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==Biografia==
Mario Radice<ref name=":0">{{Cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=35200&RicSez=prodpersone&RicVM=indice&RicIniziaCon=radice&RicTipoScheda=pp|titolo=Radice Mario|sito=SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche|accesso=25/06/2018}}</ref> nasce a Como il 1 agosto 1898. Dal 1913 al 1918 segue le lezioni private, o presso scuole serali, del pittore Achille Zimbelli e dello scultore Pietro Clerici. Dopo aver acquisito un diploma in [[ragioneria]], presta il [[servizio militare]] negli anni 1918 - 1920 tra l'Italia, la [[Polonia]], l'[[Albania]], [[Vienna]] e [[Parigi]]. Partecipando come ufficiale d'artiglieria alla missione militare italiana a [[Vienna]], ha modo di venire a contatto con gli ambienti artistici dell'avanguardia europea del primo dopoguerra<ref name=":0" />.
 
Dopo il congedo intraprende gli studi universitari di [[veterinaria]] a [[Camerino]], nelle [[Marche]], abbandonandoli nel 1922 ed impiegandosi poi come operaio in una cartiera. I turni di lavoro gli permettono di continuare a dipingere ma anche di studiare a fondo i macchinari e le tecniche di produzione della carta e della pergamena. Ciò gli consente di arrivare a progettare e brevettare una macchina per il riciclaggio dell'[[acido solforico]] che riesce poi ad esportare in una cartiera di [[Buenos Aires]], la fabbrica di Zarate della Papelera Argentina. Il notevole capitale che riesce ad accantonare in Argentina grazie al brevetto va però completamente perso con gli eventi legati alla caduta della Borsa di [[Wall Street]] del 1929<ref name=":0" />.
 
Nella seconda metà degli anni venti, attratto dai problemi dell'[[architettura razionalista]], fu tra i primi artisti italiani a liberarsi degli schemi del [[XX secolo|Novecento]] per partecipare ai primi fermenti della [[Astrattismo|pittura astrattista]] in Italia, lavorando a contatto dei maggiori [[razionalismo italiano|architetti razionalisti]] ([[Giuseppe Terragni|Terragni]], [[Pietro Lingeri|Lingeri,]] Sartoris e Cattaneo). Nel 1927 espone per la prima volta a Como alla mostra di pittura organizzata in occasione della grande esposizione commemorativa della morte di Alessandro Volta<ref name=":0" />.
 
Dal 1930, rientrato dal sud America in Italia in non facili condizioni economiche, decide di dedicarsi unicamente alla pittura: iniziano gli anni dei sempre più frequenti rapporti e delle collaborazioni artistiche con gli architetti razionalisti [[Luciano Baldessari|Luciano Baldessari,]] [[Pietro Lingeri]], [[Piero Bottoni]], [[Figini e Pollini|Luigi Figini]] e [[Gino Pollini]] coi quali formerà nel 1932, la rivista ''Quadrante''; nel 1934 partecipa alla prima mostra di pittura alla [[Galleria Il Milione]] a [[Milano]], la prima di una serie di mostre personali<ref name=":0" />.
 
Tra il 1933 e il 1936 partecipa alla V Triennale internazionale di Milano (1935), esegue le decorazioni (affreschi e bassorilievi) della [[Casa del Fascio (Como)|Casa del Fascio]] di Como]] (o Casa del Popolo) progettata dal [[Giuseppe Terragni|Giuseppe Terragni,]]; l'importanza degli affreschi della Casa del Fascio di Como è rilevante per la storia dell'arte del '900Novecento in quanto primo esempio Italiano di arte astratta ambientata in un edificio pubblico<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=PuRGNTNGatg|titolo=Video presentazione mostra Radice|autore=Mart Rovereto|editore=|data=|accesso=}}</ref>.
 
Stringe amicizia con [[Filippo Tommaso Marinetti]] e con il giovane architetto [[Cesare Cattaneo]], con quest'ultimo, su incarico di Attilio Terragni, [[Podestà (fascismo)|podestà]] di Como, realizza il [[Fontana di Camerlata]], monumento a cerchi posto all'ingresso di Como, originariamente costruita nel 1936 nel [[Parco Sempione (Milano)|Parco Sempione]] di Milano collocata nei pressi dell'[[Arco della Pace|Arco di trionfo]], e successivamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ma distrutta durante la guerra e ricostruita a Como nel 1960.<ref>Luigi Cavadini, Architettura razionalista nel territorio comasco, 2014, p.74 (testo in italiano e inglese)</ref> Col 1936 si è ormai completata la svolta astrattista dell'arte di Mario Radice: promuove a Como (presso [[Villa Olmo]]) un'importante mostra di arte moderna, curando particolarmente la sezione delle opere astratte esposte da Fontana, Licini, Prampolini, Rho, Soldati ed altri. Nel 1938 partecipa alla fondazione del gruppo e dell'omonima rivista "Valori primordiali" (a Milano e a Roma).
 
Tra il 1939 e il 1943 lavora alacremente a indagini e progetti per chiese moderne e funzionali, ma l'imponente progetto si interrompe per la morte del Cattaneo. Negli anni '40quaranta è ospite quasi fisso alla [[Biennale d'arte di Venezia|Biennale internazionale di Venezia]] e collabora alla fondazione del M.A.C. ([[Movimento Arte Concreta]]). Nel frattempo si cimenta anche nell'attività di critico d'arte per alcuni quotidiani e tiene lezioni private di disegno<ref name=":0" />.
 
Dal 1951 inizia una fitta partecipazione alla [[Triennale internazionale di Milano]], con l'allestimento di una mostra commemorativa dedicata a [[Giuseppe Terragni]], Carlo Giolli, [[Edoardo Persico]] e [[Giuseppe Pagano (architetto)|Giuseppe Pagano]]. Dal 1955 entra a far parte del Centro studi della stessa [[Triennale di Milano]], mentre la sua fama comincia a crescere fino alla svolta del 1958, quando gli viene accordato l'allestimento di una sala personale alla XXIX Biennale di Venezia e ottiene il Premio Einaudi<ref name=":0" />.
 
Negli anni '60sessanta e '70settanta tiene numerosissime mostre presso le più importanti gallerie d'arte italiane, realizza bassorilievi, affreschi e vetrate per numerose chiese, partecipa ad altrettanto numerose esposizioni d'arte italiana all'estero e tiene diversi interventi e cicli di lezioni presso convegni, circoli culturali e accademie, oltre che curare e promuovere mostre di giovani artisti lombardi e non solo. Nel 1967 partecipò alla Mostra d'Arte Moderna di [[Palazzo Strozzi]] a Firenze, nel 1971, partecipò in [[Germania]] alla mostra «Quattro astrattisti comaschi» tenutasi al ''Deutsches Feuerwehr Museum'' di [[Fulda (città)|Fulda]]<ref name=":0" />.
 
All'attività artistica affianca quella di membro del Centro italiano di difesa sociale di Milano, del [[Lions Club]] di Como e della Fondazione Durini di Milano. Continua inoltre la sua attività di critico d'arte presso il quotidiano comasco "La Provincia" fino all'anno precedente la sua morte, avvenuta a [[Como]] il 25 luglio 1987<ref name=":0" />.
 
== Mostre e riconoscimenti ==