in Argentina grazie al brevetto va però completamente perso con gli eventi legati alla caduta della Borsa di [[Wall Street]] del 1929<ref name=":0" />.
 
Nella seconda metà degli anni '20venti, attratto dai problemi dell'architettura razionalista, fu tra i primi artisti italiani a liberarsi degli schemi del [[XX secolo|Novecento]] per partecipare ai primi fermenti della pittura astrattista in Italia, lavorando a contatto dei maggiori [[razionalismo italiano|architetti razionalisti]] ([[Giuseppe Terragni|Terragni]], [[Pietro Lingeri|Lingeri,]] Sartoris e Cattaneo). Nel 1927 espone per la prima volta a Como alla mostra di pittura organizzata in occasione della grande esposizione commemorativa della morte di Alessandro Volta<ref name=":0" />.
 
Dal 1930, rientrato dal sud America in Italia in non facili condizioni economiche, decide di dedicarsi unicamente alla pittura: iniziano gli anni dei sempre più frequenti rapporti e delle collaborazioni artistiche con gli architetti razionalisti [[Luciano Baldessari|Luciano Baldessari,]] [[Pietro Lingeri]], [[Piero Bottoni]], [[Figini e Pollini|Luigi Figini]] e [[Gino Pollini]] coi quali formerà nel 1932, la rivista ''Quadrante''; nel 1934 partecipa alla prima mostra di pittura alla [[Galleria Il Milione]] a [[Milano]], la prima di una serie di mostre personali<ref name=":0" />.