Metodo storico-critico: differenze tra le versioni
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Per "'''metodo storico-critico'''" si intende l'insieme di principi e criteri, propri della [[filologia]] e dell'[[esegesi]] (o [[ecdotica]]) che si adopera per risalire all'originale forma e significato di un testo (esempio, biblico) che, eventualmente, si presenti nei diversi manoscritti in forme non uguali. Esso si appella a diverse scienze e spesso richiede la collaborazione di esperti di diverse discipline.
Il metodo, che vale certo per ogni testo letterario, è sorto come sussidio per arrivare a stabilire l'originale e il senso dei testi biblici a causa del grande interesse che la Bibbia desta quale fonte di fede religiosa o di norme di condotta, per i credenti, e originale prodotto della cultura umana. Per questo, quando si dice
== Criteri principali ==
Per avvicinarsi al primitivo testo e carpire il senso originale, gli esperti hanno escogitato una serie di modelli interpretativi che, qui, vengono elencati e sommariamente descritti ispirandosi ad un
* '''Criterio dell'imbarazzo''' ([[Edward Schillebeeckx]]) o della contraddizione (B.F. Meyer)
''difficilmente la [[Chiesa cristiana delle origini|Chiesa primitiva]] avrebbe concepito e messo per iscritto circostanze meno, anche solo apparentemente, onorevoli per i propri epigoni e le loro azioni. Esempio, il [[Battesimo di Gesù]] da parte di [[Giovanni Battista]], il quale potrebbe far pensare ad una certa sudditanza del primo rispetto al secondo; o il rinnegamento dell'[[apostolo Pietro]], che non esalta certo il principale artefice della
* '''Criterio della discontinuità'''
''ha relazione con informazioni che contrastano con il dichiarato scopo dell'autore. Esempio, difficilmente la Chiesa primitiva avrebbe inventato la proibizione del [[giuramento]] o il [[ripudio]] perché contrastano con le norme religiose e la pratica dell'
* '''Criterio dei molti testimoni'''
''difficilmente un detto riportato da diversi autori in diverse circostanze può essere frutto di molteplice e indipendente aggiunta. Esempio, la [[nascita di Gesù]] in [[Betlemme]] (variamente affermato in Matteo, Luca e Giovanni) e il racconto della istituzione eucaristica dell'[[Ultima Cena]] (raccontata dai [[Vangeli sinottici]] e dalla 1Corinti)
* '''Criterio della coerenza'''
''un detto o una circostanza sono tanto più storicamente verosimili quanto più essi sono confacenti con i dati preliminari. Esempio, la nascita di Cristo nell'occasione del censimento
* '''Criterio del rifiuto'''
''Gesù finisce, violentemente e conflittualmente, il suo ministero religioso poiché egli si mise contro la società e i capi religiosi del suo tempo. Questo criterio può essere considerato una variante del criterio della
* '''Criterio delle tracce aramaiche''' ([[Joachim Jeremias]])
''una frase o una parola che riecheggiano parole o strutture linguistiche [[Lingua aramaica|aramaiche]], cioè conformi al vissuto contenuto negli eventi raccontati, hanno più alto grado di probabilità di dato originale che non di personale elaborazione degli autori o di aggiunta posteriore. Esempio, i [[semitismo|semitismi]] dello stile del [[Vangelo di Marco]] o i detti aramaici in esso
* '''Criterio dell'ambiente palestinese'''
''sostanzialmente simile a quello precedente e a quello della coerenza, esso afferma la storicità delle fonti che trasmettono usi e tradizioni sociali, giuridiche, economiche, commerciali, culturali della [[Palestina]] del primo
* '''Criterio della vivacità del racconto'''
''la presenza di trascurabili dettagli nel racconto difficilmente possono provenire da, se si può dire, inutile intraprendenza di un
* '''Criterio dell'amplificazione, specie nei sinottici ([[Rudolf Bultmann]])
''a volte, in antitesi e parzialmente contro il precedente, questo criterio suppone che nel prosieguo del tempo il racconto orale o scritto si sia precisato con particolari e amplificazioni, per cui il testo originale potrebbe essere stato più
* '''Criterio della supposizione storica''' ([[John J. McEleney]])
''partendo dal principio che i racconti originali sono stati redatti da testimoni degli eventi, questo criterio afferma che ha l'onere della prova, per rifiutare una informazione da essi attestata, spetta al critico:
== Ulteriori criteri ==
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* '''Criterio del valore delle fonti'''
''le informazioni e le ipotesi devono fondarsi su precisi dati storici e non essere senza fondamento o su ipotesi senza addentellati
* '''Criterio della antichità delle fonti'''
''più una fonte è antica, e quindi vicina agli eventi raccontati, più è verosimile che le informazioni siano fedeli e storicamente fondate, particolarmente quando sono in contrasto con fonti
* '''Criterio della variante più difficile''' (lectio difficilior)
''quando le fonti testuali presentano diverse varianti, relativamente ad un testo, si deve preferire
* '''Criterio della variante più corta''' (lectio brevior)
''questo criterio coincide con quello
* '''Criterio sinottico'''
''quando fonti parallele descrivono persone o situazioni, può accadere, qualche volta, che sia possibile dedurre aspetti non emergenti da una fonte sola. Esempio, il
* '''Criterio economico'''
''si tratta dell'applicazione del cosiddetto ''[[Rasoio di Okkam]]'', di cui una formulazione recita
* '''Argomento del silenzio''' (argumentum ex silentio)
''dal punto di vista della logica questo criterio si presenta come tendenza all'errore quando si deduce da premesse inesistenti. Tuttavia, il giudizio dedotto dal silenzio può essere utile, nonostante la mancanza di certezza, quando è usato assieme ai criteri sinottico ed
== Storia e atteggiamento delle chiese cristiane di fronte ai nuovi criteri nell'esegesi ==
I diversi principi del metodo storico-critico, fin dal [[1700]] furono pensati, esaminati e applicati principalmente dai [[Protestantesimo|protestanti]], i quali, spronati dal principio della [[sola scriptura]], si sentirono nella necessità di dedicarsi allo studio della formazione e interpretazione della Bibbia; furono anche sollecitati dalle ricerche, spesso confluenti nell'[[agnosticismo]], degli ambienti [[illuminismo|illuministici]]. Per decenni, i risultati dell'applicazione del metodo storico-critico, nell'ambito della ricerca del [[Gesù storico]], furono sinonimo di banalizzazione e destoricizzazione dei contenuti biblici. Tutto questo spinse anche la cultura cattolica a prendere a cuore il nuovo metodo, che in origine veniva guardato con sospetto.
In seguito gli ambienti della [[Chiesa cattolica]], specialmente dopo la creazione della [[Pontificia Commissione Biblica]] ([[1902]]), cominciarono ad indicare nel metodo storico-critico un alleato per la comprensione della Bibbia come conferma della fede professata. Nella sua enciclica [[Providentissimus Deus]] (Dio totalmente Provvidente) (primo di novembre [[1893]]) [[papa Leone XIII]] spinse l'ambiente della docenza cattolica ad essere
Cinque decenni più tardi, dopo la fondazione dell'[[Pontificio Istituto Biblico]] ([[1009]]), [[Pio XII]] nel suo [[Divino Afflante Spiritu]] (30 settembre [[1943]] (Ispirati dal Divino Spirito) lodò e stimolò l'applicazione de
Il [[Concilio Vaticano II]] ha riaffermato che lo studio della Bibbia è l'anima della [[teologia]] e riferendosi al tema dei nuovi metodi di approccio alla Bibbia, dice esplicitamente nella [[De Verbum]] (Parola di Dio):
<small> 12.
Per ricavare l'intenzione degli agiografi, si deve tener conto fra l'altro anche dei generi letterari. La verità infatti viene diversamente proposta ed espressa in testi in vario modo storici, o profetici, o poetici, o anche in altri generi di espressione. È necessario adunque che l'interprete ricerchi il senso che l'agiografo in determinate circostanze, secondo la condizione del suo tempo e della sua cultura, per mezzo dei generi letterari allora in uso, intendeva esprimere ed ha di fatto espresso (23). Per comprendere infatti in maniera esatta ciò che l'autore sacro volle asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originali modi di sentire, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell'agiografo, sia a quelli che nei vari luoghi erano allora in uso nei rapporti umani (24)
Nel rifiorire degli studi biblici secondo i nuovi metodi, che si dimostrò non essere incompatibili con quelli dei [[Padre della Chiesa|Padri della Chiesa]], alcuni documenti della
Per di più, il documento avanza una lista di metodologie proposte negli ultimi tempi:
Un giudizio positivo verso il metodo storico-critico viene espresso anche da [[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]] nella sua opera ''[[Gesù di Nazaret (saggio)|Gesù di Nazareth. Dal battesimo alla Trasfigurazione]]'' ([[2007]]). Avendo constatato che i risultati di questa critica sono nebulosi, e contraddittori fra loro e frutto della proiezione delle idee dei ricercatori, egli afferma:
è e rimane una dimensione irrinunciabile del lavoro
== Note ==
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